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Un pomeriggio sono andata da lui. Sono andata in motorino, a volte lo uso. Faccio un giretto ma lui non c'era. Allora ho scavalcato e ho fatto un giro nel suo giardino. Niente. Lui non c'era. É in momenti come questi che vuoi morire.

Io il 3 luglio 2012 me lo ero promessa. Ma stupida come sono non ce l'ho fatta. Dopo che Giulia è partita mi sono ripromessa di non affezionarmi più a nessuno, di non lasciar entrare nessuno nella mia vita come ha fatto lei. Non volevo che qualcuno diventasse importante per me. Me lo sono promessa per non soffrire. Quando la gente se ne va (e fidatevi che se ne va) fa male, se ci eri affezionato. Allora non mi sono più interessata a nessuno e ho fatto in modo che nessuno si interessasse di me; non che fosse difficile, a dire il vero.
Poi é arrivato lui e ha sconvolto tutti i miei piani. E ho fallito. Mi sono affezionata.
Non so come mai ho iniziato. Stavo pensando ed eccomi lì.

Mi sono messa a piangere.

Che ridicola. Così, senza un apparente motivo. Le lacrime mi solcavano il viso. Lentamente, piangevo. E non mi fermavo. Non mi fermavo più. Silenziosa, piangevo. Avevo un modo tutto mio di piangere. E non per dire, ma era elegantissimo. Avevo un bel modo di piangere. Degno di una Dea. Ed i miei occhi da tanto non piangevano, perché avevano trovato una sorta di conforto. Il conforto aveva tante lentiggini.

Non ero triste. O forse sì. Non mi ricordavo bene come erano le emozioni. Non le riconoscevo bene. E piangevo. Ancora.

Cazzo, non era così che volevo essere.

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