17. Più forti di prima.

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Mi ero imposta di non crollare, di non sciogliermi

Avevo represso tutto, nel modo più brusco che conoscessi

Mi ero autoconvinta che non mi importasse, che non era nulla, che tutto ciò che aleggiava nella mia testa sarebbe andato via da solo, da un giorno all'altro

mi sbagliavo.

Tentavo di non darlo all'occhio, ma il messaggio di Sonia mi aveva creato una certa confusione.
Non avevo risposto, ma ero stata tentata diverse volte.
Dannazione! Perchè imparavo sempre i numeri a memoria? È questo il brutto: dalla testa non si può cancellare nulla volontariamente.
Forse non ero riuscita a cancellare neppure lei del tutto...

Comunque, mi trovavo come al mio solito nella piccola libreria a sfogliare ancora una volta le pagine di "Il ritratto di Dorian Gray".
C'era solamente un uomo di mezza età che mi sembrava avesse letto l'introduzione di almeno una ventina di libri in cerca di uno che lo soddisfacesse. Quando avevo proposto il mio aiuto, mi aveva semplicemente detto di non averne bisogno.
La figura slanciata di Beth percorse le scale a chiociola che dividevano il piano superiore a cui lei stessa badava, e quello inferione di cui io ero la responsabile.
《Come sta andando?》mi chiese agitando un termos contenente del thè bollente.《Tutto ok!》 mugugnai senza guardarla negli occhi.
《Cara, sarebbe buona educazione che tu mi fissassi quando mostro interesse per il tuo lavoro.》 Sollevai gli occhi sbuffando solo mentalmente.《Scusami》 pronunciai, e bastò a farla sorridere. Versò il thè in due tazzine di plastica e me ne porse una. Mollai il libro tra le mie mani e la impugnai con aria malinconica.《Cos'hai?》 chiese accavallando le gambe sulla scrivania di fronte a me.《Sono solo...successe delle cose》mi frenai《cose che mi mandano in pappa il cervello anche se non dovrebbero.》
Lei fissando il soffitto scrollò le spalle e sorseggiò dalla tazzina.《Siamo umani,Andrea. Vanno in tilt persino le macchine, figuriamoci noi.》
《Non sono abituata a farmi sfuggire di mano le situazioni. Sono una tutto d'un pezzo!》sghignai.
《E credi vada bene? Nessuno è tutto d'un pezzo. Siamo tutti, uno strano miscuglio tra emotività, razionalità e saggezza. Se rinneghi le tue emozioni le sotterri vive, e tornano più forti di prima!》
Sapevo che aveva ragione, ma non avevo le forze per rifetterci su, quindi mi limitai ad annuire.
《Non sono mai riuscita a comunicare così con qualcuno molto più grande di me》constatai, e la sua reazione a quella frase mi fu del tutto inaspettata. Aggrottò le sopracciglia imbronciando il volto, posò la tazzina sulla scrivania e battè forte le mani su di essa fino a farla rovesciare. Sussultai, ed anche il pover'uomo infondo alla sala.《E questo ti sembra un pavimento pulito?! Fin quando non splenderà non uscirai di qui. Oh, a proposito, l'ultimo cliente è andato via senza nulla. Se continui così dovrò ridurti la paga!》urlò. Sollevai un sopracciglio confusa e ridacchiai.《Mi sembra di parlare ancora con mia madre.》
Il suo sguardo si addolcì di nuovo mentre scendeva dalla scrivania.《Mistero svelato》, disse sorridendo e dandomi le spalle per poi tornare di sopra.
《Sei una brava attrice!》le urlai scuotendo la testa mentre percorreva la scalinata.
...

《Oh mio Dio! Posso farti notare la totale assenza di colori nel tuo guardaroba?》constatò Adriana osservando i miei capi. In effetti a differenza del resto della mia camera che sembrava una galleria d'arte, nel mio armadio non avevo molti abiti appariscenti.
《Non mi piace attirare l'attenzione》feci in tempo a dire con un ghigno prima che mi tirasse via. Guidò per lugo tempo, che passammo semplicemente canticchiando ciò che la radio passava, o alle volte sopportando la stridula e stonata voce di Sarah seduta sul sedile anteriore. Dopo molto tempo arrivammo in Zona due, precisamente a Whitecity e ci fermammo in un enorme parcheggio. Ciò che si estendeva d'avanti ai nostri occhi era strabiliante! Un enorme, immenso centro commerciale colmo di gente. Sulla cima era chiaramente visibile la scritta:"Westfield".
《Wow!》esclamai una volta all'interno. C'erano negozi di tutti i generi, piccoli e grandi ristoranti, bar, negozi di abbigliamento che variavano da Louis Vitton, Versace, Prada fino a H&M e Hugg. 《Bene, qui abbiamo tutta la scelta che vogliamio!》si portò le mani sui fianchi soddisfatta, ed iniziammo la nostra ricerca.
《Non sembri molto di buon umore oggi!》si rese conto Adriana cercando tra gli abiti di un negozietto.
《È così evidente?》sollevai una giacca scura per mostrargliela, senza però ricevere la sua approvazione.
《Puoi fidarti di me, sai?》Si poggiò una gruccia sul braccio destro e continuò a cercare. Sbuffai.《Sono tornata qui per rifarmi una vita, e la stessa ragazza che mi ha consumato quella precedente mi sta distruggendo l'umore a chilometri di distanza. Sono stupida?》
《Noi donne siamo sempre stupide quando si parla di questioni sentimentali. Provi ancora qualcosa per lei?》
《No... credo. Cioè, è stata una storia molto seria, intensa, duratura... è normale che ogni tanto lei mi torni in mente, no?》
《Si, lo è. Ma a volte non basta cambiare città, bisogna cambiare occhi.》
Quella frase mi confuse parecchio, mi pietrificai.
《Spiegati meglio...》
《Chiodo scaccia chiodo, Andrea》 furono le ultime parole che pronunciò prima di gettarmi dei capi addosso e spintonarmi nello spogliatoio. Spaesata osservai i capi e li misurai, non mi permise immediatamente di fissarmi allo specchio. Non mi ci ritrovavo! Io amavo i miei maglioni caldi ed accoglienti color panna, e ciò che mi ritrovavi a provare furono abitini stretti dalle tinte sgargianti, gonne corte, leggins di diverse fantasie, pantaloni soffocanti, top spaiettati, colorati, aperti sulla schiena, strane scollature e tessuti impronunciabili. Pochi erano i capi dai toni neutri che mi piacevano tanto. Eppure quando uscii dal camerino con quel abitino rosso stretto in vita e sui fianchi con scollo all'americana, gli occhi di Adriana e Sarah sembrarono illuminarsi. Adriana mi si avvicinò quasi con cautela, lo sistemò meglio sui lati e poi fissandomi esclamò:《Sembra esserti stato cucito addosso. Sei magnifica! Se fossi dell'altra sponda, giuro, non ti resisterei.》Sorrise a trentadue denti portandomi una mano sulla spalla. Mi fissai allo specchio, e non riuscii a far altro che essere d'accordo con loro:mi stava d'incanto. Oltre a quello mi accordai per un altro abito, sta volta semplicemente nero con una cintura argentata in vita, senza maniche e con una scollatura un po' più profonda che veniva compensata dalla lunghezza fino a mezza coscia. Adriana diceva che troppa carrozzeria in mostra risultava volgare, quindi era bene decidere se esporre le tette o il didietro. Quel ragionamento mi era sembrato tremendamente esilarante e gli ero scoppiata a ridere in faccia.
Tornai a casa ringraziando, un po' più rilassata e sul letto mi venne da pensare a quella strana discussione.《Chiodo scaccia chiodo》mi venne da ripetere a me stessa, e con esso mi venne in mente un unico volto:quello di Jasmine. Pensare a lei ed ai suoi buffi modi di fare che ai miei occhi sembravano assurdamente sexy mi fece semplicemente sorridere. Infondo non mi sarebbe affatto dispiaciuto potermi impegnare sul serio con lei, ma i patti erano altri...
Jasmine era una piccola anima libera, e per il momento lo ero anch'io. Era giusto privarmi di nuovo della mia libertà? Non ne ero ancora molto sicura.
Girando tra le foto della galleria sul mio cellulare ne trovai una in particolare. Ritraeva me e Sonia in un appassionato bacio. I suoi occhi azzurri erano semichiusi e riflettevano la luce arancione del sole mentre sorrideva tenendo le sue pallide mani tra i miei capelli.
Mi bagnai le labbra e strinsi la presa sull'affare.《Sono qui per me stessa. Non sprecherò un'altra opportunità, Sonia.》

Anche qui invito chi volesse a passare a leggere la mia ultima storia. Il suo nome è "Identity girls" e si contaddistingue dal resto delle storie in cui mi sono cimentata per i suoi contenuti molto violenti, il linguaggio volgare ed i riferimenti sessuali molto espliciti, quindi la sconsiglio ai minori di 14 ed a chi è molto debole di stomaco.

Un abbraccio ed a presto cari!♡

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