Dopo ore di stremanti camminate e riflessioni sulla mia vita finalmente Vistora si stagliava davanti ai miei occhi. Un piccolo villaggio interamente costruito dopo l'esplosione di luce viola: un arco di legno delimitava l'ingresso in quel borgo, unico spazio aperto nella recinsione fatta di metallo e vetri rotti che circondava completamente tutta la cittadina. Non era un luogo immenso ma abbastanza grande da non vederne i confini nel punto in in cui mi trovavo ovvero nascosta dietro ad un albero indecisa sul da farsi. Due guardie della sezione dell'esercito adibita al controllo cittadino (una specie di polizia possiamo dire) erano poste ai lati dell'entrata, non erano molto vigili, da quando ero nascosta li avevo visti più volte farsi un goccetto di liquore e intraprendere delle partite a carte che erano culminate tutte pressoché nello stesso modo: tavolo buttato in aria e imprecazioni varie da parte del perdente di turno.
Anche se non incarnavano il modello del soldato ideale dovevo comunque fare attenzione, dei comunicati stampa venivano diramati a tutti gli esponenti dell'esercito e spesso dei fogli segnaletici con la descrizione del ricercato venivano affissi in tutte le città. Ero ormai sicura che i miei reati sarebbero stati considerati gravissimi, considerando che avevo "stordito" una sezione intera di militari specializzati e da brava fuggitiva ero scappata dalla loro morsa, aggiungendo la questione delle mie "capacità" molto appetibili per Lo Stato.Se i segnati di classe C venivano puntualmente spediti nelle baraccopoli instituite in tutto il sud america, i segnati di classe B venivano mandati nel nord america o nell' ex continente asiatico per poter condurre pressoché una vita tranquilla con una casa assegnataria e un lavoro che contemplasse le loro nuove capacità. Venivano considerati i più fortunati dal resto della popolazione dato che la loro esistenza sarebbe ricominciata in tutta comodità e senza nessuno sforzo. Dovevo ammettere che li avevo invidiati molto in passato ma quel rancore e quell'invidia erano spariti riflettendo sul fatto che sarei stata comunque presa e obbligata a vivere in una realtà nuova, in una casa che non avevo scelto e facendo un lavoro che non avevo deciso.
I luoghi come Vistora, nel vecchio continente europeo, erano quelli dove ci si poteva rifugiare, dove chiunque poteva nascondere la propria identità e il proprio status di segnato o non. Seppur vigesse la legge marziale in ogni luogo de Lo Stato, si dava spesso per scontato che ormai fosse rimasta soltanto una popolazione di non segnati nella vecchia Euorpa e, tranne nelle grandi capitali, i controlli solitamente erano pressoché inesistente e rivolti soprattutto ai fuorilegge come me o ai segnati di classe C che, giustamente, non volevano essere spediti nelle baraccopoli del sud America.
All'improvviso mi accorsi dell'arrivo di una carovana di persone, composta da almeno tre carrozze con annesso personale intorno ad esse. Notai un gruppo di ragazzini che si stava apprestando a chiedere qualche moneta o pezzo di pane in fondo a quel corteo. Colsi subito l'occasione al balzo, il mio aspetto poteva benissimo essere attribuito alla vita di strada contanto i miei abiti sudici e il mio viso malmesso. Furtiva mi accodai insieme a quel gruppetto di ragazzi gesticolando come loro per avere del cibo e dei soldi. Il piano riuscii alla perfezione, nessuno mi aveva notata e neanche i ragazzini stessi avevano fatto delle domande, forse abituati al via vai continuo di straniere e viaggiatori a Vistora.
Finalmente entrata in quella città notai piacevolmente che nulla era cambiato dall'ultima volta in cui c'ero stata: le stesse infinite casette di legno e metallo si stagliavano senza un'ordine preciso per chilometri, le solite persone indaffarate riempivano le strade e ognuno si occupava al meglio del proprio mestiere: chi sfornava pane caldo, chi vendeva pesce e più in là, nei quartieri più benestanti boutique ricolme di vestiti di tutti i tipi, saloni di bellezza e negozi di cianfrusaglie varie. Inspirai profondamente quell'aria così familiare mescolandomi tra la folla, nessuno avrebbe fatto caso a me.
Seguii la strada a memoria, sorpassando risate, odori inebrianti e un forte chiasso.
La casetta di Chris si trovava dalla parte opposta rispetto all'entrata, nascosta nella perifieria della città che a detta di tutti era il quartiere dove si trovavano criminali e delinquenti ovvero il luogo perfetto per nascondere un commercio illegale di elettronica.
Camminai una buona mezz'ora prima di arrivare di fronte alla sua abitazione, in quel quartiere c'era decisamente meno gente e feci più attenzione a non dare nell'occhio. Quando mi ritrovai davanti alla porta ebbi un fremito alla mano ancora prima di bussare. Avrei potuto trovare la casa deserta o peggio, avrei potuto trovare i soldati che mi stavano aspettando. Scesi i gradini della veranda in legno a ritroso, avevo deciso che avrei controllato prima dalle finestre. Il cuore voleva scapparmi via dal petto insieme alle mie gambe e a tutto il resto del mio corpo. Restai vigile e ferrea. Ero arrivata fin lì e non sarei scappata come una codarda. Scacciai la vocina nella mia testa che mi intimava di andarmene via, anzi, mi ordinava di andarmene. Sentii un leggero formicolio alle dita e serrai i pugni. Non me ne sarei andata per nessuna ragione al mondo. Mi avvicinai alla finestra sul fianco sinistro della casa e osservai di soppiatto: la tenda copriva l'apertura ma si udivano chiaramente dei rumori metallici e un fischiettare sereno. Mi tranquillizzai all'istante e sgattaiolai di nuovo di fronte alla porta che a questo punto stavo già battendo con decisione. Il fischiettare cessò e sentii un rumore di passi in mia direzione.
Ero veramente felice di rivedere Chris dopo tanto tempo e facevo fatica a trattenere l'eccitazione.Vidi la porta aprirsi e prima che potessi saltare addosso al mio amico mi resi conto che la persona che avevo davanti era Louise. Non Chris.
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La luce viola
FantasiaEva è una non segnata. L'esplosione di luce viola che ha fatto sprofondare il mondo in una realtà dove la tecnologia ha smesso di funzionare, le ha portato via i suoi genitori e ogni cosa. Solamente i non segnati come lei possono scegliere liberame...