Capitolo 2

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Al contrario di quel che pensavo, era un ragazzo, un bel ragazzo: capelli ricci, carnagione abbronzata, abbastanza alto, occhi scuri e densi, labbra carnose e definite e anche delle belle mani. Era molto invitante, come il suo profumo, ma era una cosa strana: era invitante, ma non dal punto di vista del cibo. Non avevo fame di lui.
Avevo, però, una brutta sensazione: qualcuno lo stava per attaccare. Ne sentivo i passi, l'odore, le intenzioni, e non era per niente piacevole. Cercai di avvicinarmi a lui, furtiva, e li vidi: angeli della morte. Se noi vampiri ci nutrivamo solo del sangue di una persona, gli angeli della morte si nutrivano della sua anima, cosa molto peggiore. Inoltre, eravamo avversari assoluti.
Mi avvicinai e loro continuavano ad avanzare dietro di lui, nascondendosi, cercando di raggiungerlo. Nell'esatto momento in cui sbucarono fuori per strappargli l'anima, uscii anch'io, con una velocità immonde, prendendolo e schivando il loro attacco.
-Corri!- gli urlai, cominciando a correre veloce come il vento. Lui fece la stessa cosa, rimanendo il più vicino possibile a me.

Possiamo dire che i nostri mondi erano separati: l'unico posto dove potevamo effettivamente incontrarci e combattere era dove andavamo a cacciare, ma, una volta nel mio mondo, loro non potevano entrare e viceversa. Era come se ci fosse una specie di barriera dietro la quale era morte assicurata.
Mancava solo un centinaio di metri prima che arrivassimo nel mio mondo, ma vedevo lui molto affaticato, evidentemente non abituato a correre nel bosco, schivando mille ostacoli tra i piedi. Loro ci stavano raggiungendo, avendo le loro possenti ali.
-Ce la puoi fare, manca pochissimo!- gli dissi, con un po' di fiatone. Allora lui prese un respiro forte e diede l'ultimo sprint, riuscendo ad entrare nel mio mondo. Gli angeli si bloccarono subito e tornarono indietro.

-Ma sono capitato sul set di un film tipo Twilight o sbaglio?- mi disse, scioccato. Mi girai verso di lui.
-No, purtroppo.- gli dissi, prendendolo per il polso. –Vieni con me.
-Aspetta!- si strattonò. –Dove? Vuoi uccidermi anche te? Cos'è questa storia?
-Ti spiegherò tutto, ma adesso vieni con me, per favore.
-Io non mi muovo finché non mi darai risposta.- disse, impuntandosi sul suolo. Sbuffai e gli strinsi un nervo sul braccio, facendogli perdere i sensi.
-Mi dispiace, ma è per il tuo bene.- gli dissi, una volta a terra. Con tutta la mia forza, mi cinsi le spalle con il suo braccio e, afferrandogli la mano e il dorso, lo trascinai fino a casa.

Una volta arrivati, lo stesi sul divano, mettendogli un po' di ghiaccio sulla testa per farlo riprendere al più presto, e cominciai a cercare Genève per tutta la casa, ma non ne trovai traccia. Probabilmente era da Finch, suo marito. Se un vampiro l'avesse visto lì, a casa mia, nel nostro mondo, l'avrebbe ucciso all'istante.
Proprio mentre facevo avanti e indietro pensando a cosa fare l'indomani, cominciai a sentire molteplici fitte alle scapole. Mi inginocchiai a terra, mai sentito dolore così forte in 300 anni della mia vita. Qualcosa stava venendo fuori dalla mia schiena.
Passai circa un quarto d'ora piangendo per il dolore, inginocchiata, fino a che, gradualmente, il dolore cominciò a svanire. Mi alzai, facendo non poca fatica e raggiunsi il primo specchio che mi trovai davanti. Rimasi scioccata nel vedere cosa mi era uscito dietro la schiena: erano due stecche appuntite e abbastanza lunghe, era l'inizio della crescita delle ali. Mi sarebbero cresciute le ali.

"Cazzo, Genève, perché proprio quando ho bisogno di te non ci sei mai?" mi ripetevo in testa. Intanto, dopo una ventina di minuti buoni, il ragazzo si era svegliato.
-Cosa è successo?- sussurrò, aprendo gli occhi e togliendosi il ghiaccio dalla testa. Mi vide e quasi non sveniva di nuovo. –Non dirmi che non era un sogno.
-Non era un sogno.- gli dissi. –E non è nemmeno pomeriggio, è notte fonda e se non ti metti a dormire ti stringo un altro nervo.
-Aspetta, aspetta, aspetta...- mi disse, alzandosi. –Io devo tornare a casa e... ma cos'hai dietro la schiena?!- quasi gridò, indicando quelle due cose orribili dietro la schiena e vedendo la mia maglia macchiata di sangue.
-È una storia lunga...- scossi il capo.
-Il cazzo è una storia lunga! Ormai ci sono dentro fino al collo, non posso non saperlo.- afflosciò le braccia.
-Okay! Va bene!- esclamai, sedendomi insieme a lui.
Lo guardai e quasi lo facevo tornare indietro per fargli vivere la sua vita normale, ma ormai non avrebbe più rivisto casa sua e i suoi amici: una volta che un umano viene salvato da uno di noi, o muore da umano nel nostro mondo (in questo caso, rinchiuso in casa mia), oppure viene trasformato. Oh, cosa avevo fatto?
-Quelli che ti stavano seguendo erano angeli della morte.- sbuffai, non guardandolo.
-Angeli della morte?- chiese, scioccato.
-Già, e sono nostri antichi avversari.- continuai, sempre tenendo lo sguardo lontano dal suo. –Io sono un vampiro, o, meglio, un ibrido tra un vampiro e qualche altro essere.- ammisi, abbassando lo sguardo. Rimase senza parole.
-Come sarebbe a dire un vampiro?!- chiese, ancora più scioccato di prima. –Mi stai prendendo per il culo?
-Ma ti sembra che ti stia prendendo per il culo?!- urlai, voltandomi verso di lui. I miei occhi stavano cominciando a bruciare. No, non stavo per cominciare a piangere, erano i miei occhi che stavano cominciando a cambiare colore. In base al mio umore, le mie iridi si trasformavano cambiando il loro colore. Ero preoccupata, molto preoccupata. Avevo salvato un umano, e questo avrebbe fatto scoppiare una guerra tra angeli e vampiri. E sarebbe stato molto sanguinoso, troppo sanguinoso, come l'ultima volta, circa un secolo fa.
-Quindi perché mi hai salvato?- chiese, più calmo. –Per uccidermi?- rise, e io risi insieme a lui.
-No, cretino.- continuai, sorridendo. –Ma ho fatto una grandissima cazzata.- il mio sorriso svanì subito.
-Cioè? Non avresti dovuto salvarmi?
-In teoria no, non avrei dovuto, ma non volevo ti uccidessero.
-Perché?
-Non lo so, istinti. Non era di certo per togliere la preda a loro e guadagnarmela io.
-Oh...- esclamò, lasciando dominare il silenzio per qualche secondo. –E ora cosa ti è successo dietro la schiena?
-Mi stanno crescendo le ali. E se sono grigie, vuol dire che sono un ibrido tra vampiro e angelo della morte. Cosa molto, ma molto strana.
-Wow... insomma, sono ancora un po' incredulo.
-Anch'io all'inizio ero così, ma mi ci sono abituata subito.- sorrisi amaramente.
-Sono curioso di sapere, dato che il mito è che i vampiri sono praticamente immortali... quanti anni hai?
-Non solo i vampiri sono immortali.- risi. –E comunque, io ho 17 anni.
-Solo? Sei stata uccisa da 17 anni?- chiese. Era davvero curioso.
-Beh, no... se vuoi contare anche gli anni che sono passati dalla mia morte, in realtà ho 294 anni.- risi. Lui rimase a bocca aperta.
-Cioè...- scosse il capo, quasi cercando di risvegliarsi. –vuoi dirmi che hai quasi tre secoli?
-Esatto.- risi.
-Mitico.- disse, quasi sussurrando e sgranando gli occhi.
-Beh?- dissi. –E tu quanti anni hai?
-28.- rispose, ancora con la bocca aperta. –Ceh, mi sento uno spermatozoo in confronto a te!-rise, seguito da me.

Ad un certo punto, sentimmo la porta aprirsi. 

-Cazzo...- sussurrai tra mé e mé. –Nasconditi!- ordinai a lui.

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