Ormai ero in sella a quel cavallo da ore. Avevo percorso tutti i sentieri più nascosti e intricati, svoltando a destra o a sinistra senza la benché minima idea di dove stavo andando. Non potevo recarmi a Nuova Delt, sarebbe stato un suicidio: troppi militari, troppe guardie, sarei stata catturata appena varcate le porte della città. Sperai con tutto il cuore che Louise non avesse deciso di recarsi a Nuova Delt proprio in quei giorni e sperai ancora più intensamente che fosse sfuggita alle ricerche dei militari quando indagavano sul mio conto.
Mentre galoppavo senza sosta passai di fronte ad una vecchia insegna e solo dopo mi accorsi di qualcosa che aveva attirato la mia attenzione. Rallentai la corsa forsennata del cavallo e lo feci tornare indietro. Il bellissimo animale dal manto corvino ansimava furiosamente il pelo irto luccicava di sudore. Dovevamo fermarci e riposarci. Passai delicatamente una mano sul suo dorso poi mi feci forza per scendere dalla sella. Sospirai per il dolore che però fu meno intenso di quando ero salita, era soltato una lieve distorsione, nulla di più. La prima notizia positiva dopo un'interminabile sequenza di disastri.
Alzai lo sguardo verso il cielo: la luna, unica fonte di luce, illuminava il paesaggio rendendolo ancora più tetro e diroccato. I sentieri che avevo appena percorso si facevano strada dentro alle macerie di una vecchia univeristà che era stata completamente rasa al suolo. Dove mi trovavo io i resti di quel luogo di studi erano ormai alle mie spalle ma leggermente sopraelevati tanto da sormontare tutto ciò che si trovava intorno ad essi. Mi strinsi le braccia al petto per il freddo intenso di quella nottata.
Sbuffai camminando lentamente verso l' insegna, la osservai con più attenzione: in realtà non era un cartellone pubblicitario come avevo pensato ma un vecchio cartellone stradale e sul metallo sbiadito vi erano incise delle indicazioni moderne aggiornate al nuovo assetto geografico dopo l'esplosione."Vistora, quattro chilomentri dopo il torrente, sentiero a nord-est."
Non mi meravigliai che le indicazioni rimandassero ad una stradina secondaria, visto il luogo nel quale si trovavano.
"Vistora" pensai. Il luogo in cui abitava Chris.
Avrei voluto avvertirlo con tutta me stessa ma dovevo valutare la situazione. Il percorso che dovevo seguire era decisamente più breve rispetto alla strada principale ma dei soldati potevano conoscere anche il più piccolo cunicolo o sentiero; senza contare che una seconda divisione poteva essere stata già mandata da Chris.
Non sapevo dove andare o cosa fare, non sapevo nemmeno più chi o casa ero dopo quello di cui ero stata capace. L'unica scelta che mi era rimasta era quella di rischiare. Dovevo avvisare Chris del pericolo, dovevo almeno provarci.Salii di nuovo in groppa al cavallo e mi avviai verso il torrente indicato dal cartello.
Solo allora mi venne in mente un pensiero che avevo del tutto trascurato: il capitano di classe A, quell'essere immondo, il peggiore fra tutti gli altri soldati, mi aveva incitata a scappare. Rabbrividii percorsa da un'ondata di gelo; non capivo del perché mi avesse detto quelle parole, non ne capivo il senso. C'erano troppi pezzi in quel puzzle che mancavano all'appello, troppi interrogativi al di fuori della mia portata.
Digrignai i denti, odiavo non avere il controllo della situazione, ero certa di essere all'oscuro di un mondo intero che si trovava poco più in la' di quanto potessi arrivare.
Decisi che se avessi trovato Chris gli avrei spiegato tutto, magari in due avremmo capito qualcosa di più di quella situazione. Mi morsi la lingua pensando a Jasmine. Chissà dove si trovava, cosa le avevano fatto: mi sarei vendicata su quei soldati, li avrei distrutti uno. Non ci fu nemmeno in quel momento una scarica di adrenalina, un'esplosione di energia: solamente rabbia, rabbia cieca.
Galoppai senza sosta e in men che non si dica mi ritrovai di fronte ad un fiume largo almeno cento metri e ad occhio abbastanza profondo. Il letto di quel fiume straripava di qualche metro sulle sponde, non capivo come potesse essere così grande rispetto alla descrizione dell'insegna, Non c'erano state piogge negli ultimi giorni. Disperata mi guardai intorno e non trovai traccia di un ponte o passaggio. Il cavallo che mi aveva salvato la vita era del tutto stremato, trottò verso l'acqua senza che gli avessi dato l'ordine di andare avanti. Scesi dalla sella e lo guardai.
Sapevo che avrebbe dovuto riposarsi e anche mangiare e in più non poteva attraversare il fiume.
Avrei dovuto continuare a piedi. Aspettai che avesse finito di bere e lo accarezzai per parecchi minuti. Senza di lui sarei stata persa.
Lo indirizzai ad ovest in modo che seguisse la sponda del fiume e senza guardarlo gli tirai delle pacche per farlo partire.In quel momento mi sentii veramente sola e sperduta. Non sapevo cosa mi riservava il futuro né se ce l'avessi mai fatta ad arrivare a Vistora ma sapevo che dovevo andare avanti, dovevo arrivare da Chris.
Mangiai velocemente le scorte che mi ero portata, se non lo avessi fatto si sarebbero bagnate nel fiume e sarebbero state inutilizzabili. Mi infilai il coltello nello stivale e mi avvicinai alla sponda.
Guardai il fiume dall'alto, l'acqua non del tutto limpida assumeva delle sfumature che andavano dal blu del cielo al verde delle alghe.
Sorrisi di traverso pensando che quel colore si avvicinava molto al colore dei miei occhi, né blu né verde, né carne né pesce; forse era un segno del destino.
Mi buttai nel fiume con ancora il sorriso sulle labbra e il terrore negli occhi.******
Capitolo un po' più corto del solito ma compenserò con un altro capitolo molto presto :D
So che non pubblico da molto ma grazie a tutti quelli che stanno leggendo la mia storia, il vostro supporto mi spinge ad andare avanti a scrivere :D
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La luce viola
FantasyEva è una non segnata. L'esplosione di luce viola che ha fatto sprofondare il mondo in una realtà dove la tecnologia ha smesso di funzionare, le ha portato via i suoi genitori e ogni cosa. Solamente i non segnati come lei possono scegliere liberame...