14. Non è troppo tardi.

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"Non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice" cit. R. Bandler.

Era una frase che il grillo parlante mi ripeteva spesso.
Gli avevo chiesto diverse volte spiegazione, ma aveva continuato a ripetermi che avrei dovuto capirlo da sola.
Dopo aver parlato con Adriana avevo iniziato a rifletterci, a capire.
Presi una folle decisione quel giorno stesso tornando dal lavoro.

Nascosi un sorrisino soddisfatto sotto i baffi prima di entrare nella stanza di Sarah. Bussai educatamente alla porta, e dopo aver ricevuto il consenso per entrare feci qualche passo avanti nella stanza. Sarah mi fisso confusa per qualche istante.《Va tutto bene?》, mi chiese. Finalmente sorrisi.《Tira su la mano!》
Sarah eseguì l'ordine scoccandomi un rumoroso cinque.
《Questo per cos'era?》, mi chiese ancora ignara.
《Sono assunta!》annunciai, e lei subito entusiasta mi saltò al collo stringendomi in un affettuoso abbraccio.《Sono felice per te!》
Ricambiai l'abbraccio e subito dopo aver preso le distanze dissi:《Bene, ora vestiti. Sto per fare una gran cazzata ed ho bisogno di sostegno morale!》
《Cosa?》
《Hai mezz'ora!》dissi uscendo dalla stanza e chiudendo la porta alle mie spalle.
Mentre aspettavo Sarah feci un veloce spuntino. La ragazza uscì dalla stanza impeccabile come al solito.

Indossava uno skinny jeans, un paio di sneakers ed una maglia mono spalla bianca che lasciava intravvedere il laccio nero del reggiseno. I biondi capelli erano fermi sul capo con una pinza, ed alcuni ciuffi cadevano delicatamente sul viso.
Prima di uscire dalla stanza sentimmo Alex urlare:《Dove state andando?》
《Chiedilo a lei!》rispose Sarah indicandomi.
《Ovunque andiate sono con voi, sto ammuffendo in queste quattro mura. E poi...》
Sollevò una mano giocherellando con un mazzo di chiavi.《Ho la macchina!》

《Ok, ma vediamo di sbrigarci!》, risposi afferrando le chiavi sotto lo sguardo perplesso di Alex, poi scattai fuori.
《Se succede qualcosa all'auto me la paghi!》urlò Alex, ed entrambi mi seguirono.

Guidai fino ad un vecchio quartiere residenziale a nord della città, e parcheggiai l'auto poco distante da una piccola casa dalle pareti gialle immersa in un enorme giardino verde.
《Eccola!》esclamai con sguardo sognante.《Ecco cosa?》,intervenne Sarah.
《La mia vecchia casa.》
Mi affrettai a camminare in direzione dell'entrata e sentii i due ragazzi dietro di me mugugnare qualcosa. A passo svelto mi raggiunsero e mi fermarono.
《Non vedi che è abitata?》mi domandò Alex bloccandomi dalle spalle.
《Potrebbero prenderci per dei mal viventi!》aggiunse Sarah.《Andiamo ragazzi! Voglio solo rivedere il posto in cui sono cresciuta!》,mi scostai imperterrita continuando ad avanzare.

Mi fermai avanti alla porta e bussai un paio di volte. Nessuna risposta. Mi voltai e fissai i miei amici. Alex scrollò le spalle e Sarah si accese una sigaretta. Bussai ancora; niente.
Alex mi si avvicinò,《dai, magari torniamo un'altra volta!》
Delusa mi portai una mano alla nuca e sbuffai. Poi mi si accese una lampadina. Ebbi un'idea e sorrisi maliziosamente. Presi per la mano Alex e lo trascinai sul retro della casa, Sarah ci seguì.
Indicai una grossa finestra a pochi metri da terra.
《Cosa vuoi fare?》mi domandò Alex.
《Fammi leva!》risposi sollevandomi sulle spalle del povero ragazzo.
《Sei pazza! Se ci beccano siamo nei guai!》sussurrò lui.
Forzai la finestra ed entrai, poi li aiutai a raggiungermi.
《Allora non ci faremo beccare!》risposi al ragazzo.
Mi guardai attorno con gli occhi spalancati: dopo tutti quegli anni, nella mia camera non era cambiato quasi nulla.
Sfiorai con le dita le coperte del piccolo lettino rosa, a destra lo specchio con la piccola crepa ad un angolo, la cassettiera in legno, la poltroncina fuxia e sotto il letto scrutai ancora la vecchia cassa dove tenevo le mie bambole; sorrisi. La aprii e dentro non ci trovai nulla. Sarah ed Alex continuavano a bisbigliare qualcosa, ma la mia attenzione era rivolta altrove. Uscii dalla stanza e raggiunsi il salotto. Notai il vecchio camino in marmo, le poltroncine rosse.
Sui mobili non c'erano più le vecchie foto, ma tutto il resto era rimasto uguale; persino la cucina era sempre la stessa. I ricordi iniziarono ad affollarsi nella mia testa; mi sentivo felice.
《Ragazzi, io non credo che qui abiti qualcuno. È tutto identico a quando sono andata via!》
《Andrea...》provò a chiamarmi Alex, ma non gli diedi modo di parlare.
Mi allontanai continuando a scrutare allegramente la casa,
ma ad un certo punto udii dei passi. Spaventata cercai di capire da dove provenissero. Alex mi fermò.《Perché non mi stai mai a sentire? Andrea, sul campanello c'è segnato il cognome "Stewart", la casa è abitata!》
《Qual è l'uscita più vicina?》intervenne Sarah.
Indicai il corridoio a sinistra e subito corsi via per raggiungere la porta principale.
Mi sentii afferrare un braccio, mi voltai e ci trovai un uomo anziano, dai capelli bianchi ed il volto rugoso, che mi fissava con due pienissimi occhi verdi ormai scoloriti. Il battito del mio cuore accelerò di colpo.
《Tess, sei qui! Dove sei stata?》I suoi occhi si riempirono di lacrime.
Nel panico strattonai il mio braccio e corsi via. I miei amici erano già fuori da un po'.
《Tess!》continuò a gridare l'uomo arrancando verso la mia direzione.
Mi infilai di fretta in macchina insieme ai ragazzi e sfrecciai via, un po' più soddisfatta, ma un po' più confusa.
《Andy, hai idea di chi sia questa "Tess"?》mi domandò Sarah.

《È mia madre.》

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