Morgana V

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Il vestito stretto in vita ed i capelli adornati da qualsivoglia decorazione potesse venire in mente facevano sentire la giovane come una bambola abbandonata su una sedia mentre la padrona e’ andata a giocare con qualcosa di più dilettevole. Guardava in silenzio le altre dame discorrere delle cose piu’ futili e rimpinzarsi di dolci ben esposti sul tavolo ridendo in maniera vellutata. Non era di certo una brutta immagine, certo migliore della corte cupa di Faucher, ma non esitava a metterla a disagio. Una volta abbandonato Tristan in modo che potesse discorrere con il rappresentante, aveva subito iniziato a dubitare della riuscita dell’impresa: E se suo marito avesse detto troppo? Se qualcuno stesse origliando? Se Tristan stesso fosse dalla parte di Faucher, e la stesse traendo in inganno? All’ultima domanda posta si rese conto di essersi forse fatta trasportare dall’aria sottratta dal vestito e dall’ansia che puo’ portare una congiura.

<<Winifred, state bene? Siete pallida.>> Una delle giovani donne si sporse verso di lei, inclinando leggermente il capo.

<<Per Dio, sono minuti che fissate quel muro come se fosse vostro marito!>> Esclamo’ un’altra, sbilanciandosi dalla sedia.

La ragazza arrossi’ leggermente:<<Perdonatemi… mi sono un attimo smarrita.>> Forzo’ un sorriso:<< Ora vi ascolto.>>

<<Dicevamo, che il rosso dona più del blu.>>

<<Volevamo sapere la vostra!>>

Si prese un momento per pensare:<<Dunque… Penso che doni più il blu… Perlomeno io lo preferisco. Esalta il colorito pallido, suppongo… e ricorda la notte, mentre il rosso ricorda il sangue.>> Non credeva ci fosse davvero una risposta giusta alla domanda, ma il colore di Faucher era il rosso, perciò il suo il blu.

<<La vostra collana dice il contrario!>> Addito’ sbraitando la dama davanti a lei, aggiustandosi con fare nervoso l’anello al dito.

<<Siete solo gelosa! Vi piacerebbe averne una cosi’!>> Il contrattacco di un’altra comare non esito’ ad arrivare.

<<Che! Io, gelosa? Di quel pezzo di ferro e vetro colorato? Dio me ne scampi!>>

<<Sono rubini!>>

<<E chi ve lo dice?>>

<<Guardate come luccica! Il vostro e’ tutto opaco…!>>

<<Non vi azzardate a parlare dei miei gioielli! Da quant’e’ che vostro marito non ve ne compra uno?>>

<<E che c’entra ora mio marito?>>

La giovane nel mentre portò istintivamente la mano alla collana. Se avessero saputo che era stato un regalo del comandante… Forse non era stata una buona idea indossarla quel giorno.
Si sporse leggermente per vedere se Tristan fosse uscito dalla stanza, in preda ad un’altro impeto di ansia: respirava di nuovo con fatica e le veniva da vomitare solo guardando i dolci disposti sulla tavola. Perche’ era stata tranquilla per tutta l’organizzazione della faccenda, ed ora all’improvviso non riusciva a darsi pace? Era bizzarro il suo attuale nodo alla gola, o il fatto che non si fosse preoccupata fino a quel momento?

<<Winifred… siete sicura di essere solo distratta? Non vi vedo per niente in forma! Ah, dovreste provare quell’unguento…>>

Si appresto’ a mettersi una mano alla bocca, serrandola il più possibile. Si alzo’ di scatto proprio mentre Tristan usciva dalla stanza con il rappresentante scambiando con lui uno sguardo complice.

<<Winifred, andiamo - Le fece un cenno con il braccio, poi la guardo’ meglio-… W..Winifred? Tutto bene?>>

GLS [ già lo sai ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora