CAP 2 - Parte III

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2.7

«Come?»

Inarcò le sopracciglia sorpreso, non doveva incontrare nessuno, a meno che non ci fosse lo zampino di Patrizio. Per quanto si mostrasse spavaldo, sentiva che stava per essere coinvolto in qualcosa che temeva di non riuscire a comprendere appieno. Si girò in cerca del cortile, poi si voltò di nuovo verso Alice, incuriosito.

«Mi ha lasciato detto che se si fosse presentato un bell'uomo di nome David, che avrebbe accettato un drink senza conoscerne il gusto, in tal caso lo dovevo mandare da lui.»

«E se non fossi interessato?»

«Mi ha anche confessato che lei... che sei un tipo curioso.»

Annuì con poca convinzione. "La curiosità mi ha sempre portato guai", pensò. «Dove devo...»

«La porta davanti a noi dà sul cortile interno.»

Un giardino curato, decorato da vasi e aiuole, faceva da cornice a un gazebo in ferro battuto che ospitava pochi tavolini in legno chiaro dallo stile moderno, corredati da sedie dello stesso materiale. Una sagoma indistinta occupava una di esse, all'apparenza assorto nei propri pensieri, ma si accorse subito della presenza di David.

«Siediti.»

La voce aveva un timbro basso, un po' roca, dal cappuccio alzato spuntavano alcuni ciuffi di capelli castano scuro.

«Chi sei?» David rimase in piedi, sulla difensiva.

«Mettiti comodo. Credo che il tuo amico Patrizio non ti abbia detto tutto.»

Ebbe una sensazione di freddo, rabbrividì. Gli occhi del tizio brillavano nella penombra. Non riusciva a scorgerlo bene in faccia nonostante la distanza ravvicinata. Decise di rimanere in silenzio, in attesa di avere una spiegazione.

«Come sta Richard?»

«Come...»

La domanda lo colse di sorpresa, il dolore si ripresentò sotto forma di stilettata al cuore. Il padre di sua moglie, ma soprattutto il punto di riferimento per Ted. Anche lui gli voleva bene.

«Richard è morto.» Fece fatica a pronunciare la frase più di quanto si aspettasse.

«La morte è una nuova nascita. Capitolo centocinquantuno del "Libro dei morti".» La citazione dell'antico testo funerario egizio, che doveva servire ai defunti come protezione per il loro viaggio verso l'aldilà, lo sbalordì. «Siediti, David. Non ti impegnare a scorgere il mio volto, non lo vedrai fino a che non sarò io a decidere di volerlo. Rilassati, dobbiamo parlare.»

2.8

«Desiderate qualcosa?»

Alice comparve alle spalle di David, che sussultò sulla sedia. Il suo tono gioviale lo iniziava a innervosire, per non parlare dello strambo dirimpettaio.

«Portaci due birre, grazie. Di quelle artigianali, che mi ricordano i bei tempi passati. Va bene per te, amico mio?»

«Non siamo amici. E mi andrebbe bene se questa pagliacciata finisse!»

L'uomo si protese in avanti, non riusciva comunque a scorgere i lineamenti della faccia.
«Esiste una leggenda che lega Torino agli Egizi, lo sai?»

I LIBRI DI FOYLES - IL RACCONTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora