Capitolo 5

3 1 0
                                    

«Mi hanno detto che è stato un vero casino la festa a casa di quell'idiota...ieri sera» dice, Bray, dopo aver preso un secondo tiro dalla canna.
Aggrotto la fronte, distratta «Ah si?».
Mi passo una mano sulla coda alta che racchiude la mia chioma bionda.
Mi rivolge uno sguardo divertito, accendendo di nuovo lo spinello che ha tra le mani.
«Char, non ci sei andata anche tu?» mi domanda, passandomelo.
Annuisco debolmente, mentre aspiro dal filtro «Willow ed io siamo andate via presto...che è successo?» gli chiedo, stringendo tra le mani le maniche della maglia di cotone nera che indosso.
Alla fine, per Willow, la serata è finita che mancasse poco che menasse con quel ricciolino rosso. Il motivo mi é ignoto.
«E' arrivata la polizia» socchiude gli occhi, buttando fuori una concentrata nube di fumo, il suo ciuffo marrone gli ricade morbido sulla fronte «pare che Collins e alcuni dei suoi abbiano tirato su un bel polverone» continua, mentre i suoi occhi castani vagano ottusi lungo la strada sgombra.
Siamo seduti su una panchina, vicino al The Star, il bar in cui ci incontriamo spesso, difronte al parchetto dove -principalmente- andiamo quando non ci presentiamo a scuola.
Ricordo ancora l'occhiata che mi ha lanciato ieri sera, Collins. Quello zigomo gonfio, è una delle tante dimostrazioni che quel ragazzo si trova partecipe di giri strani.
«Che hanno combinato?» domando, ripensando vagamente al comportamento di Jaxon, e al suo volto un po' troppo vicino al mio.
«Stavano vendendo ieri sera, ecco perchè principalmente erano lì...ma, a quanto pare, a qualcuno non è andata giù» mormora a voce bassa «ho sentito che stanno cercando chi ha fatto la spia» continua, non troppo interessato a ciò che mi racconta.
Effettivamente, non è nulla di nuovo.
E chiunque abbia chiamato la polizia non farà una bella fine, sicuramente.
«Sono riusciti ad andarsene in tempo, d'altro canto la polizia non sapeva chi cercare, gli hanno solo riferito cosa stava accadendo» mi guarda, Brayden, dandomi sempre più dettagli.
Annuisco fievolmente.
Infondo, si sa che Collins e i suoi amici hanno le mani in pasta a cose, piuttosto, illecite; il fatto é che girano veramente un sacco di voci su quali siano queste "cose", ipotizzano una marea di idee, non si sa per certo quali siano vere e quali siano frutto di fantasie.
Quando sto per chiedergli che cosa avesse fatto lui la sera precedente, la sua voce mi interrompe.
«E quando parli del diavolo...» sussurra, passandomi nuovamente lo spinello.
Non mi volto. Nello stesso momento in cui aspiro dal filtro, Collins e il suo gruppo ci passano davanti.
Sono sorpresa di vederli qui, non ricordo di averli mai visti gironzolare da questa parti.
Sebastian Anderson, saluta con un cenno del capo Bray, che ricambia con lo stesso gesto. Al contrario Collins sembra non vederci, mentre il suo amico Jaxon si ferma, obbligando tutti a fermarsi.
Incredibile come se uno di loro si muove tutti si muovono, se uno si ferma tutti si fermano. Sembrano un branco di lupi.
«Panterona...come hai potuto lasciarmi così su due piedi ieri sera» spalanca le braccia teatralmente, Jaxon, avvicinandosi a me.
Lo sguardo del mio migliore amico mi preme sul profilo.
«Non ti ho lasciato su due piedi, dato che non c'era proprio nulla da lasciare» cerco di farla breve, mentre appoggio annoiata lo sguardo nel suo, spegnendo la canna terminata. La butto in un luogo remoto del marciapiede.
Scuoto il capo, a vedere il suo sorriso malizioso, la mia coda alta dondola da un lato all'altro.
«Così mi offendi, dolcezza» gli occhi di Jaxon percorrono la mia maglietta sottile, ispezionandola, si inumidisce le labbra.
«Cazzo, Jaxon, andiamo» la voce di Tyler, tuona impeccabile nelle nostre orecchie.
Il suo tono rude e basso, fa divertire Jaxon.
«Non finisce qui» mi punta un dito contro, sganciandomi un occhiolino.
Gesto che fa ridere Sebastian.
«Con te non finisce mai» borbotto, facendolo ridere come un matto, mentre si allontanano.
Entrano all'interno del The Star.
«Cosa vuole da te Emilton?» mi domanda sorpreso, Bray.
Quel moretto non ci ha mai considerati.
«Secondo te?» gli domando, alzando le sopracciglia.
Mi annoia questa situazione. Non mi fa sentire a disagio, semplicemente mi disinteressa.
«Andiamo a prenderci due birre? Ho la bocca impastata» mi domanda divertito, Bray, mettendomi una mano sul ginocchio, coperta da un jeans largo, a vita bassa.
Annuisco, sorridendogli.
Ci alziamo lentamente dalla panchina, per poi entrare all'interno del bar.
«Con quello stronzo come va?» mi domanda, Bray, incollando i suoi occhi su di me.
Obbligandomi a guardarlo. Capisco immediatamente di chi parla.
Ci sediamo su due sgabelli dal bancone del locale, con la coda dell'occhio noto Collins e il suo gruppo a pochi tavoli distanti da noi, alla nostra destra.
Scrollo le spalle, appoggiando gli avambracci sul bancone, guardando Bray alla mia sinistra «E' da due giorni che non rientra a casa».
Faccio una smorfia a pensare a due giorni fa, l'ultima volta che ho visto mio padre, completamente ubriaco, che sbraitava al telefono con Dio solo sa chi. Difatti quella sera ho dormito da Willow.
«Mh, meglio?» dice, ma suonava più come una domanda.
Mi guardo intorno, odio parlare di lui.
«Non è meglio, quando poi riappare è peggio di quando è sparito» mormoro, abbassando lo sguardo sulle mie mani, sulle unghie ho uno smalto bordeaux -un po' smangiucchiato-, che Willow tanto ama mettermi.
Non c'è nulla al mondo che mi mette timore, non c'è niente sulla faccia della Terra che mi metta più ribrezzo dell'uomo per cui sono venuta al mondo.
Bray capisce che è il caso di parlare di altro, mi conosce come le sue tasche, per cui non fa altre domande, bensì ordina due birre.

Only physical attractionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora