Capitolo 5 - Spiegazioni

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Dopo la fuga

E così, Kuna e il ragazzo che l'aveva salvata si ritrovarono a correre nella giungla, nel mezzo della notte.

Dopo essersi allontanati abbastanza da Azuma, Kuna guardò il giovane mentre correva tra gli alberi, e quando il suo sguardo fu ricambiato, cominciò a porgergli una serie di domande per fare semplicemente ordine in testa, dato che, con tutto quel macello di roba che era successa pochi minuti prima, Kuna stava per diventare matta.

- Come ti chiami? - accennò con un filo di voce, per rompere il ghiaccio.

- Ah, già, scusami. Io mi chiamo Yumi, e sono l'arciere di Minami.

- E perché mi hai liberato?

- È una storia lunga...

- Abbiamo tempo.

E così, mentre correvano, Yumi le raccontò il motivo della sua azione:

Yumi nacque a Minami, solo qualche anno prima di Kuna, ma appena dopo la sua nascita, sua madre morì di parto. Rimasto solo con il padre Shin, il mago/chimico di Minami, da giovane si arruolò come arciere e divenne molto forte, quasi il più bravo fra i suoi compagni. Dato che gli arcieri di Azuma sono i migliori, Yumi volle andare in questa città per migliorare la sua abilità; ma dopo qualche giorno Anji, il perfido re, preparò per la guerra i migliori soldati, tra cui lo stesso Yumi. Lui non era d'accordo, eppure fu costretto a fare parte degli arcieri. Durante la guerra, il ragazzo rimase sempre sulla difensiva, senza avanzare molto, e senza uccidere nessuno. Vide però lo scontro tra Kuna e l'arciere, e mai si dimenticò del suo sguardo, impaurito dall'ingiustizia della guerra. Alla fine, quando la città era già stata distrutta, Yumi si addentrò nella giungla per qualche giorno, ma non trovò Kuna. Così, ritornò a Minami, da suo padre. Trascorse da lui quasi un anno, fino a quando non vide un meteorite cadere vicino alla sua città.

- Quindi anche a Minami ne è caduto uno! - disse Kuna interrompendo il suo discorso.

- Perché?

- Perché mentre ero nella giungla ne ho trovato un altro a Kita, ed è per questo che ho le unghie di metallo.

- Wow, saranno fortissime!

- Sì, però vai avanti con la tua storia, per favore.

Yumi riprese il discorso, e disse che dopo quell'evento suo padre gli aveva detto di andare ad Azuma, se voleva rincontrare Kuna (era anche un po' veggente), e che avrebbe poi dovuto riportarla a Minami. Yumi, dopo essersi travestito da mercante e aver nascosto l'arco e le frecce in una stoffa, arrivò alla città dell'est. Qui vide quasi subito Kuna e il suo disastro, e la notte la liberò. Yumi ora stava conducendo Kuna a Minami, città del sud, unico posto sicuro per lei.

- Ecco perché mi hai liberato. Grazie. - disse la ragazza a Yumi, e lui non rispose nemmeno.

I due decisero di fermarsi, ormai molto lontani da Azuma. Accesero un fuoco e si stesero fra i rami degli alberi proprio come se fossero delle amache, senza preoccupazioni, tanto nessuno avrebbe potuto avvistarli (il fumo si confondeva con la nebbia notturna e le nuvole del cielo).

Il giorno dopo sarebbero arrivati a Minami, con molta calma, e sarebbero rientrati a casa di Yumi, dove gli avrebbe aspettati Shin.

Kuna, quella notte, finalmente dopo tanto tempo, sognò. Anzi, diciamo che ebbe un incubo; sognò la sua città mentre veniva distrutta non dai soldati, ma dalle lingue metalliche che intrappolarono Sanu. Queste entravano nelle case e rompevano tetti e muri, catturavano i cittadini e li immobilizzavano, e riducevano la città in macerie. Kuna si sentiva impotente di fronte a quella scena, e venne assalita da un'improvvisa tristezza. Quando si svegliò, Kuna sentì che le sue mani non si muovevano, e aprendo gli occhi non poté credere a ciò che vide.

Le sue unghie si erano allungate in modo anomalo, fino a conficcarsi nel legno degli alberi, ed alcune erano arrivate fino a terra, sprofondando nel terreno. Yumi era stato sfiorato da un artiglio e non si era ancora svegliato.

- Yumi! - gridò Kuna.

L'arciere si svegliò di soprassalto, e, vedendo una striscia di metallo davanti ai propri occhi, si spaventò un pochino.

- Cosa diavolo è successo qui! Oh mio dio!

- Non lo so, mi sono svegliata così! Ora cosa faccio?!

- Boh, basta che stacchi queste unghie! Come hai fatto ad allungarle?!

- Stavo sognando... non lo so!

- Se le hai allungate, potrai anche accorciarle, giusto? Prova a concentrarti su quella davanti alla mia faccia!

- Va bene, ci proverò.

Kuna guardò l'estremità dell'unghia, conficcata nel tronco di un albero lontano, e immaginò di muoverla. All'inizio non successe niente, ma poi l'unghia si staccò dall'albero e incominciò a volteggiare in aria. Kuna allora cercò di farla indietreggiare, e questa, pian piano, andò da lei, ritornando una normale unghia.

- Impressionante... - disse Yumi, ipnotizzato dalla magia che lo stava circondando.

Con un po' di tempo, Kuna liberò tutte le sue unghie, e così poterono procedere il viaggio, alimentati da nuovo stupore.

Che bel risveglio!

Kuna e il metallo misteriosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora