La notte... 3

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Nessun effetto.

Rilesse nuovamente per esserne sicura. Niente di niente.

Non aveva neanche il sentore lontano dello stordimento precedente e in aggiunta le frasi, le parole, il registro le sembrava  quanto più di impersonale possibile. Si rese rapidamente conto che quelle righe avrebbe potuto scriverle chiunque avesse un po’ di immaginazione e un po’ di maestria nell’arte della scrittura; tale pensiero non la consolò per niente ed aumentò addirittura il suo senso di fastidio.

Ne ebbe abbastanza. Mise da parte i fogli in un comodino stando bene attenta a non stropicciarli, nemmeno lontanamente conscia di quale effetto avrebbe avuto tale decisione sugli avvenimenti che di li in seguito l’avrebbero vista protagonista.

Ritornò ciondolante a letto e cercò nuovamente di incontrare il dio del sonno, stavolta con successo.

Un suono estremamente fastidioso la risvegliò qualche ora più tardi; squillava il telefono. Rispose.

“Buongiorno tesoro”

fece, con baldanza da un apparecchio similare di ultima generazione, la voce di un uomo che a lei avrebbe voluto appartenesse ad uno sconosciuto.

Purtroppo per lei il timbro era fin troppo noto ed apparteneva ad un uomo che si illudeva di controllare la sua vita.

Questa illusione durava da qualche mese, ma non era stato sempre così.

C’era stato un tempo, ma le sembrava un’altra vita, in cui il suo stomaco sobbalzava ad ogni messaggio o squillo del telefono. Tempi ormai lontani, purtroppo.

Automaticamente fece un sospiro e ne fu stupita perché aveva deciso che non voleva concedere alla sua mente assurde digressioni nostalgiche; scacciò quindi via di netto i primi accenni dei paesaggi bucolici che di solito preannunciavano l’avvento di un ricordo.

Prese in mano il telefono.

 “Giorgio è mattina presto…”  ebbene si la voce aveva un nome, dannatamente banale.

“Un buongiorno sarebbe stato molto più apprezzato” rispose il suo fidanzato. La voce di Giorgio era controllata, ma l’irritazione fu evidente alla ragazza.

Non se ne curò.. “Se lo fosse…. mi hai svegliata…  e ho dormito molto male lo sai benissimo che detesto essere perdere ore di sonno”  di solito la sua strategia era assecondare per cercare di ridurre al minimo i momenti di scontro, sempre più frequenti; non quella mattina purtroppo, non aveva ancora smaltito la rabbia della sera precedente.

“Non hai dormito? Come mai? Ieri ci siamo lasciati molto presto…”

 Ecco lo stava di nuovo odiando. Decisamente non sopportava la malizia che spesso utilizzare per accompagnare ogni sua domanda, come ad insinuare un sospetto. In quel momento però il suo sospetto non era del tutto infondato.

“Il mio amante Salvo, che non mi fa annoiare mai…”

Era un colpo meschino e lo sapeva benissimo. Colpo che fu accentuato dal tono per nulla scherzoso che scelse di utilizzare. Stava riaprendo una ferita antica, stuzzicando l’insicurezza del suo compagno.

“Salvo? Mi stupisce, credevo fosse fuori per lavoro ed invece è stato tanto carino da venirti a trovare? Allora salutamelo … probabilmente è ancora li con te in questo momento…”

Quello era il modo di Giorgio di darle della puttana.

Non si scomponeva mai. Non reagiva mai d’impeto. Mai. Si limitava ad utilizzare sapientemente le parole per colpirla nei suoi punti più sensibili. E con quell’argomento riusciva perfettamente a segnare un punto.

Il suo letto era sacro. E non per un vezzo o per un motivo banale. Nessuno poteva accedervi, accostarvi o semplicemente posare un indumento.

Era stato un luogo inaccessibile anche per Giorgio che aveva impiegato mesi per esservi ammesso e non perdeva occasione per ricordarglielo; ma lui non conosceva i reali motivi che la spingevano a quell’atteggiamento e quindi cercò di mitigare la rabbia nel rispondergli.

“Giorgio… nel mio letto non mai entra nessuno e lo sai”

fu tuttavia ferma nel rispondere facendogli intendere che ne aveva abbastanza.

“Bene allora a dopo” chiuse secco.

Quella conversazione era stata assurda, ma in parte l’aveva provocata lei e quindi non si sentì affatto sollevata al suo termine. Il vero motivo del suo fastidio non era stato il tono di Giorgio.

Mise a fuoco nuovamente e ricordò immediatamente, ma per il momento ne aveva avuto abbastanza di quella misteriosa lettera.

Si alzò di scatto, quasi incespicando. Indossava solo mutandine nere. Si osservò allo specchio e non si piacque molto, ma niente che una venti minuti di intenso lavoro allo specchio non avrebbero potuto sistemare. 

La Lettura (Breve Racconto Erotico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora