Giorno 7

232 8 0
                                    

La domenica arrivò con la confusione di Aurora nel trovarsi stretta ad Andrea, che dormiva con la testa poggiata sul poggiatesta del divano e la bocca leggermente schiusa, e con la testa di Mirko poggiata sulla sua spalla. Fece per districarsi da quell'intreccio tra lei e i suoi amici, ma nel farlo li svegliò entrambi. <Sei proprio delicata> borbottò Andrea sbadigliando. <Quoto> controbattè Mirko, alzandosi e stiracchiandosi. <Colazione?> propose Aurora, ignorando il modo brusco in cui aveva svegliato gli amici. L'orologio sulla parete segnava le undici. Fece partire la macchinetta del caffè mentre Andrea e Mirko si sedevano intorno al tavolo. <Ecco i caffè e lo zucchero> disse. <Torno subito> aggiunse, sparendo verso la camera di Mario. Aprì piano la porta e lo vide addormentato e sereno avvolto dalle coperte del letto. Abbracciava il cuscino. Sorrise intenerita, per poi richiudere la porta e recarsi dai suoi amici che, mentre facevano battute, urlavano e ridevano. <Vi sembra modo? Poi sarei io la sgraziata> disse ironica. Andrea e Mirko le sollevarono le dita medie, poi finirono di fare colazione e pulirono la casa. Aurora si sentiva stranamente bene e sperava che quella sensazione durasse per un po'. Mario si svegliò alle 14 e con lui pranzarono facendosi raccontare gli eventi più divertenti della giornata al lavoro. Alle 16, quando ormai stavano sul divano a guardare le repliche di qualche telenovelas spagnola, Aurora ricevette una chiamata da un numero sconosciuto. <Pronto?> chiese. <Parlo con Aurora Vante?> chiese la voce maschile dall'altro capo del telefono. <Sono io> rispose lei. Seguì un momento di silenzio, poi l'uomo
riprese a parlare: <Volevamo informarla della morte di suo padre. Condoglianze> disse poi. Il mondo smise di girare, il sangue di circolarle nel corpo. <In- in che senso> ebbe la forza di rispondere. Mario la guardava confuso, mentre Mirko e Andrea erano preoccupati. <Nel senso che stamattina ha avuto un malore e siamo andati a casa sua per soccorrerlo, ma quando siamo arrivati era deceduto. Era solo in casa, abbiamo sfondato la porta per entrare> rispose l'uomo dall'altro lato del telefono. <Oh> ebbe la forza di mormorare. <E quando- quando sarà il funerale?> chiese, spostando lo sguardo per terra in modo tale da non incontrare quello dei suoi amici. <Domani pomeriggio alle 17 a Crema. Voleva essere sepolto là accanto alla sua famiglia> rispose ancora l'uomo dietro il telefono. <Va bene. Come- come avete trovato il mio numero?> domandò. <Suo padre l'aveva segnato come contatto di emergenza. Domani dopo il funerale dovrà parlare con me, che sono il suo avvocato, per la questione dell'eredità. Arrivederci, ancora condoglianze> enunciò l'uomo, ponendo fine alla chiamata. Aurora poggiò il telefono sul bracciolo del divano, mentre spostava nuovamente lo sguardo sui tre ragazzi accanto a lei. Il primo a parlare fu Andrea e Aurora gliene fu grata perché se avesse parlato per primo Mario sarebbe subito esplosa. <Funerale?> chiese il suo amico. La ragazza annuì. <È morto- è morto mio padre> mormorò. <Cazzo mi dispiace> rispose Mirko abbracciandola. <Non fa niente, non l'ho neanche mai conosciuto, ho rifiutato di riallacciare i rapporti con lui> disse lei. <Ma la cosa che mi fa male è il fatto che lui mi avesse come contatto di emergenza e che mi abbia lasciato qualcosa nel testamento> continuò, sentendo gli occhi che si velavano di lacrime. <Dove sarà?> chiese ancora Andrea. <A Crema alle 17. Penso che faranno tutto in cimitero, anche la messa> rispose. Poi si alzò. Mario non pronunciò parola o verbo mentre la guardava alzarsi e andarsene in cucina dove si versò un bicchiere d'acqua. <Io esco> poi disse. <Vengo con te> propose. Aurora non rispose, dirigendosi nella sua stanza e iniziando a frugare nel cassetto del comodino. <Dov'è?> disse, sentendo l'agitazione che montava. <Dov'è? Dove l'ho messa?> continuò, più angosciata. Razionalmente sapeva che si sentiva così per la morte di suo padre, l'uomo che aveva respinto e che non aveva mai voluto conoscere perché ancora troppo arrabbiata per la sua vicenda da bambina, ma decise di trovare un capro espiatorio perché aveva bisogno di sfogarsi contro qualcosa. Non riusciva neanche a parlare, non riusciva ad esprimere quel dolore che le bloccava il petto e che si incastrava in gola, aveva difficoltà anche a trovare l'aria. Suo padre non c'era più e se n'era andato pensando di non essere mai stato amato dalla sua unica figlia. Arrabbiata, continuò a frugare in tutti i cassetti della sua stanza mentre continuava ad urlare <Dov'è? Dove li ho messi?>. Mario fu il primo a cercare di bloccarla e farla calmare, ma appena ricevette un <No> da parte di Aurora, si allontanò subito, sedendosi sul letto. Mario voleva piangere per lei, voleva prendere quel dolore che stava sentendo e portarselo nel suo, di cuore, che tanto ormai lui era forte. <Cosa cerchi?> le chiese. Ma non trovò risposta. Aurora sembrò arrabbiarsi di più, poi si girò verso di lui con il dito puntato contro: <Tu! Sei stato tu! Hai preso tutto tu!> urlò. Mario la guardò, perplesso e ferito. <Cosa? Che dici? Non so neanche di cosa tu stia parlando! Non mi permetterei mai di prenderti qualcosa dai cassetti della tua stanza Rori> le disse. Lei continuò ad urlare: <Sei un bugiardo, hai preso tutto tu! Mi hai levato l'unica cosa che mi fa stare bene, l'unica!> lo accusò. Mario a quel punto scoppiò a piangere. <Ma che dici> provò a dire, mentre i singhiozzi lo scuotevano. <Non- non voglio farti soffrire, non ho preso nulla te lo giuro. Sono qui per te, sto soffrendo per te perché hai perso tuo padre. Dammi un po' del tuo dolore per favore> le disse. <Non sei sola, non chiuderti in te stessa> continuò, asciugandosi le lacrime con le mani. Aurora si bloccò in mezzo alla stanza, lo guardò con uno sguardo vuoto, poi pianse anche lei, accucciandosi su se stessa per terra. Mario non tentò di sollevarla, non tentò di suggerirle di spostarsi a letto, ma si coricò accanto a lei. Pensò che stavolta poteva restare, ma che poi il borsone doveva terminarlo.

Parole vuote (La solitudine)/Tedua (sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora