Capitolo 7

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La notte era trascorsa in modo strano, né James né Amanda avevano chiuso occhio, entrambi erano stati tenuti svegli dai morsi del desiderio di raggiungere l'altro, ma tutti e due avevano resistito ancorati al letto per il timore delle conseguenze che essere avventati avrebbe potuto portare. La mattina però era arrivata e non sarebbe più stato loro possibile evitarsi.

Fu Amanda la prima a raggiungere la cucina. Decise di preparare la colazione, ma non c'era un granché; dalla spesa per la torta, però, erano avanzati ingredienti sufficienti a preparare dei pancake. Felice, si mise subito al lavoro.

Uno sbadiglio annunciò l'arrivo di James.

«Ehi, sei già sveglia?» balbettò con voce assonnata. Lei sorrise, il piccolo broncio che disegnava la sua bocca lo faceva sembrare un bambino. Beh, un bambino piuttosto sexy con quei boxer che non lasciavano nulla all'immaginazione e la maglietta aderente indossata, ne era certa, solo per educazione nei suoi confronti.

«Sì, non avevo più sonno e ho pensato di occupare il tempo preparando la colazione.»

Lui si avvicinò, le posò un bacio sulla guancia e le soffiò un "grazie" nell'orecchio che le riverberò fino al bassoventre, poi si versò una tazza di caffè e si mise a sorseggiarla appoggiato al bancone con gli occhi fissi sulle mani di lei che mischiavano l'impasto.

«Mi sento osservata» gli disse, ma lui non rispose; la tirò a sé e le infilò la lingua in bocca con urgenza, non poteva più aspettare, la tortura di averla a un passo di distanza senza poterla toccare, doveva finire. Per fortuna Amanda l'accolse e si aggrappò alle sue spalle, allora lui la sollevò dalle natiche e la fece sedere sul bancone della cucina incastrandosi tra le sue gambe. Lei cercò un maggior contatto tra i loro bacini incrociando i piedi dietro la sua schiena e i pancake furono dimenticati. Si baciavano con gusto, con furia, con la voglia di esplorarsi e di scoprirsi. Si staccarono col respiro affannato e lui appoggiò la fronte su quella di lei.

«Non ci riesco, non resisto più. Io ti voglio, Amanda.» Le iridi della donna guizzarono in quelle di lui. Erano intrise di desiderio e di un qualcosa a cui James temeva di dare un nome, ma gli appariva chiaro che lei si trovasse nella sua stessa condizione.

«Vorrei dirti di sì, non sai quanto, ma ho paura. Non ho idea di quello che accadrebbe dopo, e questo mi terrorizza. Non posso permettermi di soffrire ancora.»

Lui calmò per quanto poteva la sua eccitazione e le accarezzò dolcemente i capelli con entrambe le mani.

«Amanda, io non sono un ipocrita e se ti facessi una promessa di amore eterno, ti mentirei. Sono un bastardo, uno che scopa le donne e le molla prima ancora che si sveglino, ma devi credermi se ti dico che per te provo qualcosa di nuovo e vero. Sono pazzo dei tuoi occhi, delle tue mani, della tua voce, di ciò che dici, di ogni cosa che fai... tu mi piaci sul serio e per la prima volta nella mia vita sono pronto a impegnarmi in una relazione, se anche tu lo vuoi.»

«James...» Le passò un dito sulle labbra.

«Non rispondermi subito, pensaci. Capisco che ti sto chiedendo tanto e aspetterò che tu sia pronta.»

Amanda non disse più niente, solo si lasciò cullare dalla dolcezza con cui la guardava. Poi, prese il suo viso tra le mani e fece unire le loro bocche. Fu un bacio tenero, morbido nel quale le loro lingue si accarezzarono con gentilezza, molto diverso da quelli affamati che si erano scambiati poco prima.

«Ci penserò, dammi solo un po' di tempo» gli sbuffò sulle labbra.

«Tutto il tempo che vuoi» sussurrò lui, per poi baciarla ancora e rimetterle in funzione i circuiti del cuore, spenti da troppo tempo.

Security Brothers: JamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora