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«Non ci posso crede che è da due giorni che di Mei Mei e Utahime non si sa niente» disse Shoko al mio fianco.

«Suvvia muovetevi voi due! Non vedo l'ora di prendere per il culo Utahime» disse Gojo aumentando il passo.

«Sempre il solito idiota» commentò mio fratello di fianco all'albino. Già fratello... più grande di 1 minuto circa. Siamo fratelli gemelli, ma diversi allo stesso tempo.

Lui è un tipo solare, divertente, gentile, responsabile e ha sempre il sorriso stampato in faccia. Per non parlare del fatto che quando è con Satoru Gojo, mio fratello diventa un donnaiolo ma pur sempre Suguro Geto.

Io invece sono quasi l'opposto, preferisco la solitudine e la riservatezza, sorrido raramente e non mi fido di nessuno, non più. Apparte mio fratello, Shoko e quell'idiota di Gojo.

Sono pur sempre i miei compagni di classe, passiamo tutto il tempo insieme, dovevo abituarmi della loro compagnia infondo.

«Sempre silenziosa Piccola Geto?» domandò Gojo fermandosi e girandosi verso la mia direzione, con il solito sorrisetto irritante stampato in faccia.

Sapeva benissimo che odiavo quando mi chiamava Piccola Geto. Lo faceva per mandarmi fuori di testa, sapendo che perdo facilmente la pazienza, diventando parecchio irascibile.

«Zitto Sei Occhi» gli mandai un'occhiataccia superandolo.

«Ragazza cattiva...» commentò il ragazzo avvicinandosi per poi stringermi a se con un abbraccio.

A quel gesto mi irrigidì. Odiavo il contatto fisico... raramente volevo affetto da qualcuno. Lui non sapeva... Geto si.

Questi gesti di Gojo li detesto, ma so che senza queste piccole cazzate non sarebbe lui.

Mi girai verso il ragazzo e lo guardai male per l'ennesima volta quella mattina.

«E fammi un sorriso Rika» Rika... preferisco essere chiamata così e lui lo sa.

Non sorrisi, in risposta gli arrivo un'altra occhiata.

«Satoru» lo chiamò mio fratello con una voce strana dal solito. Ma sopratutto con uno sguardo serio e corrucciato.

«Mhh che c'è?» domandò l'albino non capendo il suo cambio d'umore.

«Il braccio.» disse Suguru.

«Tiglio» gli ordinò tornando più calmo.

«Calma fratello, alla piccoletta non da fastidio vero?» chiese guardandomi.

Stavo per parlare anzi, urlargli, sputarli, gridarli le peggio cose ma Geto mi precedette.

«Ho detto toglilo e muoviamoci, abbiamo una missione da portare a termine» disse e finalmente Gojo eseguí quel semplice gesto allontanandosi da me.

Ringraziai con lo sguardo mio fratello e proseguimmo verso il luogo dove le due stregone di Kyoto dovevano trovarsi.

Appena arrivammo, perlustrammo la zona e ad un certo punto l'edificio esplose. Mei Mei è atterrata bene, invece la povera Utahime è sotto le macerie.

«Che bel disastro...» sussurrai. Notando che Gojo ha scordato di calare il velo.

L'albino si avvicinò alla ragazza con la prestazione altezzosa.

«Sono venuto a salvarti. Utahime!» disse il ragazzo avvicinandosi alla ragazza.

«Stai piangendo?» continuò.

«Ahhh ti piacerebbe!! E porta rispetto!» Utahime in risposta gli mandò anche un'occhiataccia di puro odio. Come sono solita a fare pure io.

«E se piangessi io, mi consoleresti? Non mi dispiacerebbe lo sai» disse Mei Mei attirando l'attenzione di tutti.

Mamma mia Gojo al femminile. Egocentrici del cazzo.

«Tu non piangeresti mai Mei. Sei forte» rispose Gojo mandando una grossa frecciatina a Utahime che a sentire quelle parole esplose di odio.

«Heyyy Gojo! Stammi bene a sentire, io non ho bisogno del tuo aiut-» iniziò la ragazza a parlare ma dietro di lei spuntò una maledizione assai gigante. Così mio fratello ne fece uscire un'altra pronta ad ingoiarla, dicendo che lo avrebbe assimilato più tardi.

«Non bisogna prendersela con i più deboli Satoru» disse mio fratello dietro Utahime.

«Bhe solo un'idiota se la prenderebbe con qualcuno di più forte» come non detto. Lui è il suo ego smisurato. L'egocentrismo in persona.

«Sempai Utahime! Va tutto bene?» chiese Shoko ormai di fianco a me.

«Shokooooo e c'è anche Rikaaaa» disse correndo verso la nostra direzione, abbracciandoci forte.

«Eravamo in pensiero per voi. Non vi sentivamo da due giorni ormai» disse la mora alla mia destra.

«Vedete di non diventare come quei due mi raccomando» disse Utahime.

«Utahime ci stai strangolando» dissi a denti stretti.

Il contatto. No. Non così.

«Miss. Non voglio essere toccata. Fa i capricci? eh» commentò Gojo poco più lontano da me.

Utahime mi lasciò e continuò ad abbracciare Shoko. Io mi soffermai a guardare male Satoru. Allungai il mio braccio verso un gran pezzo di ferro vicino a mio fratello, grazie al mio potere lo alzai, mi allontanai e feci scagliare l'ammasso di ferro addosso al Sei Occhi. Inutile dire che usò l'infinito. Lui e la sua tecnica del cazzo.

«Ancora non hai imparato Piccola Geto? Non puoi farmi niente!» disse sorridendo.

«Ahhh giuro che ti ammazzo! Con le mie mani» dissi avvicinandomi pericolosamente al ragazzo pronta a scagliarli altre macerie addosso.

Lui si avvicinò con cautela. «Non puoi uccidermi, lo sai» disse e io mi fermai sorridendo.

Non sapeva della mia seconda tecnica. Nessuno lo sapeva, non l'avrei usata. Non avrei commesso lo steso errore di una volta... però si, sarebbe morto.

Mi tranquillizzai e ripresi la mia solita espressione da tipica ragazza seria e riservata da testa a piedi.

Satoru si avvicinò, si abbassò al mio orecchio e sussurrò cose che non mi sarei aspettata di sentire in quel momento.

«Sai... dovresti scopare di più. Ti tranquillizzerebbe e magari diventeresti più simpatica» disse sussurrando per poi superarmi.

Mi girai e gli risposi con una semplice frase sapendo del gran errore fatto oggi. Sicuro non era comparabile all'uscita di Satoru ma poco importa per il momento.

«E tu dovresti scopare di meno» dissi calma.

«Che c'è ti da fastidio?» domandò il ragazzo.

«Per carità non mi interessa chi ti porti a letto però sei troppo tranquillo, sereno e soprattutto cieco. Noti qualcosa?» chissà se ha notato di non aver calato il velo come aveva detto che avrebbe fatto appena scesi sul campo.

Si guardò attorno ma non disse nulla.

«Come glielo spieghi ad Yaga che non hai calato il velo?» domandai e lui sgranò gli occhi.

«Cazzo...» sussurrò.

«Te ne sei accorta anche tu Geto» disse Mei Mei.

«Bhe almeno c'è qualcuno sano a Tokyo» concluse Mei.

🖤🍷☕️

«A quanto pare uno di voi ha detto che si sarebbe occupato del velo... e perciò ha lasciato indietro l'assistente supervisore per poi dimenticarsene completamente. Chi è stato?» chiese Yaga. E tutti noi indicammo Sei Occhi.

«Andiamo prof! Perché non la smettiamo con questa caccia alle streghe?» cercò di sdrammatizzare il colpevole.

«Sei stato tu eh» disse Yaga per poi dare un bel pugno sulla testa dell'albino. Almeno con lui l'infinito non lo usa.

Daddy's home, home for me. (Gojo Satoru X Reader) JJKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora