Chichi si rigirò il bigliettino tra le dita più volte, nella speranza di essersi sbagliata, fino a rileggerlo per l'ennesima volta.
"Speravo sarebbe stato diverso rivederti, ma è stata solo colpa mia. Questi fiori non basteranno a farmi perdonare, per questo vorrei invitare te e la tua famiglia a cena questa sera, nel mio appartamento in città. Dammi l'occasione di rimediare.
Con affetto, Hiro"Sul retro vi erano il suo numero e il suo indirizzo.
«Tutto bene mamma?»
"Ho appena fatto l'amore con mio marito e ricevuto dei fiori da un altro uomo."
Immersa nei suoi pensieri non si era accorta che Gohan le aveva ripetuto la stessa domanda già un paio di volte.
«Bene.» rispose vaga.
«Quindi, cosa dice?» chiede Goten sporgendosi verso il biglietto.
«È un invito. Siamo invitati a cena, questa sera.»
«Beh, carino da parte sua in fon-»
«Completamente assurdo!»
Gohan non riuscì a terminare la frase che Chichi si alzò di scatto e gettò i fiori nel cestino accanto al lavabo. Strinse saldamente il bigliettino fino a ridurlo in una piccola pallina di carta e lanciò anche quello accanto a quell'inatteso regalo.
«Sei sicura di stare bene?» le chiese Goku che fino a quel momento non era parso né sorpreso né tanto meno ingelosito dall'aver visto sua moglie ricevere dei fiori da quello che per lui non era altro che uno sconosciuto.
«Benissimo! Nessuno andrà da nessuna parte. Ora continuiamo la colazione per favore.»
Lo sguardo di Chichi non prometteva niente di buono, una sola parola detta nella maniera sbagliata e sarebbe esplosa. Chiunque in quella casa sapeva cosa significasse vederla in preda alla rabbia, motivo per cui nessuno volle rischiare di provocarla in alcun modo.
Continuarono la colazione in silenzio, l'unica a dire qualche frase fu proprio la mora, che non fece che congratularsi con i figli per ciò che erano riusciti a preparare da soli.
§«Un invito a cena?»
«Sì, questa sera.»
«E hai intenzione di andarci, giusto?»
«Certo che no Bulma, come potrei.»
Esasperata Chichi sprofondò nel divano del suo salotto, reggendo la cornetta a malapena. Dall'altra parte l'amica cercava di capirci qualcosa sulla questione. Non riusciva a comprendere tutto quello smarrimento e iniziò a chiedersi se ci fosse davvero qualcosa di più che non le aveva raccontato.
«Sei sicura di avermi detto proprio tutto su te e Hiro?»
«Certo che sì, perché me lo chiedi?»
«È che sei davvero... Strana.»
«L'idea di ritrovarmi in una stanza con lui, per di più con Goku e i ragazzi, mi mette a disagio. Tutto quello che dovevamo dirci ce lo siamo detti ieri pomeriggi. È piombato qui dopo secoli, per poi uscirsene con quella cosa assurda della "promessa" dal nulla. Non vedo il motivo per cui dovrei rivederlo e incasinarmi la vita più di quanto non abbia già fatto.»
«Forse vuole solo chiederti scusa davanti alla tua famiglia e poi sparire di scena. Mi auguro sia adulto abbastanza da aver capito di aver fatto un grande errore comportandosi in quel modo.»
«Forse, ma rimarrò col beneficio del dubbio.»
«Chichi!»
Sospirò forte. Non aveva la benché minima idea di come dovesse comportarsi, né di come fosse finita in quell'assurda situazione. Alla presenza inaspettata di Hiro si sposava a braccetto la totale assenza di gelosia da parte di Goku, un altro tassello da aggiungere ai conflitti interiori che stavano aumentando di attimo in attimo. Chichi era certa che qualunque altro uomo avrebbe reagito in malo modo alla sola vista di quei fiori, ma no, non Goku. Lui che avrebbe affrontato l'universo intero per salvare la Terra, avrebbe lottato per lei? Avrebbe mai difeso il suo amore dalle braccia di un altro?
Era stanca della sua ingenuità, stanca del suo essere data per scontata. Pensò al giorno precedente, a quando il Saiyan aveva intimato ad Hiro di andarsene. In quel momento aveva davvero provato un grande senso di protezione da parte sua, ma ripensando alla loro convesazione successiva, si ricordó che erano state le lacrime di Gyumao a provocare quell'insolita reazione. Quel suo voler proteggere tutti ad ogni costo iniziava a darle sui nervi.
E poi c'era il Goku passionale, lo stesso di quella mattina, lo stesso che riusciva a farle dimenticare tutto e l'appagava come nessuno mai avrebbe potuto. Lì sapeva di essere al sicuro, lì poteva vedere suo marito trasformarsi nell'uomo che ogni donna le avrebbe invidiato, ma non poteva bastare, non più.
Si posò una mano sulla fronte senza rispondere all'amica. Per qualche secondo rimasero entrambe in silenzio.
«Dovresti andarci.» disse Bulma interrompendo i suoi pensieri.
«Mi stai deliberatamente buttando tra le braccia di un altro?»
«Dico solo che devi affrontare questa cosa e farla finita una volta per tutte. Non sei serena e lo si vede lontano un miglio.»
«Lo ero, ero serena ieri quando se n'è andato e ho interrotto quel momento di follia improvviso, fino a questa mattina.»
«Ti ha solo mandato dei fiori Chichi, non ti ha chiesto di sposarlo.»
Bulma aveva ragione. Non era successo nulla di trascendentale, ma qualcosa si era insidiato dentro di lei, un pensiero che non voleva portare alla luce e la faceva sentire persa.
«Hai ragione, sto amplificando a dismisura questa situazione. È solo che-»
«Vai a questa cena tesoro, fallo per te e nessun altro. Non sei stata tu a confessarmi di aver avuto dei dubbi ultimamente? Dei dubbi su Goku? Forse tutto questo non sta succedendo per caso, forse è il momento giusto, per aiutarti a capire.»
Non avrebbe potuto sentire parole più vere di quelle. Sotterrare le sue incertezze non l'avrebbe portata da nessuna parte, tantomeno rinnegare il passato e far finta che nulla fosse successo. Avrebbe reagito, avrebbe vissuto ogni istante tirando fuori il coraggio che l'aveva sempre contraddistinta e sarebbe arrivata alla verità, la sua verità. Ne era sicura, prima o poi avrebbe capito.
«Di qualunque cosa tu abbia bisogno, sai dove trovarmi.»
Ringraziò Bulma, che si rivelò essere l'amica preziosa che era sempre stata e si congedò.
Alzatasi dal divano si avviò verso la camera da letto, da cui vide uscire Goku pronto per farsi una doccia.
Chichi gli sorrise distratta.
«Vuoi venire?» le chiese il marito sistemandosi l'asciugamano sulla vita.
«Come? No ecco, io volevo chiederti, se ti andava di cenare da Hiro questa sera?»
L'espressione di Goku mutò leggermente, si notò una punta di stupore nei suoi occhi.
«Mi era parso di capire che non volessi nemmeno parlarne.»
«Sì ma, ho pensato che in fondo forse sarebbe meglio chiarirsi dopo i malintesi di ieri.»
«Forse dovresti andarci da sola.»
«Da sola?»
Questa volta era stata l'espressione di Chichi a diventare ben più che scettica dalle parole pronunciate dal marito. Come poteva voler mandare sua moglie a casa di un uomo che fino al giorno prima aveva annunciato di essere suo promesso sposo?
«Siete stati amici molti anni, è normale che-»
Il discorso di Goku venne interrotto dalla risata di lei, una risata che non lasciava sperare in niente di buono.
«Tutto questo è assurdo, ASSURDO. Tu vuoi davvero che io vada lì da sola? Non ti interessa giusto? È una cosa che dobbiamo chiarire tra di noi, no? È questo che stai dicendo?»
«Amore io-.»
«Non dire nulla, hai già detto abbastanza! Va bene Son Goku, hai vinto tu, andrò da sola. Augurati solo che io ci torni in questa casa!»
Si voltò senza lasciargli il tempo di rispondere e si chiuse in camera.
Il Saiyan rimase interdetto davanti alla porta chiusa, ancora il suono delle sue parole nelle orecchie. Non riusciva a capire il perché di quella reazione, ma un pensiero, un minuscolo impercettibile pensiero si insinuò nella sua testa. Ancora non capiva, non poteva capire, ma lo avrebbe fatto, molto presto.
STAI LEGGENDO
The Stranger
FanfictionEssere la moglie di un Saiyan non è un'impresa facile, soprattutto se tuo marito si chiama Son Goku e fa -distratto- di secondo nome. Dopo anni di matrimonio Chichi inizia a sentire il peso delle sue disattenzioni, e ad alimentare le sue insicurezze...