Coraggio

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Il tempo scorreva placido in quel di Hogwarts; ad un autunno piovoso, ne seguì un inverno nevoso;  Il torneo Tremaghi occupava gran parte delle discussioni degli studenti, e dopo la prima prova, fu palese per tutti che il quarto incomodo, Harry Potter, sarebbe veramente stato un campione veramente di spessore, nonchè pronto a lesinare ulteriori sorprese nel resto delle prove.  Dopo la "lezione di storia" di Simone a Mimmo, il rapporto tra i due si era sempre più rafforzato, tanto da poterli considerare ormai come amici stretti.  Simone era a lezione di Pozioni e parlottava fitto fitto con Laura, mentre dall'altro lato della stanza, Manuel era alle prese con i rimbrotti del Professor Piton, che non faceva altro che lamentarsi di come fosse una delusione per la sua casa,in quanto assolutamente negato in quella disciplina. Normalmente Simone e Laura avrebbero riso per la cattiva sorte dell'amico, ma erano troppo impegnati in una conversazione dall'alto livello educativo:

Laura: Allora Simo, le cose con Mimmo mi sembra che vadano molto bene, hai deciso di invitarlo per il ballo del ceppo? Natale si avvicina e rischi che qualcuno/a te lo porti via.

Simone: Laura, ma stai scherzando? Mimmo non sa ancora nulla di me, siamo amici e non voglio rovinare il nostro legame, non potresti venire tu con AHI!

Simone non ebbe il tempo di finire la frase, che Piton, planando dietro i due con fare silenzioso, ne interruppe il dialogo con un sonoro scappellotto in testa per il mezzo romano, scatenando l'ilarità di Laura per le sventure del Balestra.

Piton: 20 punti in meno a Corvonero per la voglia di parlare di questi due qui dietro!  Adesso avanti, a lavoro!

Il consiglio di Laura in realtà non era così disinteressato, in quanto il Bruni all'insaputa del Balestra in una conversazione con la Corvonero, aveva accennato al fatto che probabilmente non sarebbe stato presente al ballo del ceppo,perchè non aveva nessuno con cui andare e per non essere solo, avrebbe preferito non essere presente all'evento.

La sera stessa, Simone aveva un appuntamento con Mimmo in sala grande per giocare a scacchi magici; in attesa dell'incontro, il ragazzo si trovava nella sala comune dei Corvonero davanti al proprio specchio, cercando di domare la sua chioma ribelle, quasi causandosi una crisi di nervi per l'ansia.

Alla fine, rassegnato, si avviò verso la Sala grande, maledicendo la propria capigliatura, la quale non voleva saperne di collaborare. Arrivò nel luogo dell'appuntamento in leggero ritardo sull'orario prefissato, e Mimmo era già lì che aspettava pazientemente l'amico,scambiando nell'attesa qualche parola con altri studenti di Durmstrung .

Mimmo: Ehi Simò, ma che fine hai fatto? Ti pensavo disperso nel castello..

Simone: Ehm, scusa Mimmo, ho avuto un contrattempo...nulla di grave, ma sono stato trattenuto più del dovuto, ( meglio evitare di dire la verità, pensò Simone).

Mimmo: non ti preoccupare, forza siediti che voglio batterti a scacchi, sono un maestro nel gioco sai? Ho vinto anche un campionato nella mia scuola, e voglio vedere le tue abilità di gioco!

Simone: bene, iniziamo, io prendo i bianchi e tu i neri.. senti come va la vita? Ti stai divertendo qui con noi?

Mimmo: certo Simò,perchè questa domanda? Il posto è incantevole, pieno di storia, ci siamo anche  conosciuti, e così ho trovato un buon amico, perchè non dovrei?

Il Balestra udendo quelle parole, fece un sorriso di circostanza, avrebbe preferito essere qualcosa in più di amico, ma ovviamente Mimmo non doveva saperlo, per non rischiare di compromettere la loro amicizia..

Simone:  allora Mimmo, chi porterai al ballo del ceppo?

Mimmo:  Simò scusami, ma non hai parlato con Laura? Ci siamo visti l'altro giorno e mi ha fatto la stessa domanda: le ho detto che probabilmente non sarei andato al ballo,poichè non avrei nessuno con cui andarci, ma davvero non ne hai parlato con lei?

A Simone non venne difficile capire che il discorso che Laura gli aveva propinato, fosse frutto di questa conversazione e nel rispondere a Mimmo, dicendo che probabilmente Laura gli avesse accennato qualcosa, ma che lui se ne fosse dimenticato, si ripromise di affrontare meglio il discorso con l'amica.

Ad ogni modo, Simone non voleva che Mimmo rimanesse solo la sera del ballo, e in un insolito slancio di coraggio, come guidato da una forza divina,disse: Mimmo, ascolta, io non ho ancora nessuno che mi accompagni, vorresti venire con me? In amicizia, sia chiaro, ma l'idea che tu rimanga solo,mentre il resto delle scolaresche si diverta, non mi piace molto, ad essere onesti.

Mimmo, prima squadrò Simone da cima a fondo con aria interrogativa, subito dopo, però, sul suo viso comparve un sorriso tale da far sciogliere i ghiacciai e sentenziò con voce divertita:  E sia Simò, ma il caffè lo offri tu!


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