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ARTHUR'S POV:

Ormai sono passati giorni da quando non vedo più mia figlia Ivy e i soldati che la accompagnavano. Mentre mi interrogo sui perché vedo le mie due figlie portarmi da mangiare sulla mia sedia nera. È da quando è partita Ivy che non mi sento più bene e attivo come una volta. Ricordo i bei tempi quando io e la mia amata trascorrevamo il tempo insieme a passeggiare lungo il lago, ballavamo e cantavamo come se fossimo dei ragazzini di tredici anni. Ivy le assomiglia così tanto. E se fosse per questo che mi sto ammalando sempre di più. Sarà l'ansia e lo stress di perdere un'altra persona importante nella mia vita. Ringrazio le mie figlie per la cena e mentre provo a mangiare vedo le guardie tornare. Mi alzo dalla sedia con le gambe che mi cedono, ma tempo di raggiungerli che sono già difronte a me.
<<vostra maestà>> si inchina il comandante dell'esercito. Noto nella sua voce tristezza e un pizzico di terrore.
Ho già capito.
Ho già le lacrime agli occhi.
<<maestà, mi addolora annunciarvi che vostra figlia minore è scomparsa. Ipotizziamo che sia stata rapita dal re nemico e tenuta prigioniera. In quanto capitano ho deciso di non attaccare, altrimenti sarebbe troppo rischioso e prevedibile>>. Mi guarda come se la cosa non gli importasse, come se l'avesse avvertita e che ora dove cavarsela da sola.
<<vostra maestà...noi crediamo che ormai sia troppo tardi>>. Si inchina di nuovo e se ne va.
Sento che mi sta crollando il mondo addosso. Mi siedo prima di cadere a terra.
Oh perché ho accettato di mandarla a combattere? Chi sa quali torture le ha afflitto quel verme! Ma ormai, come ha detto il comandante, è troppo tardi per tornare indietro e combattere.
<<padre...>>.
Sento una voce che mi chiama da dietro, mi volto e vedo lo sguardo sconvolto delle mie due figlie. Tutto quello che posso fare è solo abbassare il capo e osservare fuori dalla finestra con la speranza che torni.

LIAM'S POV:

è da qualche giorno che tengo Ivy intrappolata nella mia stanza. Come faccio a sapere il suo nome? Devo ammettere che è molto bella e chi se non uno come me può cercare informazioni su una come lei?
È anche da qualche giorno che non mangia però. È strano da dire, ma mi sto preoccupando per lei, non ha toccato cibo per giorni. Questa volta ho deciso di cucinarle io personalmente. Apro la porta della mia stanza e la vedo lì, adagiata sul cuscino come una principessa. Mi avvicino e noto che dormiva, ma quando sto per appoggiare il vassoio sul comodino affianco al letto, lei apre gli occhi di scatto. È stata così veloce, come se temesse che io l'attaccassi e pronta a difendersi. Mi guarda col suo solito sguardo freddo.
<<cosa vuoi ragazzino?>>. Mi parla come se non mi avesse mai visto in vita sua.
Ghigno.
<<fino a ieri urlavi il mio nome e oggi mi chiami ragazzino?>>.
Appoggio il vassoio sul comodino con violenza.
<<ti ho portato da mangiare volpe>>. Nonostante mi stesse ribollendo il sangue nelle vene cerco di mantenere la calma per non spaventarla, non che averla minacciata e legata al letto non sia spaventoso.
<<non ho fame>>.
<<non mi interessa. Non puoi morire di fame>>. Inizio a parlare a mia volta in modo freddo, ma il pensiero che lei non mangi da giorni mi fa male al cuore. Cosi mi adagio sul letto di fianco a lei e la guardo dolcemente.
<<volpe, è da giorni che non mangi, non puoi continuare così>>.
<<fanculo ragazzino. Ho detto che non ho fame>>. Sbuffa e ruota gli occhi alzandoli al cielo.
La guardo. Mi avvicino a lei e prendendola per il collo mi posiziono sopra bloccandola completamente al materasso.
<<oh piccola volpe, forse tu non hai ben capito chi sono io. Io sono il re e fino a quando rimarrai nel mio castello rispetterai le mie regole>>, le stringo il collo <<iniziando a non ruotare gli occhi in mia presenza. Sono stato abbastanza chiaro?>>.
La vedo ridere, con quella maledetta ironia che la possiede.
<<sei il re? Ma davvero? Non me l'aspettavo sai>> continua a ridere per stuzzicarmi di più.
Sento che la mia pazienza sta svanendo. Mi alzo da lei e inizio a contare.
1...
Chiudo gli occhi.
2...
Respiro profondamente.
3...
<<non prendo ordini da nessuno>>.
Fanculo.
Appena sento questo, mi precipito verso di lei legandole i polsi al letto.
<<bene volpe, vedremo. Ma si dia il caso che non uscirai più da questa stanza fino a mio nuovo ordine>>.
Detto questo vedo il suo viso farsi più cupo, ma in questo momento non mi interessa, devo solo scaricare la rabbia. Esco dalla stanza chiudendo a chiave.

✨️EHY GUYS! Questo è il capitolo 5 della nostra storia e possiamo ufficialmente dire di essere a metà storia. Godetevi i capitoli!✨️

AMORE TRA DUE REGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora