12.

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Levi entrò nell'ufficio dell'uomo, si mise seduto su una sedia di fronte alla sua scrivania e lo vide fare il giro della scrivania, ma non si andò a sedere.
《Mi hanno detto che voleva vedermi.》
《Sí Levi, volevo vederti per parlare di una cosa.》

Subito il corvino si irrigidí, spalancando  leggermente  gli occhi:《oh, se è per quella chiamata della settimana scorsa deve sapere ch-》
Non ebbe nemmeno il tempo di parlare che subito una mano appoggiata sulla sua spalla e il viso del biondo a un palmo di distanza dal suo, lo fecero irrigidire ulteriormente. 
Erwin Smith  era un suo vecchio cliente, lo sapeva così come anche il biondo lo sapeva.
Era quello con cui a volte, dopo una scopata, si intratteneva in chiacchiere; sapeva del suo matrimonio in crisi, dei suoi figli.
Da quando si era messo con Eren e aveva lasciato la casa d'incontro  di Hange, aveva perso i contatti con tutti. Si erano rincontrati due anni fa sempre. Levi stava cercando disperatamente lavoro, andava contro tutti i suoi valori e la sua morale, non avrebbe mai e poi mai voluto farsi mantenere da un ragazzo molto più piccolo di lui e aveva trovato lavoro nell'azienda di Erwin,  non sapeva che fosse la sua. Infatti, quando si erano incontrato di nuovo il corvino aveva fatto finta di nulla, aveva affrontato il colloquio  di lavoro a testa alta; non era imbarazzato, non aveva nulla da rimpiangere per quanto riguardava la sua vita precedente.  Si era rifatto, si era costruito un'altra vita e ne era tanto, ma tanto felice.

《Non è per questo.》
La voce ferma di Erwin  lo bloccò  dallo straparlare sulla chiamata con una signora della settimana precedente.
Levi le aveva risposto male, sì  ma giusto perché la signora si era rivolta a lui con un tono iniziale molto sgarbato e quindi gli erano partiti i nervi.
Loro erano li solo per dare assistenza, la donna non aveva avuto nessun diritto di urlargli contro per una cosa che non gli competeva.
Il corvino era stato calmo, inizialmente,  aveva cercato di tranquillizzare la donna ma quest'ultima non ne voleva sapere nulla di calmarsi e si era agitata ancora di più, urlando per telefono parole che non avrebbe mai potuto riportare a un superiore.
Quindi, a sua volta aveva perso la calma e la pazienza e aveva sclerato così tanto che tutti i suoi colleghi si erano alzati e lo avevano guardato da solare i loro separatori di plastica.
《Allora vuole licenziarmi ? Lo capisco. Vado a svuotare subito la mia scrivania, con permesso.》
Cercò  di alzarsi, ma la mano grande di Erwin, stretta ancora in una presa salda alla sua spalla, lo tenne fermo e il biondo riprese a parlargli.

《Levi, no. Non c'entra nulla quella chiamata e ne tantomeno il licenziamento.》
Levi era confuso. Allora qual era il motivo per il quale lo aveva convocato lì nel suo ufficio ?
Erwin sembrò leggergli  nel pensiero. Infatti  parlò.
《Levi. Io voglio solo la tu compagnia, come i vecchi tempi.》
Sentí  le dita del biondo scorrere lentamente  sulle sue braccia.

《Erwin...io...》
Sussultó,  quando le labbra umide del biondo si posarono sul suo collo scoperto. Percossero  lentamente la pelle.
A quel punto, si irrigidí.
Ogni singolo muscolo non sembrava rispondere ai comandi del cervello.
Il tempo sembrava essere bloccato in quel preciso istante.
Poi, sembrò  riprendersi, sussultó ancora una volta e alzò il viso verso di lui.
Il braccio si mosse velocemente,  aprì le dita e gli caricó uno schiaffo in pieno viso tanto da farlo allontanare da lui.
Il suono che provocarono le sue dita al contatto della pelle dell'uomo fu uno schiocco così forte tanto da riempire quell'aria già tesa.
Gli occhi del corvino erano assottigliati in due fessure.
《Erwin. Che ti passa per la testa? Non sono l'uomo di due anni fa, convivo felicemente con un altro e ho abbandonato quella vita. Dovevi saperlo.》
Erwin ci aveva provato con lui molte volte ma mai si era azzardato ad arrivare a quel punto.
Levi aveva il respiro affannato e si era alzato velocemente dalla sedia sulla quale era seduto.

《Levi.》
L'uomo lo stava guardando; gli occhi profondi e azzurri, i capelli biondi che si erano leggermente scompigliati all'impatto con lo schiaffo e in quel momento i ciuffetti chiari ricadevano sul suo viso.
《Ci conosciamo senza conoscerci. Conosco il tuo nome, tu conosci il mio.
C'è qualcosa tra noi:un legame speciale. Questo nessuno lo sa. Siamo solo io e te.
Se solo sapessi quanto so di te, e quanto so tutto.

Pensi davvero che ti ami ?

Beh, hai ragione.

Entra nella mia testa, vedrai, sei ovunque.

Fortunatamente non saprai mai nulla di tutto ciò. Sono io quello con tutte le chiavi in mano. Devi pregarmi di dartene una !》

Levi storse le labbra, e si allontanò  ancora. Poi si lasciò andare a un sospiro frustato con le braccia in aria. Si calmó, o almeno cercò di farlo:《Io. Potrei davvero denunciarti per questo. Ma non lo farò.》
Quel lavoro gli piaceva davvero tanto, gli toglieva via poco tempo, che poi passava con Eren. 
E guadagnava bene. Però doveva farlo.
《Io mi licenzio.》
Sussurrò, uscendo da quell'ufficio. Aveva dovuto farlo.

With you (ereri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora