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POV'S GAIA 

Sono le 3 di notte e non so da quanto tempo sto cercando di dormire. Inutilmente, perché non riesco a chiudere occhio, riesco a pensare solo al compito che mi ha dato la maestra Celentano. 

Già sapevo di non piacerle molto come ballerina, e una parte di me se lo aspettava che prima o poi qualcosa da parte sua sarebbe arrivato. Ma questo compito mi ha mandato totalmente in crisi, oggi mentre lo stavo provando in sala con i professionisti sono scoppiata a piangere per l'ansia e tutte le insicurezze che ho si sono fatte sentire più del solito. 

Il maestro e Giulia Pauselli hanno cercato di tranquillizzarmi e in quel momento ci sono riusciti, ma si sa, la mente gioca brutti scherzi. E adesso mi ritrovo in piena notte a pensare solo ai passi di quel compito. Quindi dato che non riesco a dormire mi alzo e mi dirigo in cucina, sperando che una camomilla possa aiutarmi a ritrovare il sonno. 

Arrivata a destinazione noto la figura di qualcuno sul divano. Riesco a capire chi è solo per il fatto che per quanto è alto non riesce a stare allungato sul divano, questa cosa mi scatena una risata che cerco di trattenere.

Mida.

Mi avvicino per vedere se sta dormendo, ma con mia sorpresa noto che anche lui è sveglio. 

«Che ci fai ancora sveglio?» appena sente la mia voce si spaventa «Ma sei matta? Mi hai fatto prendere un colpo» mi risponde lui ed io non posso fare a meno di ridere. «Scusa, non pensavo ti spaventassi così facilmente» gli rispondo ridendo. «Quindi che ci fai ancora sveglio?» chiedo un'altra volta «In realtà non lo so, avevo la testa piena di pensieri e non riuscivo a dormire, tu invece?» mi domanda lui «Un po' di ansia per il compito che mi ha dato la Celentano, ma non ho voglia di parlarne adesso. Posso allungarmi vicino a te?» non so con quale coraggio gli ho chiesto una cosa del genere. Senza contare che il divano è minuscolo, ciò vuol dire che dovremo stare praticamente appiccicati. 

Ma lui non si scompone, anzi sorride e mi fa spazio, per quanto sia possibile, vicino a lui. Così mi allungo e ora siamo faccia a faccia a pochi centimetri di distanza. Lui mi guarda negli occhi ma io non riesco a sostenere il suo sguardo, quindi mi giro dall'altro lato. «Perché non mi guardi?» mi chiede sorridendo «Non è vero che non ti guardo».

Bugia. 

«Allora girati» faccio come mi dice e ci guardiamo sorridendo. «Quali sono questi pensieri che ti invadono la mente?» gli chiedo ricordandomi la motivazione per cui era ancora sveglio. «Sei un po' troppo curiosa, lo sai hermosa?» di nuovo quel nomignolo, ogni volta che mi chiama così sento le farfalle nello stomaco.. 

«Comunque se proprio ci tieni a saperlo.. sei tu» mi risponde lui. Rimango scioccata per un attimo «Cosa?» 

Ho sentito bene? 

«Sei tu che invadi i miei pensieri» mi risponde lui «non chiedermi perché, ma oltre a sentire di potermi fidare di te anche se ti conosco da poco, quando ti vedo provo delle sensazioni strane che non so spiegare. E quando mia madre mi ha fatto quella sorpresa e tu mi hai abbracciato, ho sentito una calma che non avevo mai provato prima» mi spiega lui con una sincerità incredibile.

Io non so cosa dire, nessuno mi aveva mai detto una cosa così.

«Le sento solo io queste cose?» sorrido alla sua domanda perché non le sente solo lui. Prendo un po' di coraggio e gli rispondo dando voce ai miei pensieri «No, non le senti solo tu. E se devo essere sincera mi fa un po' paura questa cosa» «So che per te è la prima volta che ti capita di sentirti in questo modo, per certi versi lo è anche per me e mi fa paura questa cosa. Però io ti aspetto» mi risponde lui con tono dolce «Grazie» gli rispondo «Ti va di parlarmi un po' del compito che ti ha dato la maestra Celentano, così magari riesco ad aiutarti a togliere tutte quelle paranoie che ti stai facendo?» mi chiede.

Prima di rispondergli mi fermo a guardarlo e sorrido istintivamente. 

Faccio un respiro profondo e comincio a parlare «Non è che io non voglia farlo, anzi sono contenta quando mi arrivano dei compiti, perché mi aiutano a migliorare sempre di più. Però non so se riuscirò a farlo almeno in modo decente e non mi va di deludere la maestra e soprattutto Raimondo, perché mi ha dato la possibilità di entrare ad amici e non riuscirei a sopportare di vedere il suo sguardo deluso su di me» dico tutto d'un fiato.

«Il fatto che tu non voglia deludere ne la Celentano ne Raimondo è comprensibile. Ma secondo me sei in grado di farlo questo compito, magari non in modo eccellente, però imparerai sicuramente qualcosa. Tutte le insicurezze che hai qui dentro sono sicuro che tu possa vincerle e, se vorrai, io sarò vicino a te per aiutarti a superarle» mi risponde sorridendo. 

«Grazie Chri, mi fa bene averti vicino» lo ringrazio. Sono davvero felice e grata di aver conosciuto una persona come lui. 

«Non devi ringraziarmi hermosa. Anche a me fa bene averti al mio fianco» mi risponde lui.

«Credo che sia arrivato il momento di andare a dormire» dice lui dopo un po', ma sinceramente sto così bene qui che non voglio andarmene «Possiamo restare qui?» gli chiedo io arrossendo un po' «Va bene dormiamo qui» sorride, così mi metto ancora più vicino a lui e metto la testa nell'incavo del suo collo. 

Mi addormento così tra le sue braccia.

Cosa mi stai facendo Christian?

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