IV. L'Inizio di Tutto☁️

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Era tutto pronto per la nostra partenza.

Caricammo gli ultimi bagagli, saluto veloce ai nostri genitori e partimmo, o almeno ci provai, dato che la mia macchina, come tutte le mattine, doveva fare i capricci.

Si avvicinò mio padre che, per l'ennesima volta, mi consigliò di prendere la sua auto.

"No grazie papi, farò questo viaggio con la mia bambina, ne abbiamo passate tante e passeremo anche questa insieme, inoltre ho paura di guidare la tua nuova automobile, ti conosco molto bene e quando si tratta di auto sei molto geloso e preciso, immagina se la parcheggio male e la graffiano, o peggio, no grazie! Non voglio stare con l'ansia, quindi ti ripeto, rifiuto l'offerta e vado avanti"

"Va bene, però mi raccomando fate attenzione!"

"Si, state tranquilli, ci sentiamo appena arriviamo"

"Io non capisco perché non hai voluto prendere la macchina di papà, invece di andare con questo catorcio, potevamo fare un viaggio comodo, su una macchina nuova di zecca" affermò mio fratello sbuffando.

"Allora precisiamo una cosa, questo non è un catorcio, è solo un'auto un pò vecchia, mentre per il resto, sai benissimo com'è papà con le sue auto. Non sappiamo dove la dovremo parcheggiare a Monza, te hai una minima idea di quante persone ci saranno a quel Gran Premio?!"

"Va bene, tanto hai sempre ragione tu" mi risponde imbronciato Milo, girando lo sguardo verso il finestrino.

"Hai già pensato a quello che gli dirai"

"Intendi a Stephan?"

"Si certo!"

"Beh mi sono portato magliette e cappellino da fargli autografare, poi in realtà non avevo pensato a cosa chiedergli nello specifico, sono sicuro che sarò troppo emozionato e che non riuscirò nemmeno a pronunciare mezza parola, immagina poi fargli delle domande..." mi rispose mentre frugava nel suo zaino.

Scoppiai a ridere "ma dai! Sarà sicuramente la prima ed ultima volta che incontrerai il tuo mito e l'unica cosa che farai è stare muto davanti a lui? Guarda che hai tempo per preparati un discorso e ti aiuterò io, stai tranquillo"

"Non so, forse non ci ho pensato perché ancora non ho realizzato davvero quello che sta per succedere, cioè mi sembra così impossibile"

"Sicuramente non sono cose che accadono a tutti, però sono contenta che, nonostante tutto, tu riconosca il fatto di essere una persona molto fortunata"

"Sono fortunato ad avere te come sorella"

Ci misi qualche secondo a rispondere, con quella frase mi ero emozionata, non mi succedeva spesso di rimanere senza parole, solo una frase del genere, pronunciata da una delle persone più importanti della mia vita, poteva mettermi così in difficoltà.

Appena arrivati nel Bed and Breakfast che avevamo prenotato, mi arrivò una mail da parte di un un account che non conoscevo, guardando più accuratamente chi fosse il mittente, capii subito che fosse da parte di un dipendente della Ferrari.

La scuderia aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, era tutto compreso, non solo la gara e le prove, ma anche hotel, trasporto, praticamente un pacchetto All Inclusive.

"Non ci posso credere" esclamai fissando il telefono e mettendo la mano davanti alla bocca

"Che succede? Non mi dire che hanno annullato tutto?"

"No macchè, anzi... Riprendi tutti i bagagli che dobbiamo cambiare alloggio"

"Ma in che senso? Mi vuoi spiegare che succede?"

Misi la destinazione sul navigatore, di corsa uscii fuori per avere più campo e per dirigermi verso l'auto che avevo appeno parcheggiato, il tutto con mio fratello dietro che non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

"Non ci crederai, ma la Ferrari ci ha offerto vitto e alloggio presso un Hotel quattro stelle qui a Monza, completo di auto privata per i nostri spostamenti da e per l'autodromo!" praticamente senza accorgermene glielo stavo urlando, perché tutti i passanti si giravano a guardarmi come se fossi una matta.

Iniziammo a saltare in mezzo alla strada come due che avevano appena vinto al superenalotto, stavamo gridando così forte che alcune persone si affacciarono dalle finestre per vedere cosa stesse accadendo.

Risalimmo frettolosamente in macchina e con le mani che ancora mi tremavano per l'emozione guidai verso questo hotel, del quale non mi ricordavo nemmeno il nome.

Alla fine di un infinito viale alberato, notai alla nostra destra questa enorme villa bianca, immersa completamente nel verde, girammo a sinistra e proprio di fronte a noi, eccolo lì, l'albergo più bello nel quale io fossi mai stata, che con il calar del sole, come d'incanto, iniziava ad illuminarsi.

Un sontuoso, ma allo stesso tempo piccolo albergo, avvolto per tutto il suo contorno, di edera verde.

Dopo aver parcheggiato, scaricammo le nostre valigie, che furono prontamente prelevate da un uomo piuttosto anziano, vestito tutto di nero, che si presentò a noi come facchino dell'albergo.

Dopo averci chiesto nome e cognome, aggiunse che i nostri bagagli li avremmo ritrovati direttamente in camera.

L'ingresso si trovava dopo una porta in legno enorme, ci accolse un concierge, che ci invitò a dirigerci verso la reception, situata alla nostra sinistra.

Subito veniamo catapultati in un luogo fantastico, quasi da film, ambientato nel mondo dell'alta società londinese, durante il 1800.

Tutto molto elegante, con vasi e quadri appesi un po' ovunque, tappeti di altissimo pregio, come qualsiasi cosa d'altronde, orologi antichi, specchi con cornici d'orate, poltrone in velluto rosso, non c'era un angolo che non fosse curato e decorato nei minimi dettagli.

"Buonasera signori, benvenuti all'Hotel de La Ville di Monza, come posso esservi utile?" Ci chiese un uomo con i baffi bianchi.

Gli mostrai la mail e prontamente "Ho capito, prego se i signori vogliono seguirmi".

Sembrava che stessimo visitando un museo, situato all'interno di una villa d'epoca, l'angolo che mi colpì maggiormente fu una credenza in legno, ricoperta di libri antichi, sovrastati da tantissimi mappamondi disposti così vicini da sembrare uno sopra all'altro, con vicino un piccolo pianoforte nero, anch'esso sovrastato di tanti vasi neri e circondato da poltrone dello stesso identico colore.

Arrivati davanti alla camera i nostri bagagli già erano stati posizionati vicino all'entrata, come detto dal facchino precedentemente.

Quello visto fino a quel momento era stato solo un assaggio, a confronto della bellezza della nostra camera.

Il letto a baldacchino era incorniciato da due comodini bianchi con rifiniture dorate, che riprendevano il colore principale della stanza, difatti tende, rifiniture e il grande lampadario che illuminava l'intera stanza erano proprio di quel colore.

L'altro colore dominante era il bianco delle pareti e dell'intero bagno, che era ricoperto in marmo, con una vasca a vista, una doccia enorme e ben due lavabi.

La parte più bella della camera era il soffitto, completamente pitturato e con fregi che si estendevano per tutta la stanza, ricordava un pò lo stile rococò di Versailles.

"Non ci posso ancora credere, sembra di vivere un sogno!" Urlò mio fratello già sdraiato sul letto.

"Lo è davvero! Ancora non riesco a focalizzare tutto quello che sta accadendo..."

A completare la camera due porte finestra che davano su un terrazzo, che a sua volta affacciava sulla villa che antecedentemente, mi aveva colpito particolarmente.

Cercai su internet e scoprii essere la villa Reale di Monza che, con i suoi magnifici giardini, rappresenta una delle attrazioni principali della città.

Una doccia veloce e poi dritti a cena.

Proprio vicino all'hotel c'era un piccolo ristorante di cucina lombarda, non avevamo molta voglia di andare in giro, anche perché il giorno dopo ci aspettava una delle giornate più emozionanti delle nostre vite.

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