Capitolo 4

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Mi porto alle labbra una carotina, per poi mangiarla; il mio sguardo ricade su Natalie, una volta che inizia a parlare.
«L'homecoming, come già saprete si terrà esattamente tra quattro giorni» un sorriso entusiasta le si espande sul volto lentigginoso «tant'è che oggi stesso, nel pomeriggio chiaramente, inizieranno i preparativi, spero vivamente che anche voi partecipiate...siamo in drastico ritardo, serve l'aiuto di tutti» punta lo sguardo su me, e Willow, mentre quest'ultima sembra ignorarla, impegnata a chattare con qualcuno sul suo telefonino rosso.
Odio l'homecoming, odio tutte le tipologie di eventi scolastici; sono stata partecipe di questa sceneggiata solo i primi due anni di liceo, all'improvviso ho trovato superfluo tutto ciò, non fa proprio più per me. Rappresenta solo una bella scusa per i ragazzi a invitare una ragazza al ballo per poi pretendere altro dopo, mentre ciò che interessa alle ragazze si limita a ciò che indosseranno.
Si parla di quest'evento già da settimana scorsa, non ne posso più. D'altro canto, Natalie è la Rappresentante d'Istituto, per ciò se non fosse lei ad accertarsi di includere tutti, chi altro dovrebbe farlo.
«Chiaramente» mormora, Brayden, per poi bere un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta trasparente.
Natalie lo fulmina con lo sguardo. I due non vanno molto d'accordo.
«Char, tu ci sarai vero?» domanda, facendomi alzare lo sguardo su di lei.
Già lo sa cosa penso a riguardo, eppure non fa che premere su quest'argomento.
«Non verremo, Natalie» le risponde cauta, Willow, sia per me sia per lei. Noto che non ha più il cellulare tra le mani.
La ragazza sbuffa silenziosamente, i suoi occhi supplicano, ma quando fa per dire altro, un boato risuona in tutta la mensa scolastica, facendo sussultare la maggior parte di noi, me compresa.
Tant'è che Willow, al mio fianco, mi porta una mano sulla coscia -coperta da un pantalone grigio della tuta- stringendomela. Mi volto verso di lei, guardandola male, prima di mettere la mano sopra la sua e spingerla via. Lei ridacchia.
Non amo il contatto fisico non richiesto.
Tutti gli sguardi vanno a finire sul tavolo della mensa dove si siedono, sempre ed esclusivamente, i ragazzi della squadra di basket; dato che è arrivato da lì tale rumore. La scena ha per soggetti due ragazzi: uno fa parte della squadra di pallanuoto del liceo, di cui non ricordo il nome mentre il secondo è Tyler Collins.
Tyler e il giocatore di pallanuoto sono disposti uno di fronte all'altro, in piedi, il modo in cui Tyler sovrasta il ragazzo con la sua altezza è disarmante, eppure il ragazzo non sembra affatto intimidito da ciò, l'espressione che gli pittura il volto è rossa di rabbia e i pugni chiusi tremano come foglie autunnali.
«Oh-oh» mormora Willow.
Si è creato un improvviso silenzio da quando è scoppiato quel boato, un silenzio che -sono convinta- non sia mai esistito in questa sala. Un vassoio rosso del liceo è sul pavimento bianco latte, il piatto in plastica dura è poco distante da quello, mentre delle patatine fritte sono sparse ai piedi dei ragazzi. Capisco essere stato proprio quello a far quel rumore.
I pugni stretti lunghi i fianchi di Tyler, sono molto evidenti nonostante la distanza, i capelli scuri gli ricadono caotici sulla fronte, lo sguardo tagliente è incollato sul ragazzo di fronte a lui. Non vedo bene l'espressione che ha in volto, ma sono convinta che non sia per niente rassicurante.
Passano diversi istanti, dopodiché il ragazzo sussurra qualcosa a Tyler, in modo tale che noi altri non possiamo sentirli. Una piccola parte della mensa è tornata a farsi gli affari suoi. Ma quando si tratta di Tyler Collins, nessuno perde un colpo.
Jaxon, che sino ad ora era seduto al tavolo, schizza in piedi con sguardo furente, spinge per le spalle il ragazzo, facendolo indietreggiare di diversi passi.
«Se non sparisci immediatamente, ti posso assicurare che ti spacco il naso, coglione!» urla, Jaxon, a squarciagola, avvicinandosi a grandi passi verso il ragazzo. In quest'ultimo, sembra essere sparita la rabbia, soppressa da spudorato terrore.
Sgrano gli occhi, quando Jaxon da un altro spintone provocatorio al ragazzo, facendolo finire per terra. Una serie di sussulti si fanno spazio nel silenzio acuto.
Non è mai scorso buon sangue tra le due squadre del liceo. Una competizione insensata che è sempre esistita, eppure non sono mai arrivati a questo punto.
Jaxon fa un altro passo, avvicinandosi al giocatore, ma quest'ultimo, prontamente, salta in piedi, anticipando la mossa di Jaxon, e -a sorpresa di tutti- gli tira uno schiaffo in pieno volto.
Sussurri e mormorii prendono possesso della mensa, creando un ronzio fastidioso.
«E' morto» borbotta, Brayden, guardando quasi annoiato la scena, riferendosi al ragazzo che ha appena messo le mani addosso a Jaxon. Per la maggior parte si conosce il carattere incandescente di Jaxon -anche per questo non apprezzo la sua compagnia-, direi che Bray non ha tutti i torti.
Prima ancora che Jaxon si possa rendere conto di ciò che è appena accaduto, Tyler, in due falcate, raggiunge il ragazzo, questo nemmeno se ne accorge, che Tyler fa precipitare il suo pugno destro dritto nella guancia del ragazzo. Tutta la potenza che ci ha messo, si riversa sul fatto che il ragazzo finisce un paio di metri distante da lui, tra le labbra gli gocciola del sangue.
Mi volto verso Willow, che guarda la scena con fare curioso e malizioso.
Aggrotto le sopracciglia osservandola.
«Adesso sono eccitata» mi sussurra all'orecchio, facendomi ruotare gli occhi divertita.
Tutto ciò è uscito decisamente dal loro controllo.
Con stupore, molto stupore, vedo Natalie alzarsi in piedi, prima di correre verso la loro direzione.
«E' scema?» domanda, Bray, passando lo sguardo da me alla ragazza. Non sono così convinta che fosse sarcastico.
«Ora basta!» urla, Natalie, mettendosi difronte al giocatore, ancora sdraiato dolorante sul pavimento, impedendo che possano saltargli nuovamente addosso.
Gli occhi del ragazzo sono spalancati, si tocca maldestramente la mascella, la maglietta bianca è sporca di diverse macchie di sangue.
«Levati dai coglioni, Rappresentante» la schernisce, Jaxon, rosso dalla rabbia.
Natalie, colpita, schiude le labbra «Direi che il teatrino è durato già fin troppo».
Jaxon la fulmina con lo sguardo, mentre Tyler è completamente immobile con lo sguardo posato sul giocatore. Quest'ultimo, con uno scatto si alza, scappando -letteralmente- via dalla mensa.
Natalie si gira, guardandolo sorpresa.
«Razza di vigliacco» borbotta Jaxon, prima di seguirlo. Ad impedirglielo, però, oltre che il tentativo misero di Natalie di mettersi di fronte a lui, è la mano di Tyler che gli si posa sulla spalla.
Si scambiano una serie di sguardi, prima di sedersi nuovamente al tavolo, come se nulla fosse accaduto.
In tutto ciò i professori e i bidelli? Non c'è traccia di loro.
Guardo ancora qualche istante Tyler, le gambe coperte da un largo jeans scuro sono divaricate, si passa una mano tra i capelli folti, la mascella è contratta, è evidentemente nervoso; Brenda si precipita da lui, lo avvinghia da dietro, posando le sue labbra sul suo orecchio, gli sussurra qualcosa. Lui non cambia minimamente espressione, né le risponde, lei si siede su un suo ginocchio.
Il suo sguardo è perso nel vuoto.
Mi volto verso Brayden, sentendo un lieve calcio da sotto il tavolo, traduco subito la sua espressione. Al che, sorrido divertita. Vuole fumare.

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