Ombre

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Domenico Bruni, era sempre stato un ragazzo all'apparenza solare e sempre con il sorriso sulle labbra, capace di portare il sole anche negli angoli e negli anfratti più bui.

Nessuno, tuttavia, era a conoscenza di cosa ci fosse realmente  dietro quel viso all'apparenza spensierato e allegro. La vita di Mimmo era stata infatti costellata di dolore e sofferenza fin da bambino; portava con sè la cicatrici morali di un padre che non lo amava, tanto da diseredarlo e allontanarlo nel momento in cui venne a conoscenza del fatto che fosse un mago; 

La madre, una santa donna, amava molto il figlio, tanto da andare via di casa con lui per non lasciare che fosse solo nell' affrontare le difficoltà della vita. Per diversi mesi si ritrovarono senza fissa dimora, andando ad occupare le abitazioni dei babbani disabitate o assenti per le vacanze, in cerca di un rifugio sicuro.  Fortunatamente per loro, la madre del Bruni, nel  girovagare conobbe un mago di origine bulgara, dalla straordinaria tempra morale,nonchè padre di un futuro grande giocatore di Quidditch,  che le permise di lavorare per la sua famiglia, accogliendo entrambi come fossero loro parenti. Mimmo da quel momento cominciò a frequentare la stessa scuola del figlio Viktor, diventato per lui come un punto di riferimento e una spalla su cui contare.

Benchè scontasse un passato cosi complicato, Domenico Bruni, fin da subito, si è dimostrato un mago con un grande potenziale magico e una gran voglia di imparare le arti occulte;

A Durmustrung, conobbe la sua prima ragazza Dalila,  una ragazza più grande di un anno, la quale gli permise di acquisire sicurezza in sè stesso e nelle proprie potenzialità, anche se probabilmente  Mimmo non provò mai un sentimento forte come l'amore verso Dalila.

Dopo quella relazione, finita male per un tradimento della ragazza, Mimmo ebbe grossi problemi ad affezionarsi, preferendo sempre rapporti cordiali ma superficiali, evitando così di aggiungere ulteriori sofferenze nella propria esistenza; l'unica persona di cui si fidava ciecamente era Krum, divenuto una sorte di fratello acquisito.

Questa sorta di corazza che si era costruito a difesa della sua persona, cominciò a vacillare la sera del suo arrivo ad Hogwarts, nel momento in cui il suo cappello era volato verso il tavolo della Casata dei Corvonero, quando, seppur per pochi secondi, i suoi occhi si erano andati ad incrociare con quelli di un ragazzo dai capelli neri e ricci. 

Niente più che un breve intreccio di sguardi, capace però di risvegliare dal torpore qualcosa che Mimmo credeva di non riuscire più a provare, un fuoco interiore che arde e riscalda e che dal petto, si propana verso il resto del corpo.

Dopo quel momento, Mimmo cominciò ad essere profondamente combattuto, da un lato temeva questo sentimento, perchè avrebbe potuto risvegliare in lui la sofferenza provata con Dalila, ma dall'altro, seppur inconsciamente, Mimmo non vedeva l'ora di rivedere quel ragazzo, cercando i suoi occhi come fossero una calamita, perchè ansioso di riprovare quel calore che tanto l'aveva scombussolato.

La vita si sa, è imprevedibile, e poco tempo dopo, il "figlio" del Nord, si ritrova con quel ragazzo, Simone Balestra, a girovagare per il castello, e ad ascoltare le sue spiegazioni sulla storia del Hogwarts, una scuola che aveva dato i natali a tanti maghi celebri per virtù, ma anche per le imprese oscure compiute.

Ascoltando la sua voce, e guardando i suoi movimenti durante la "lezione di storia di Hogwarts", Mimmo ne era ormai sicuro, Simone  sarebbe ben presto diventato importante nella sua vita.

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