- Capitolo X - C'è chi è nato per vivere e chi no

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-Salve Mori-san -

Non alzo lo sguardo. Non voglio vederlo.
Non mi stupisco che sia ancora vivo, dopotutto era un medico. La cosa che mi da più fastidio è che sia anche bello in forma e in salute, e mi da sui nervi.

-La vedo in forma -

In questo momento sono sarcastico?
Si, e anche molto.

-Anche io ti vedo bene, sei cresciuto dall'ultima volta che ti ho visto -

La sta usando anche lui?
Si, è anche troppo.

Bastado. Ma se mi avessi visto appena qualche giorno fa?!

-Dazai-kun, come sta andando questa tua nuova vita? -

Non gli rispondo. Perché? Non lo so.
Come con Chuuya. Non volevo rispondergli. Anche ora non voglio farlo.
Povero Chu, si era davvero incazzato. Mi odia davvero tanto eh?
Già, come tutti.
Anche Mori mi odia, è per questo non gli rispondo.

Ma... ne ho il diritto per non farlo?

-Dazai-kun-

La sua voce mi rimbomba nella testa. Mi tendo dalla testa ai piedi, diventando come una statua di marmo. Una statua che si muove solo per eseguire gli ordini.

-bene- gli rispondo con un filo di voce, ma che lui riesce comunque a captare.

La sua voce può risultare dolce, gentile e delicata per qualcuno che non lo conosce, ma per me è delicata come la lama di un tagliatore di teste su un patibolo di esecuzione.
Non posso far altro che dargli ascolto.
Alzo lo sguardo. Sono teso ma la mia espressione non lo dimostra. Lo guardo senza guardarlo.

-Non voglio disturbare ulteriormente, ma ci tenevo a lasciarti un'altro piccolo ricordino al quale penso tu sia particolarmente legato - dice alzandosi e appoggiandomi il souvenir sul bancone.

-Ti sarà utile -

Le ore di lavoro passano veloci, tanto che deve venire Hirotsu per dirmi di chiudere.
Spengo le luci, abbasso la saracinesca e me ne vado.
Le mie gambe vanno, credo verso casa.
Io mentalmente sono ancora davanti alla vetrina del bar a rigirarmi tra le mani il "dono" da poco ricevuto.
Il regalo è il pezzo di vetro che quando avevo sette anni mi portavo sempre appresso. L'avevo raccolto in una delle mie tante, fallite, evasioni dall'ospedale. Quella volta avevo rotto il vetro della mia stanza.
Ahh, è per questo che poi mi hanno messo in una stanza completamente chiusa.
Si, si ora capisco.

Ora che ci penso Mori quella volta mi disse:

"C'è chi è stato creato per vivere e chi no"
Bhe, io faccio parte del secondo gruppo.

1

Non sono nato per vivere, non sono stato fatto per questo, non mi viene, non ho questa capacità e non ce l'ho mai avuta.

2

Io e la vita siamo due cose diverse, distinte e distanti, o forse troppo vicini e simili, talmente tanto che quando ci avviciniamo l'un l'altro ci scottiamo, ci scottiamo e ci bruciamo, e bruciandoci ci rimangono delle piaghe che sanguinano e ci allontanano e mi avvicinano a un'altra fase opposta e complementare alla vita.
La morte.

3

Tutti alla fine, prima o poi, muoiono e non si può scappare della madre morte.
Sono sempre stato attratto da lei, l'ho sempre vista come qualcosa di troppo prezioso e troppo familiare per averci a che fare tutti i giorni, ma io ci sono riuscito.

4

Ma ora vorrei rimanere con lei, farmi canticchiare la ninna nanna per farmi cadere in un sonno calmo, ristoratore e, soprattutto, eterno.

5

Non so se io sia attratto da lei perché in essa ci rivedo la madre che non ho avuto o qualcosa che mi permetterà di allontanarmi da padre vita.

6

Sono attratto da tutte le sfumature della morte. Disperazione, ansia, sensazione di un pericolo imminente. Mi attraggono come lei.

7

Forse perché per me quelle sensazioni sono ormai famigliari. È come se mi sentissi anche io parte della grande famiglia della disperazione.

8

Quando non sento quelle emozioni mi sento come perso, come se fosse tutto un'illusione, come se tutto fosse in attesa aspettando che la mamma e le altre sorelle e fratelli tornino a casa, tornino da me.

9

Quando ero piccolo mi piaceva tanto vedere le persone sorridere, ora le odio. Vorrei vedere la tristezza stampata sulle loro facce. Vorrei vederle soffrire, così come io ho sofferto, come minimo.

10.

Odio il genere umano.
Per tutte le possibilità che gli si possano dare non cambierà mai e continuerà per sempre a fare gli stessi, identici, errori.

Per questo ho ucciso mio padre.

Lui, che mi ha privato dell'unica persona che mi volesse genuinamente e incondizionatamente bene.

Mia madre.

Aspetta, ma com'erano quei numeri, quel conto alla rovescia al contrario?

Oh,
Il mio braccio,
È pieno di tagli.

Non chiedetemi cosa io ci faccia in bagno perché non ne ho idea. Non ho idea di come io abbia fatto, dal bar, a ritrovarmi qui, accasciato sul pavimento del bagno di casa e con i braccio pieno di tagli sanguinanti.

Forse ho solamente voluto rivivere ciò che facevo tutti giorni con questo pezzo di vetro. Ma...non so.

Oh,

C'è Chuuya.


Chuuya pov


-Guarda, unicorno magico, c'è un campo pieno di zuccheri filati!!

Questo pascolo di moto fatte di caramelle è bellissimo. Ci sono un casino di fontane di vino in questa città,  voglio abitare qui per sempre.

-Si, Chuuya qui puoi ingozzarti di tutti i
biscotti a forma di dinosauro

-MA CHE BELLO GRAZIE

Subito mi infilo in una ciambella salvagente e mi tuffo nella piscina al vino e mi metto a pescare i dino-biscotti.
Che bello.
Sembra un sogno.
Mi tuffo nella piscina e mi metto a bere tutto il vino che c'è, svuotando completamente la piscina e lasciando allo scoperto tutti i dino-biscotti.
Faccio un piccolo ruttino per tutto l'alcol bevuto.

Nella realtà mi ingono con la mia saliva.

-Urghjjjjbleah, ma che cazz? -
Mi alzo di scatto battendomi il petto cercando di rimettermi in sesto.
-Cazzo stavo dormendo così bene... -

...

Devo andare in bagno.
Ma non voglio alzarmi.
Si ma io devo andarci.
E io sto qui comunque.
Ma non riuscirai a riaddormentarti...

Cazzo.
Mi alzo, completamente contro voglia e mi dirigo verso il bagno.
Mi fermo sullo stipite della porta.
La scena che vedo è pietosa.

Era meglio se stavo a letto.





I can't live without you - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora