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«Henry Fox! Se non sei pronto nei prossimi cinque minuti, giuro che ti trascino fuori a forza.» Urla Pez, seduto a gambe incrociate sul tappeto ai piedi del letto.

Henry è in bagno da almeno mezz'ora nel tentativo di sistemare i suoi corti capelli biondi e non ha ancora scelto cosa indossare.

Al campus c'è la tradizionale festa di benvenuto prima dell'inizio delle lezioni e Pez ha deciso di trascinarlo in mezzo al caos, scegliendo di ignorare volutamente le sue proteste.

Preferirebbe restare a leggere la nuova raccolta di poesie che ha trovato in biblioteca e magari rilassarsi con una tazza di earl grey, ma il suo migliore amico sa essere assillante.

Così lui si ritrova a fissare il suo riflesso nello specchio del bagno, maledicendosi in tutte le lingue che conosce.

Un sospiro frustrato lascia le sue labbra carnose all'ennesimo tentativo di rendere i suoi capelli più sbarazzini ed Henry posa poco delicatamente il gel sul ripiano del lavandino.

«Uhm, fanculo.»
Borbotta a mezza voce, rinunciandoci del tutto e avviandosi verso il letto ricoperto di vestiti.

Pez lo fissa con espressione indecifrabile per alcuni secondi, poi Henry lo vede scuotere la testa con un sorrisetto divertito.

«Non dire una sola parola.»
Sibila incenerendo con uno sguardo il suo guardaroba.

«Hey! Ambasciator non porta pena.» Risponde Pez alzando le mani in segno di resa.

Henry lo vede allungarsi per rovistare tra l'esplosione che sono i suoi vestiti per poi tirarne fuori un jeans scuro, che generalmente gli fascia il sedere alla perfezione, e una camicia nera.

«Lasciala fuori dai jeans e, per carità di Dio, Hen sbottona i primi tre bottoni.» Conclude il suo migliore amico con tono di chi la sa lunga.

Henry si veste velocemente, seguendo per una volta i consigli di moda, poi osserva Pez con espressione insofferente.

«Questi sono il problema.»
Blatera, indicando i propri capelli.

L'altro allora si rimette in piedi, passando poi le dita tra le ciocche bionde sulla sua testa e scuotendole un pó.

«Look spettinato ma sexy, ecco qua. Non c'è di che, ringraziami quando avrai la lingua di qualcuno ficcata in gola.» Ridacchia Pez, sollevando le sopracciglia in modo ammiccante.

«Cretino!» Esclama Henry, dandogli uno scappellotto dietro la nuca. Nella sua voce c'è però traccia di ilarità, perciò Pez non se la prende e al contrario passa un braccio attorno alle sue spalle.

«Andiamo a divertirci!»
Urla con entusiasmo, guidando entrambi fuori dalla porta.

Henry alza gli occhi al cielo in tutta risposta, abbozzando un sorrisetto diverito per la teatralità del suo amico.

In che guaio mi sono cacciato? Pensa, richiudendo l'uscio alle sue spalle.

La festa del campus è un tripudio di musica sparata a tutto volume, stand di cibo spazzatura e soprattutto litri di birra che scorrono a fiumi.

Pez recupera al volo due bicchieri di plastica rossi pieni di liquido color paglia e gliene passa uno.

Henry ne fissa il bordo con il naso arricciato poiché è più il tipo da alcolici sofisticati come lo scotch, ma accetta comunque la birra.

Ne beve alcuni sorsi, lasciando che il gusto leggermente amarognolo solletichi le sue papille gustative, poi si guarda attorno.

Gruppi di ragazzi e ragazze parlano tra loro, alcuni stanno già ballando al centro di una pista da ballo improvvisata.

Sincerely, yours Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora