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Piccoli candidi fiocchi di neve ghiacciata volteggiano nell'aria invernale, trasportati dal vento. Gli occhi di Henry ne seguono la traiettoria di alcuni, osservando come si posino al suolo trasformando tutto in un manto soffice. Un fiocco si posa sulla sua guancia arrossata prima di sciogliersi ed Henry sussulta appena per la sensazione di freddo sulla pelle.

«Henry!» Esclama Alex con tono cantilenante ed un leggero broncio sulle labbra piene. «Il nostro Jack Frost ha bisogno di te, aiutami!» Conclude, indicando con una mano guantata i due ammassi di neve ai suoi piedi.

Dovrebbero essere il corpo e la testa del loro pupazzo di neve, ma sembrano più dei cumuli deformi. Henry ridacchia divertito, nascosto dietro la pesante sciarpa di lana che indossa, e si inginocchia sul terreno accanto ad Alex.

«D'accordo, brontolo.» Gli risponde stavolta con un ghignetto ben visibile. «Credo che ci voglia un altro pó di neve esattamente... qui.» Aggiunge, prendendone una manciata e infilandola nello scollo del giubbotto del suo ragazzo.

Un urletto poco virile lascia le labbra di Alex che inizia a contorcersi per liberarsi da quella poltiglia gelata. Henry non riesce a trattenersi oltre e la sua risata fragorosa si espande nell'aria. Alla fine finisce per sedersi sul manto imbiancato al centro di Central Park con la pancia che fa male dal troppo ridere.

«Questa è guerra aperta, Fox.» Urla Alex, prima di lanciarsi su di lui. Entrambi rotolano tra la neve incuranti del freddo ed Henry si ritrova con tutti e due i polsi bloccati dalla presa salda di Alex che è a cavalcioni su di lui. Il suo petto si alza e si abbassa per recuperare fiato, tanti piccoli cristalli ghiacciati sono incastrati tra i suoi capelli biondi e le sue ciglia.

Alex lo sta guardando come se fosse un angelo caduto dal cielo. Quegli occhi ambrati lo stanno spogliando con lo sguardo ed Henry sente l'impulso di serrare le cosce attorno a quei fianchi e farsi montare da Alex in modo lento, sensuale, deciso.

«A- alex..»

Un basso mugolio voglioso lascia le sue rosee labbra carnose ed Henry quasi supplica, implora. Alex geme in tutta risposta, imprecando sonoramente.

«Mierda.» Mormora poi con tono basso e roco, schiarendosi la gola. «Dormitorio. Adesso.» Conclude in modo autoritario e quasi brusco, tirando su Henry e trascinandolo verso il campus universitario.

Le loro bocche si cercano fameliche non appena mettono piede nella stanza singola di Henry. La lingua di Alex si fa subito strada nella sua bocca, incontrando la sua in un lento e sensuale gioco. Alex lo sta divorando con bramosia, passione, desiderio. Henry geme quando i denti dell'altro si chiudono sulle sue labbra, mordicchiandole e rendendole più gonfie. Quelle dita lunghe non perdono tempo a togliergli giacca e maglione, sfilando abilmente entrambi gli indumenti.

Una scia di baci gli percorre il petto nudo ed Alex segue col proprio corpo la traiettoria della sua stessa bocca, inginocchiandosi ai piedi di Henry.

«Mi vuoi, huh?» Chiede con voce bassa, profonda, calda. I polpastrelli frattanto giocano con la zip dei jeans che Henry indossa. «Vuoi sentire le mie mani che ti toccano, ti accarezzano, ti portano al limite stuzzicando tutti i tuoi punti più sensibili.»

Henry ansima a quelle parole, posando la nuca contro la parete alle sue spalle e sochiudendo gli occhi. Le mani di Alex gli stringono i fianchi con forza, quasi a lasciare il segno, e quel pensiero contribuisce ad incendiarlo nel profondo. Vuole essere marchiato.

«La mia bocca percorrerebbe sensualmente tutto il tuo corpo, lasciando morsi ovunque. La mia lingua traccerebbe una scia umida sulla tua eccitazione, leccando via il tuo sapore. Oh, baby, ti distruggerei in modo così dolorosamente lento che alla fine mi imploreresti di scoparti.» Aggiunge Alex, lappandogli poi l'addome con la punta della lingua.

Sincerely, yours Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora