CAPITOLO VIII.

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È stato completamente casuale: volevo fermarmi in qualche bar per bere qualcosa, e sono entrato nel primo che mi è capitato.

Mi sono seduto, c'era un pochino di gente, così mi sono preso il mio tempo per guardare il menù.

Quando ho rialzato lo sguardo, il locale si era riempito, e ho tentennato per un attimo: non avevo alcuna fretta, non sarebbe stato un problema aspettare, ma non volevo incasinarli con ancora più ordini, per cui stavo per alzarmi e andarmene.

Quando lui è comparso.

Solare come un raggio di sole, un sorriso in volto, capelli di un colore decisamente vivace e occhi vispi e allegri che si guardavano intorno.

Ho sempre avuto un debole per le cose carine, e lui di sicuro era molto carino; ma era anche molto di più.

La sua sola presenza è bastata a illuminare tutto lo spazio intorno a lui, come se davvero fosse stato il sole.

Sono tornato comodamente seduto e, non appena il cameriere dai capelli castani si è avvicinato, ho ordinato distrattamente, prima di tornare a osservalo.

Lui non mi ha notato, impegnato com'era a preparare gli ordini di tutti. Quando ho visto che era stato lui a preparare il mio latte e la fetta di torta che ho chiesto, aggiungendo un paio di biscotti sul piattino del latte, ho quasi sperato che me li portasse lui... Invece, è stato il suo collega castano.

- Ci scusiamo per il ritardo- mi aveva detto, e per un attimo sono stato tentato di rispondergli "sto fissando il vostro amico, quindi nessun problema; posso ordinarlo al prossimo giro?".

Ma mi sono limitato a fargli un cenno del capo, prima di voltarmi verso il mio ordine.

Ho fatto una cosa che di solito non faccio mai e ho fotografato il piatto, prima di iniziare a mangiare; per qualche motivo, mi sembrava il latte più buono che avessi mai assaggiato...

Sono tornato a guardare quel ragazzo; ero abbastanza vicino al bancone per poterlo fare senza troppi problemi.

Sembrava che il sorriso non svanisse mai dal suo volto, mi chiesi come faceva a sorridere in quel modo; tra l'altro ogni tanto, mentre si concentrava, tirava appena fuori lateralmente la lingua, come un cucciolo, risultando ancora più tenero...

Mi sono ritrovato a immaginarmi come sarebbe stato poter sfiorare la sua pelle, all'apparenza così calda e invitante, come sarebbe stato baciare le sue labbra, stringerlo a me, vederlo dedicarmi i suoi sorrisi...

Non mi erano mai state simpatiche le persone troppo energiche, non ci stavo dietro, ma le ho sempre trovato affascinanti, e lui, con quell'aria così carina, lo era ancora di più.

Quando mi sono trovato a chiedermi come sarebbe stato il suo volto in altre situazioni, mi sono alzato di scatto, e ho capito che se non volevo rischiare di mettermi a fare cose inappropriate o avere strane reazioni era meglio andarmene.

Mentre prendevo le mie cose, l'ho sentito parlare con i suoi amici, e ho scoperto che era vice-allenatore in una squadra di pallavolo.

Per un attimo, ho pensato che il cielo avesse deciso di premiarmi per tutti gli sforzi che ho fatto in questi anni e di metterlo sulla mia strada.

Sono andato a pagare e ho sperato se ne occupasse lui, invece se n'è occupato il suo amico, ma essendo più vicino sono riuscito ad accorgermi di quanto sembri piccolo in confronto a me.

Piccolo... Chissà come reagirebbe se lo chiamassi così...

Ho continuato a fissarlo fino a uscire dal bar, e anche una volta fuori sono rimasto per un attimo davanti alla finestra.

KAGEHINA-L'HO CAPITO CON UN BACIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora