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Entrare in quel posto gli creava una dannata angoscia senza eguali; una parte della sua mente ritornava al passato, a ciò che aveva fatto per suo zio e a come Eren lo aveva salvo, era stato la luce nella sua vita oscura nonostante il castano di lui sapessero poco, l'unica che sapeva tutto di lui era Hanji,ossia l'altra ragione per la quale era andato lì. Hanji  era stata la sua spalla, la sua ancora di salvezza, la sua confidente; tra di loro intercorreva un rapporto quasi platonico, dove  entrambi si coprivano il culo a vicenda e le doveva davvero tutto.
Già sapeva dove avrebbe mai potuto trovarla, ma nel frattempo vide Nanaba seduta vicino al tavolo della cucina, i due si salutarono velocemente prima che prese diretto la strada per andare nell'ufficio di Hanji.  Non era cambiato nulla dall'ultima volta; a parte la tappezzeria e qualche gingillo in più appeso al muro.
Levi continuò  a camminare fino a quando non si imbatté nella porta dell'ufficio della donna, dove vi bussó un paio di volte prima di sentire la sua voce che lo invitava ad entrate all'interno.
《Levi ?》
La donna rimase con la bocca aperta non appena lo vide. Davanti a lei, sparpagliati  sulla scrivania come sempre, c'erano una serie di fogli che poco prima era intenta a compilare.
《Come stai ?》
Gli chiese lei, facendogli segno di sedersi mentre lui, con velici passi, giunse di fronte la scrivania, tirò a sé la sedia e si sedette senza farselo ripetere due volte.
《É da una vita che non ci vediamo!》 Esclamò poi, contenta con un sorriso sornione stampato sulla faccia e giungendo le mani intrecciate sulla scrivania.

《Sono passate solo un paio di settimane, niente di che.》
L'uomo scrolló  le spalle, mentre quegli occhi assottigliati,  freddi e taglienti si posarono in quelli della castana, così grandi e profondi in cui uno avrebbe potuto perdersi.
Era sempre così espressiva e a volte la invidiava per quella sua caratteristica; chiunque avesse dato uno sguardo agli occhi di Hanji avrebbe letto di tutto, era un libro aperto e non riusciva a nascondere nulla, nemmeno se con la bocca avesse detto una bugia. Lei non era come lui, nel suo sguardo gli altri, specchiandosi avrebbero letto il fastidio, o la noia, più totale era uno sguardo piatto,  vuoto.
Uno sguardo che, da una parte, lo aiutava molto a tenere lontano chiunque non gli piaceva.

《Però  sembra strano che tu sua venuto qui senza memmeno chiamarmi.》
La donna assunse un tono serio, era preoccupata per lui e lo notava da quel luccichio nei suoi occhi che era presente ogni volta che sapeva che c'era  qualcosa che non andasse in lui.
Era sempre preoccupata, da quando si era messo con Eren, lo avevano quasi ucciso e la castana gli aveva sempre detto che quel giorno avrebbe voluto dimenticarlo.
Che ogni notte riviveva quella scena davanti ai suoi occhi, nonostante Levi fosse invece lì vivo vegeto di fronte a lei.
《Se pensi che stia succedendo qualcosa di male tra me ed Eren stai sbagliando strada, Hanji. Almeno che tu non ritenga pericolosa una cena con suo padre.》
Sussurrò il corvino in risposta.

La castana aveva spalancato la bocca, incapace di emettere qualsiasi tipo di suono, era passato un minuto prima di riprendersi e aveva scosso la testa.
《Che cazzo dici, Levi ? Stai facendo seriamente.》
Aveva alzato il doppio e scuro sopracciglio mentre quell'espressione confusa e arrabbiata aleggiava ancora sul suo viso.

Levi si fece scappare un sospiro, non proprio felice al pensiero di avere quell'uomo in casa, che era diventata anche casa sua tra l'altro ma doveva sopportare, per Eren.
《Odio gli scherzi.》

L'espressione  della donna subito mutò; scosse velocemente la testa, prima si chiudere la bocca e poi lo guardò  di nuovo. I suoi occhi erano leggermente  lucidi e le sopracciglia  in quel momento entrambe aggrottate. 

《Levi ...Eren è....》

《È un cazzo di mafioso, è un delinquente che mi porterà  sulla cattiva strada. Probabilmente  sarà lui a uccidermi.》
Il corvino le fece il verso e si alzò dalla sedia; era stanco di sentire sempre le stesse cose. Era stanco delle continue prediche di una amica che era lì perché doveva dargli sopporto, ora che era dannatamente felice.
《Tu non lo conosci quanto lo conosco io.》 Assottigliando le palpebre,  fece il giro su se stesso e uscì dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle.

《Voglio solo proteggerti da te stesso...》
Aveva commentato la donna,ferma e con lo sguardo fisso sulla porta chiusa. Un commento che non era nemmeno stato udito dal corvino siccome era già lontano.

Spazio autrice
Buonasera capitolo che doveva uscire ieri ma che è uscito oggi con leggero ritardo. È  più corto ma non preoccupatevi che ce ne saranno di più lunghi.
Detto questo ho delle novità:

-il giorno per la pubblicazione  sarà il giovedì

-seguitemi sulla mia pagina ig wormhole10_ PER EVENTUALI AGGIORNAMENTI 

-non riscriverò (per ora) il rumore dell'umore anche se lo tengo in conto. Per ora ho intenzione di aggiornare solo blackout swam e questa qui

-fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!

Ho detto tutto, vi ringrazio per aver letto fino a questo punto e vi auguro buona serata ♡

With you (ereri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora