8- Toxic relationship.

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Il legno della porta, l'unica cosa che potevo intravedere sotto il chiaro di luna a mezzanotte e un quarto.

"Entra." un sussurro, quella voce che in così poco tempo mi era mancata.
Aprii la porta piano e mi avvicinai a lui.

"Ti avevo detto di restare a Tokyo." mi paralizzai sul posto.
"C-cosa?"
"Ariana." lo aveva capito, lo aveva capito cazzo.

"Non mentirmi piccola." si avvicinò a me per poi prendermi con l'indice e il medio il mento alzandomi il capo facendo incrociare il mio sguardo con il suo, che occhi stupendi cazzo.

"Perchè sei qui?" quelle parole erano dolci, cosi risposi onestamente.
"Ho paura che tu preferisci lei a me." mi posò un bacio delicato sulla fronte, era diventato dolce da un momento all'altro?

"Come potrei preferire Vera alla mia ragazza?" ero la sua ragazza, sincera, me ne ero totalmente scordata.
Presa dall'amore che pensavo questa non fosse una relazione, relazione tossica.

"Vai a dormire, è tardi." si tolse un pò distaccato da me chiudendomi la porta in faccia e da lì rimasi perplessa, titubante entrai in camera e mi addormentai accanto a Morgan, finchè lei non accese l'abat-jour con fare incazzato.

"Ariana, 7 cazzo di dollari e 99 centesimi, ti rendi conto?" un modo dolce per dirmi che ero una guasta-pianiantisgamo.
"Non so come lo abbia scoperto."
"Bastava non accettare!" e lei come lo sapeva?

"Hai lasciato il bigliettino in camera." annuii capendo come avesse capito il mio segreto appuntamento.

"Non fa niente, basta solo che Bill non si arrabbi." annuii un pò scossa dalla sua reazione e a quella del suo ragazzo, chissá come avrebbe reagito Bill che è molto violento.

"Buonanotte Morgan."
"Notte, Ariana." le sue parole le pronunciò con preoccupazione ma lasciai perdere.
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"Bella stronzata che avete fatto!" le mani di Bill sbattevano uno contro l'altra, e menomale che non si sarebbe incazzato cosi tanto da far girare le persone nella sala dell'hotel.

"Bill." Morgan provò a calmarmo posando le sue mani ben curate sul petto ma lui la respinse bruscamente.
"Prova a toccarmi! Vai provaci!" la mia migliore amica abbassò la testa e tirando su col naso, risalì di sopra in camera.

"Di chi è stata l'idea?" la voce di Tom fece girare il mio capo dalle scale a lui.
"Di chi è stata l'idea!" ripetè Gustav a tono alto beccandosi occhiatacce dalla reception.
"Gwen." mormorò George guardandola piangere, non voleva che Morgan morisse.

"È stata di Morgan." ammise Regina tremando dalla paura e balbettando.
"Allora avrà quello che si merita." le ragazze e io provammo a fermarlo ma niente.

Le urla di Morgan dal dolore mi fecero provare la stessa cosa, e che dolore.
Dio.

Alive lifes-3 Tom Kaulitz.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora