«Bentornata splendore. Divertita?»
A sorpresa la voce di Bulma riusonó nella stanza.
«Cosa... Cosa ci fai qui?» chiese Chichi chiudendosi la porta alle spalle e barcollando leggermente verso di lei.
«Vegeta e Goku se ne sono andati con i ragazzi da qualche parte a fare "non so cosa" e io ho pensato bene di aspettarti qui. Sei rimasta piú di quanto pensassi devo ammettere. Allora, com'è andata?»
«Figuriamoci.» bofonchió lei stizzita.
«Che c'é? È andata cosí male?»
Chichi prese una sedia e vi ci sedette pesantemente mettendosi le mani nei capelli quasi a voler fermare la testa che aveva ripreso a girarle.
«No, no intendevo, figuriamoci se al posto tuo avessi trovato Goku ad aspettarmi sveglio. Preoccupato magari.» rise sconsolata.
«A dire il vero mi è sembrato un po'-»
«Vegeta non ti avrebbe mai lasciata andare da sola, mai.» la interruppe la mora parlando frettolosamente «Io invece. Io ho un marito che non si preoccupa nemmeno di aspettarmi se torno tardi da sola da un posto in cui non sono mai stata.»
Bulma la guardó intenerita mentre la testa di Chichi sprofondó sempre di piú tra le sue braccia accovacciate sul tavolo.
«Se preferisci ne parliamo domani, mi sembri stanca.»
«No, sto bene. Decisamente non sono piú abituata a bere vino. questo è certo.»
«Allora racconta»
«Con Hiro ci siamo chiariti, è tutto a posto. Anzi siamo stati meglio di quanto pensassi se devo dirla tutta, considerato che pensavo mi sarei sentita totalmente a disagio. Solo un piccolo inconveniente, ci siamo quasi baciati prima che andassi via.»
«COSA?!»
Bulma strilló talmente forte da farla sobbalzare dalla sedia.
«Ma sei impazzita?!»
«Vi siete "quasi" baciati? E lo dici cosí come se nulla fosse?»
«Perchè non è niente, è stato un incidente. Stavo andando via e salutandoci per sbaglio ci siamo appena sfiorati.»
«Beh, mi auguro lui la pensi allo stesso modo tesoro, potrebbe essersi fatto un'altra idea. Hai intenzioni di raccontarlo a Goku?»
Gli occhi di Chichi fissarono quelli dell'amica per un istante per poi risprofondare tra le sue stesse braccia.
«Certo che no» disse piano «Come se gli potesse importare qualcosa poi.»
Bulma battè con forza un pugno sul tavolo che di nuovo fece sollevare Chichi velocemente su sè stessa.
«Adesso basta! Non ti riconosco piú. Tutto questo lamentarti senza far niente non è da te. Pensi davvero che a Goku, al tuo Goku, non gli importi nulla di sua moglie?»
«Sai meglio di me di cosa sto parlando. E poi lo vedi? Io no, non è qui, non sa dove sono e non gli interessa.»
«Quando sono arrivata l'ho trovato seduto in giardino con gli occhi chiusi sai? Gli ho chiesto cosa stesse facendo e ha risposto che stava controllando la tua aura, per sapere se stessi bene.»
«Pff, che fesseria.» sbuffó lei seria.
«Goku a te ci tiene tesoro, te lo assicuro.»
«Beh non abbastanza!» strilló lei con le lacrime agli occhi. «Scusami, non volevo urlare. Bulma io so chi ho sposato. So che Goku non è il ritratto dell'uomo perfetto. È un Saiyan, è un testone, è un ingenuo e mille altre cose ancora e forse inizialmente non conoscevo tutti i suoi difetti, ma ho imparato ad amarli, probabilmente perchè aveva altrettanti pregi o perchè siamo in qualche modo cresciuti insieme da quel momento in poi, e nemmeno io sono di certo una donna facile, lo so. Ora peró, dopo tutto il tempo che è mancato qui con noi, con me, mi rendo conto che mi ritrovo accanto una persona che non ha davvero cura di me, mi sento data per scontata e io... Non lo so, forse sto solo vaneggiando.»
«Chichi io ho sposato il Principe dei Saiyan, penso di saperne qualcosa su uomini orgogliosi e con la testa dura piú del marmo.» le disse con un piccolo sorriso.
Vedi, se c'è una cosa che peró ho capito è che non riusciremo mai a cambiarli, non cosí almeno. Lamentarci non serve a nulla, escogitare piani diabolici per attirare la loro attenzione tanto meno, c'è un'unica cosa da fare.»
Bulma le prese le mani e la guardó dritta negli occhi.
«Devi volerti bene. Amati.»
Suonó come un dolce risveglio, una parola magica, un suono sentito per la prima volta. "Amati", a tutti gli effetti sembrava un consiglio meraviglioso.
«Amarmi?»
«Ti sei sempre fatta in quattro per chiunque, non solo per Goku. Forse è il momento di deporre le armi, che dici?»
«Intendi dire che dovrei prendermi una vacanza?»
«Intendo dire che devi pensare di piú a te stessa. Se vuoi davvero vedere qualcosa cambiare nella tua vita devi iniziare da te. Fa le cose che ami per te, non per accontentare qualcuno o ricevere l'amore di chi desideri. Sei madre e moglie da tanti anni ormai, lo so che è facile dimenticarsi di chi siamo e cosa vogliamo per darlo a chi ci sta attorno, ma ti assicuro che non appena ti sarai ritrovata vedrai le cose cambiare anche intorno a te.»
Chichi ormai pendeva dalle sue labbra. Ogni parola di Bulma risuonava nella sua testa limpida, vera, come se non avesse mai aspettato altro che sentirsi dire quelle cose da qualcuno. Ora stava succedendo, ora era il suo momento, ora era il tempo di darsi tutto ció che si era negata fino a quell'istante.
«Beh devo ammettere che mi sarei aspettata tutt'altro consiglio, tipo "fatti desiderare" o cose simili, ma questa soluzione mi piace molto di piú.»
«Non c'è niente come l'amore per se stessi tesoro, ed è quello che ho fatto con Vegeta. Ero esasperata ormai, cosí mi sono detta "Va bene Bulma, è ora che torni a pensare a te stessa un po' di piú. Vegeta sa badare a sè stesso e se è davvero l'uomo giusto se ne accorgerá senza che io muova un solo dito".»
«Ed ha funzionato?»
«Certo che sí. Quando ha iniziato a capire che non avevo bisogno di lui per sentirmi realizzata e felice, l'ha percepito subito e beh, ora lo vedi com'è, fa tutto l'orgoglioso solo perchè è "il Principe blah blah blah", ma non ha piú fatto un solo passo falso.» rispose ridendo «Non sto dicendo sia un rapporto senza litigi o incomprensioni, altrimenti sai che noia, ma ci amiamo e ci basta.»
Lo sguardo di Chichi si perse tra i suoi pensieri. Forse aveva finalmente trovato l'antidoto per il suo matrimonio, oppure tutto quell'amore per sè stessa le avrebbe fatto realizzare quanto, nonostante avessero messo al mondo due splendidi ragazzi, Goku non sia mai stato la persona giusta per lei sin dall'inizio. Cosa avrebbe fatto allora? Come avrebbe reagito?
«A che pensi?»
«Penso che hai ragione, ma non so a cosa porterá tutto questo e forse mi mette un po' paura.»
«È l'unico autentico modo che hai per capire cosa davvero ti rende felice tesoro, senza dipendere da nessuno.»
«Hai ragione. Mi chiedo se l'arrivo di Hiro sia poi cosí casuale come sembra. A volte mi pare che alcune cose accadano per una ragione precisa.»
«Forse è cosí. Una cosa è certa, puoi contare sempre su di me in qualunque situazione, questo lo sai, vero?»
Lo sguardo di Chichi si ritrovó negli occhi azzurri di Bulma, chiari come la veritá che le aveva appena rivelato. Lo avrebbe fatto, avrebbe allontanato qualsiasi pensiero negativo, qualsiasi emozione fuorviante o che l'avrebbe potuta distogliere dall'unica cosa che sarebbe importata davvero da quel momento in poi. Sè stessa.~
"Sono andata in cittá a fare un po' di compere, torneró tardi. La cena é nel forno. A piú tardi, Chichi."
«Un altro bigliettino?»
«Giá.»
Goku prese il post-it lasciato sul frigorifero, posizione che Chichi non aveva scelto per caso conoscendo bene la famiglia, e lo poggió pensieroso sul tavolo della cucina.
«Ci va da quasi due settimane ormai, non è mai successo prima.»
«Lo so Gohan, piú di quanto ci siamo mai stati insieme.»
«Mi sembri pensieroso, se è per la cena sembra essercene abbastanza per tutti.»
Il Saiyan sorrise e scosse la testa. Qualcosa si stava muovendo dentro di lui, un pensiero che per tanto tempo era rimasto sopito senza che potesse riconoscerlo, ma ancora faceva fatica a definirlo.
«È solo che.. È strano non vederla sempre qui, non credi?»
«Sí é un po' strano non vederla girare per casa, peró devo ammettere che non vedevo la mamma cosí radiosa da un po' di tempo. E poi questo modo di vestirsi che ha ora credo le doni molto, non che gli abiti di prima le stessero male, ma questo versirsi piú "occidentale"-»
«Sí, sta molto bene in effetti.» rispose Goku interrompendolo.
Il suo tono traspariva un misto di contentezza per la serenitá di sua moglie e un senso di vuoto che non riusciva bene a spiegarsi.
«Ti infastidisce che stia via tutte queste ore?»
«Certo che no, solo mi chiedo, perchè le serva andare cosí spesso in cittá. Possiamo occuparci anche noi di andare a fare la spesa.»
«Non credo ci vada solo per quello. La mamma mi ha raccontato che si ritrova a fare passeggiate infinite in centro e visitare posti in cui non é mai stata prima. È come se avesse riscoperto un mondo a cui é rimasta a distanza da sempre e vuole viversi questa esperienza come meglio crede. Almeno questo é quello che mi ha detto.»
Goku si chiese perché a lui non avesse detto tutte quelle cose sui motivi che la spingevano ad allontanarsi chilometri da casa ogni giorno.
«Come fai a sapere tutte queste cose?»
«Beh, gliel'ho chiesto.»
Sgranó gli occhi e si accorse di non aver fatto nemmeno mezza domanda a sua moglie sul perché di quella decisione. Possibile che fosse stato cosí incurante da rimanere impassibile a tutto e preoccuparsi solo di andare ai suoi costanti, incessanti allenamenti? Eppure, era proprio cosí.
«Credi si veda anche con quel suo amico?»
«Amico?»
«Sí ricordi Hiro, quello che ci ha invitato a cena un po' di giorni fa. È da allora che mamma ha ripreso ad andare lí cosí spesso.»
«Non saprei, ha detto solo che la cena era andata bene e che era tutto sistemato tra loro.»
«Forse allora sono tornati ad essere amici e-»
Goku smise di sentire le parole del figlio di fianco a lui. Lo sguardo vagamente perso e una mano sul bigliettino che Chichi aveva lasciato per l'ennesima volta quella settimana.
«Tutto bene papá?»
Senza nemmeno accorgersene Goku aveva stretto la sua mano in un pugno e il bigliettino di sua moglie finí completamente accartocciato sotto di essa.
«Sí, credo di sí.»
Nuovi pensieri continuavano ad insidiarsi nella sua mente, ma ancora poco chiari e precisi. Una cosa era certa, iniziava a sentire il calore di sua moglie allontanarsi da lui, quella donna sempre presente nonostante le sue tante mancanze e lunghe assenze gli sembrava sfuggire di vista giorno dopo giorno. Era innegabile che qualcosa fosse diverso. Una flebile voce interiore gli disse che non poteva lasciare che tutto andasse avanti in quella direzione senza muovere un dito. Era arrivato il momento di fare qualcosa per interrompere quell'inversione di marcia, ma si accorse di non avere la minima idea di dove cominciare. Avrebbe chiesto consiglio, quella "battaglia" sembrava non essere ancora alla sua altezza.
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The Stranger
FanficEssere la moglie di un Saiyan non è un'impresa facile, soprattutto se tuo marito si chiama Son Goku e fa -distratto- di secondo nome. Dopo anni di matrimonio Chichi inizia a sentire il peso delle sue disattenzioni, e ad alimentare le sue insicurezze...