2.4
«Andiamo a prenderci un caffè di sopra. Non è il caso di parlarne qui.»
Patrizio sollevò gli occhi in alto, senza aggiungere altro. Al piano primo si trovava la Galleria dei Sarcofagi, una delle attrazioni principali del museo, famosa per l'impressionante collezione proveniente da diverse epoche; dai lignei a quelli in pietra, alcuni erano finemente decorati con iscrizioni e scene di Dei egizi, geroglifici e figure mitologiche.
Pur avendolo già visitato in passato, David non riuscì a nascondere la meraviglia per lo spettacolo a cui stava assistendo. Sì soffermò di fronte alla tomba integra e inviolata di Kha e della moglie Merit, il respiro si spezzò dall'emozione; ancora conteneva tutto il corredo funerario, compreso il papiro "Il libro dei morti".
«Ogni volta...»
«É come se fosse la prima, lo so!» Patrizio completò la frase con la solita schiettezza.
«Ho notato che il tragitto è stato organizzato così come lo avevamo progettato assieme.»
«È il percorso di visita più logico, anche se non segue la numerazione dei piani. Tutto sommato lo rende meno banale ed è tutto ben indicato, anche per i più distratti!»
David sorrise ben sapendo che la battuta era rivolta a lui. Il bar si trovava appena dopo le scale, ma l'aveva ignorato per percorrere di nuovo quei corridoi intrisi di mistero e millenaria storia. A ogni passo che muoveva gli sembrava di addentrarsi nella loro epoca, di assaporarne gli odori, percepire i suoni, vedere le sapienti mani degli artisti decorare le tombe dei regnanti. Visualizzava, come se fossero reali, le aggraziate traiettorie di pennelli e scalpelli con cui creavano le meraviglie che aveva il privilegio di osservare ancora una volta. Arte, misticismo, sangue; questo rappresentava per lui, l'Egitto.
«Sediamoci, prima di dimenticarci del perché siamo qui.»
Patrizio ordinò due caffè che gli furono serviti in un attimo nonostante il bar non fosse ancora operativo. I dipendenti del museo lo consideravano al pari del direttore e ne avevano piena stima, grazie alla sua competenza e ai modi gentili ma al contempo autoritari.
Lo stile moderno minimale del Cafè mal si addiceva ai gusti di David, i colori freddi del bianco o del grigio a cui un marrone "testa di moro" faceva da contrasto, lo indisponevano. Una stanza priva di magia, un corpo estraneo in confronto alle gallerie appena visitate. Si sistemò a disagio sulla sedia in plastica, per niente comoda, ma di design.
«Non lo apprezzi, vero?» L'italiano notò il disappunto dell'amico, sembrava divertito più che dispiaciuto. «Nemmeno io, ma ai giovani piace e dobbiamo seguire le mode, in alcune circostanze.»
«Non ne dubito. Così come non ho dubbi sul fatto che tu non mi abbia chiamato qui per avere un mio parere sul bar!»
«No.» Sospirò. «Scusami se ti sono apparso così turbato al telefono. All'inizio ho pensato esclusivamente al danno economico e d'immagine, poi quando mi sono reso conto che avevano rubato solo i reperti di Thutmose III, ti ho chiamato d'istinto. A mente fredda credo di essere stato precipitoso, mi sono allarmato per una stupida superstizione, di cui soltanto tuo padre era convinto.» Aveva parlato tutto d'un fiato dando l'impressione che si volesse giustificare. «Sai quanto gli volessi bene, ma...»
«Ma vorrei pensarla come te.» Lo interruppe David che continuò pensieroso. «Una stupida superstizione... ancora non hai risposto alla mia domanda di poco fa.» Lo fissò dritto negli occhi, non si sarebbe mosso da lì fino a che non avesse parlato.
«La maggior parte dei reperti di Tutankhamon sono conservati nei sotterranei del museo e non sono stati toccati. In realtà non hanno sfiorato nemmeno i pochi in esposizione.»

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I LIBRI DI FOYLES - IL RACCONTO
Mystery / ThrillerFatti misteriosi sembrano collegare tre città europee, gettando sconcerto nei cittadini. Quattro ragazzini rimarranno coinvolti tra gli esoterici intrecci di una Londra pericolosa, la cui storia è custodita negli arcaici tomi di antiche biblioteche...