Capitolo 7

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DAENERYS' POV

-Stiamo partendo, Genève.- mi avvicinai a lei, abbracciandola.
-Stai attenta, piccola mia.- mi strinse a sé, quasi piangendo.
-Non piangerai mica?- dissi, sorridendo e tornando a guardarla negli occhi. –Guarda che tornerò presto, sana e salva.- rise con me e si asciugò una lacrima.
-Sei cresciuta così bene ... son davvero fiera di te, Daenerys Grace Windsor.- mi disse, tenendomi le mani strette tra le sue.
-E io sono fiera di essere diventata quello che sono grazie a te, Genève Evelyn Hinchinghooke.- le sorrisi.

Successivamente, dopo che anche Michael la salutò, aprimmo le nostre ali e ci mettemmo in viaggio, alla ricerca dell'incantesimo più raro di tutti.

-Ma cosa stiamo cercando adesso?- mi chiese, giustamente inconsapevole.
-Stiamo raggiungendo il Consiglio Supremo degli angeli, sperando che ci riconoscano. Loro sapranno darci qualche dritta.- risposi.
-In che senso "sperando che ci riconoscano"?
-Nel senso che se non sarà così ci uccideranno.- dissi, con il mio sorriso da falsa.
-UCCIDERANNO?!- quasi non cadeva. –Aspetta... ma come faranno se siamo immortali?
-Sei troppo smemorato...- risi. –Ricordati bene.
-Uhm....- pensò. –Oh, si, giusto, il paletto.
-Bravo, Michael, bravo. – lo spinsi leggermente, per allentare la tensione. Lui non era molto abituato a convivere con questa realtà, io invece si, eccome se lo ero. Ogni giorno, in ogni luogo, dovevo tenere gli occhi non aperti, sgranati, per evitare che qualcuno mi uccidesse, anche un vampiro. Eh si, molti vampiri non sapevano che io fossi un ibrido dato che fiutavano solo l'odore di angelo. Uno dei motivi per i quali non volevo trasformare Michael era proprio questo: anche lui era in costante pericolo di vita.

Si fece pomeriggio tardo, verso il tramonto, e sarebbe stato troppo pericoloso continuare per la nostra strada. Avremmo dovuto rifugiarci e riposare per ritornare in viaggio il mattino successivo.
-Michael,- lo chiamai. –scendiamo. Dobbiamo prepararci un rifugio.
Gli afferrai la mano e, piano piano, cominciammo ad abbassarci di quota. Atterrammo su un albero, sarebbe stato il nostro miglior rifugio. Ci mettemmo proprio al centro e, con molta attenzione, concentrai l'energia dell'albero proprio su di noi e modificai la sua struttura in modo che i numerosi rami potessero nasconderci e proteggerci, creando un involucro. Si venne a creare uno spettacolo di luci incredibile, era tutta l'energia che veniva trasmessa tra me e l'albero e viceversa. Michael ne rimase affascinato. Alla fine della procedura creai una fiamma in grado di non danneggiare il legno dell'albero e illuminare abbastanza per rimanere tranquilli.

-Dove hai imparato tutto questo?- mi chiese, dopo esserci seduti vicini, davanti alla fiamma. Nascose le sue ali.
-Istinti, Michael.- gli risposi, sorridente. –Scommetto che adesso non li senti molto, vero?
-No, quasi per niente.- rise. –Sento solo che ho una fame tremenda.-
Risi e materializzai sulla mia mano una bottiglietta contenente sangue umano. Al sentirne l'odore, gli si dilatarono le pupille.
-Tieni, prendi.- non se lo fece dire due volte. La bevve tutta in qualche sorso.
-Sazio?- gli chiesi.
-Eccome!- esclamò, sorridendo e chiudendo la bottiglietta. La smaterializzai in qualche attimo.
-Aspetta, ora che ci penso... da dove l'hai presa la bottiglia?- mi chiese, sorpreso.
-Da qui.- gli risposi, puntandomi la tempia. –Prima di partire ho memorizzato ogni cosa necessaria alla nostra sopravvivenza e, perché no, anche qualcosina in più.- sorrisi.
-Andare ad Hogwarts no, eh?- rise, seguito da me.
-Dormi, domani sarà una giornataccia.- gli dissi.
-E tu?- mi chiese.
-Vedrò se riuscirò ad addormentarmi anch'io, anche se sarà un po' difficile.- gli dissi, mentre cominciavo a preparare un giaciglio. –L'importante è che ti riposi tu, non io.
-Perché?
-Tu sei ancora mezzo umano, non hai ancora completamente eliminato le abitudini e le necessità dalla tua esistenza.- risposi, ultimando il giaciglio: foglie e liane, tutto lo stretto necessario. Resi, inoltre, il luogo dove ci trovavamo completamente invulnerabile ad attacchi esterni e feci in modo che il nostro odore non si sentisse al di fuori del rifugio.
-Hai ragione...- rispose. –mi sento stupido però.
-Ma dai,- risi. –non puoi aspettarti chissà cosa dopo nemmeno un anno dalla trasformazione.- rise con me. Non so come, ma si percepiva una traccia di imbarazzo tra di noi.
-Vieni, dai.- gli feci cenno di stendersi accanto a me. Non aspettò un istante per fare ciò che gli avevo detto, si stese subito vicino a me. Eravamo faccia a faccia. Stavo morendo –si fa per dire-.

Hybrid 《Sospesa》(In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora