La ragazza rincasò in tarda serata; era provata e afflitta da una giornata superficiale e vuota, totalmente spesa a ricorrere appuntamenti frenetici, a chiacchierare con persone non familiari e leggere scartoffie e documenti.
Cercò per un attimo di liberare la mente dal piattume e dalla pesantezza che simili pensieri provocavano in lei mentre, solitaria, si liberava dai vestiti, ruotava il rubinetto e ascoltava il rumore del gettito d’acqua mentre cozzava con il letto della sua vasca da bagno.
Sostituì la volgare luce elettrica con il conforto amico di una vecchia candela che rifletteva sulle maioliche rozzamente rifinite, l’ombra del suo corpo.
La linea descriveva un seno fiero e sensuale, un ventre soffice e fianchi ben proporzionati; le sue gambe sinuose facevano il paio con capelli neri e lisci che li lambivano. La penombra restituiva alla sua figura l’originaria sensualità, solo in parte scalfita dalle stanchezze quotidiane.
D’improvviso, mentre era assorta a scrutare i giochi d’ombra creati dall’antico lume, trasalì al rumore di due colpi decisi alla sua porta.
Indossò l’accappatoio e si diresse verso l’uscio, ben attenta a non aprirlo, vista l’ora tarda. La speranza di carpire altrui presenza attraverso l’uso dello spioncino, fu ben presto tradita dalla visione del pianerottolo deserto; scuotendo il capo, fece per dirigersi verso le sue precedenti occupazioni, quando notò alcuni fogli sparsi sul pavimento di casa.
Fogli, pochi ad una prima occhiata, che contenevano una grafia classica ed elegante. Lettere e parole ben ordinate erano state riposte con cura da un ignoto scrittore; lesse attentamente la busta e alla scritta “per i tuoi momenti più intimi” ebbe un piccolo sussulto, ben presto sostituito da un’ardente curiosità che la spinse a non gettare l’inaspettato dono.
Si immerse nella vasca facendo ben attenzione a non bagnare i fogli e cominciò a leggere lentamente; la lettura delle prime parole confermò i suoi sospetti e incoraggiò le proprie speranze.
(Continua...)
