Capitolo 9

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Guardai la sua espressione addolorata e mi sentii il mondo cadere addosso. Quegli occhi dai mille colori si erano tutt'ad un tratto spenti. Si poteva percepire col tatto la sua preoccupazione. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo.

Ma, tutt'ad un tratto, il suo sguardo si incupì.

Le sue pupille si dilatarono spaventosamente e le sue iridi si dipinsero di rosso.
Sentii, ad un certo punto, una sete insostenibile di sangue.

Ai suoi cambiamenti, seguirono i miei. Il nostro rifugio divenne tutto una fiamma, come i suoi occhi. Ormai anche i miei stavano bruciando e sentivo dentro di me una forza sovrannaturale.
Si avvicinò a me. Le sue mani mi percorsero l'addome, poi il petto, per poi arrivare al mio collo. Afferrò saldamente le mie mascelle come era solita fare e sfiorò pericolosamente le mie labbra.

Mi avventai su di lei, sulla sua bocca morbida e calda, stringendola con tutta la forza che avevo. La cosa stava andando velocemente, troppo velocemente. Quell'unione mi trasmise tutti i suoi sentimenti e le sue voglie, la sua sete di sangue. Nel mio stomaco, le emozioni si stavano mischiando così tanto da farmi mancare il respiro.
Sentii le sue labbra infuocarsi, la sua pelle bruciare, e così anche la mia. Eravamo così tanto in simbiosi in quel momento alquanto tragico ma potenzialmente estasiante. Le sue mani si spostarono sulle mie spalle, sulle quali le sue dita cominciarono a fare molta pressione. Era un'aggressività nella quale si celavano i nostri desideri, nascoste per molto, se non troppo tempo.
Allontanò le sue labbra dalle mie, rimanendomi vicina e guardandomi negli occhi con ancora quello sguardo cupo e agghiacciante. Ormai, la zona intorno ai suoi occhi era completamente nera, ma la vedevo ancora più bella di prima.

La nostra sete di sangue era diventata così insostenibile da diventare addolorante.
Ancora col suo corpo attaccato al mio, ci teletrasportammo proprio davanti alla Corte. Non ci rivolgevamo parola, erano i nostri sguardi a parlare. Cominciò a camminare verso le grandi porte d'ingresso alla Sala del Consiglio, ed io le stavo accanto.
Avevo una brutta sensazione, ma ciò non mi fece fermare davanti alle porte. Daenerys le spalancò senza nemmeno toccarle, con una forza immonde, facendo innalzare un vento pauroso.

-Oh, Daenerys!- esclamò un uomo accerchiato da quelli che sembravano angeli della morte. –Qual buon vento ti porta qui?- esclamò, in modo urticante.
-FIGLIO DI PUTTANA!- urlò, correndo veloce come la luce verso di lui, con una voce spaventosa. Io continuavo a fissarlo con la voglia immonde di ucciderlo, così come volevo uccidere tutti gli altri.
Un angelo si intermise improvvisamente tra lei e quella creatura spregevole, colpendola con forza e facendola rimbalzare all'indietro. Volai più veloce che potevo per afferrarla e la poggiai delicatamente a terra, mentre si manteneva sulle mie spalle, dolorante.

-Come sei aggressiva oggi.- si lamentò. Lei lo guardava in malo modo. –Proprio come quella sera, ricordi?
-Sai,- continuò. –solo dopo quasi tre secoli mi sono accorto che sei ancora viva. Pensavo fossi completamente morta quella notte. Peccato, mi sbagliavo.
Stavo cominciando a confondermi le idee. Forse era proprio questo il fatto di cui non mi aveva mai parlato.
-Ridammi il bambino, pezzo di stronzo.- minacciò, con una voce flebile ma tagliente, allontanandosi da me e cominciando a camminare verso di lui, di nuovo.
-Uhm... non credo sia possibile.- si fermò di scatto.

Con un sorrisino, ordinò ai suoi angeli della morte di far entrare il piccolo. Subito dopo, con un colpo deciso, lo sgozzarono. Lei si accasciò a terra, gridando e afferrandosi saldamente il tessuto della maglia proprio nella zona intorno al cuore.
Dandogli il colpo di grazia, infilzandolo nel preciso centro del petto con una spada affilata, lei perse i sensi. La raggiunsi subito, anch'io molto dolorante, e cercai di farla riprendere.

-Ma quanto siete carini, voi due.- esclamò, ridendo.
Alzai lo sguardo verso di lui, con gli occhi che mi bruciavano come se stessero prendendo fuoco, e, con tutta la forza che avevo, cercai di attaccarlo ma fu un tentativo vano. Presi di nuovo Daenerys tra le mie braccia.
-Portateli via.- disse, accomodandosi meglio sull'ormai suo trono.

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