Restai di stucco osservando quella ragazza bassina e snella dal fisico asciutto e atletico, con la pelle ambrata e gli occhi di un marrone penetrante purtroppo circondati da un alone di stanchezza che non ne nascondeva la bellezza ma che mi fece preoccupare.
Quella per poco non sussultò dalla sorpresa e in men che non si dica mi aveva già trascinata dentro casa e aveva chiuso la porta.
-Qualcuno ti ha vista?
Chiese afferrandomi dalle spalle. Un gesto che poteva sembrare rude ma io la conoscevo bene.
-No Lou, nessuno mi ha vista ho riconosciuta.
-Sei sicura?
-Sicurissima.
Avevo avuto la conferma dei miei peggiori timori, il mandato di cattura nei miei confronti doveva essere stato esteso a tutto Lo Stato se anche Louise sapeva. La mora mi fissò negli occhi e solo in quel momento notai il moto di tristezza e felicità che l'avea colta nel vedermi. Quella presa ferrea che mi faceva quasi male si allentò in un veloce abbraccio, che seppur breve conteneva un maremoto di emozioni. Avevo imparato a conoscere i modi di fare di quella ragazza scontrosa e indomanbile.
-Che ci fai qui? Chris sta bene?
Chiesi tremante ricordandomi che ci trovavamo in casa di Chris e non in una delle sue abitazioni temporanee in giro per Lo Stato.
Sorrise di sbieco. -Sì, sta bene. Sta dormendo come al solito quel pigrone.
Mi lasciai andare in un sorriso, il primo vero sorriso da quando tutto era iniziato.
-I soldati non sono arrivati ancora qui Eva ma lo faranno presto.
Disse seria tutto d'un tratto.
-Lo so e so anche il rischio che vi sto facendo correre stando qui.
Quella, con mia enorme sorpresa, storcette il naso e si incamminò verso un fornello su cui stava bollendo dell'acqua.
-Vuoi un po' di thé?
Sorrise lasciandomi di stucco.
-Louise dovremmo raccogliere le nostre cose e andare, prima ce ne andiamo meglio è, vi devo spiegare tante cose...
Quella non mi fece finire la frase porgendomi una tazza ricolma di thé fumante.
-Non adesso, aspettiamo che Chris si svegli e poi parleremo tutti insieme.
-Ma Lou, potrebbero arrivare da un momento all'altro...
-Eva -- disse con voce ferma -- adesso devi rilassarti e devi anche riposare.
Sospirò indicando i miei vestiti laceri e il mio volto malmesso.
La sua improvvisa calma mi fece irritare. Non aveva ancora capito che in gioco c'erano le nostre vite? Avevo fatto di tutto per arrivare in quella casa e se avessimo temporeggiato i miei sforzi e le mie sofferenze non sarebbero servite a nulla.
Scattai in piedi facendo rovinare al suolo una delle due tazze di ceramica che si frantumò in mille pezzi.
-Vuoi capire che non abbiamo tempo? Se stiamo ancora qui verranno a prenderci! Sono soldati, Louise, soldati di classe A!
Urlai inferocita.
Quella strabuzzò gli occhi e vidi il thé nella sua tazza ribollire e riempire di schizzi tutto il tavolino su cui era poggiata.
-Eva, te lo dico un'ultima volta, ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare.
Osservai prima lei e poi il bollore nella tazza. Da segnata di classe C quelle reazioni involontarie erano del tutto normali. Non avevo mai chiesto a Louise che elemento l'avesse segnata, per questo tipo di argomenti vigeva la regola di non chiedere e tutto mi aspettavo fuorché l'acqua. Dentro di me sapevo che la reazione che stavo avendo era esagerata e fuori luogo ma una vocina nella mia testa mi intimava di continuare, mi sussurrava quanto fosse stata giusta la mia reazione.
Il mio obbiettivo primario era di continuare a vivere.
Digrignai i denti, mentre fissavo il potere di Louise in azione.
Era una minaccia.
Sentii una familiare scossa pervadermi e una scarica di adrenalina scuotermi da capo a piedi, i miei arti si distesero assimilando ogni briciola di quella energia così rigenerante.
Era una minaccia. Le minacce vanno eliminate.
I muscoli del collo si irrigidirono, tesi e pronti allo scatto.
Nella mia testa non esisteva niente che non fosse la parola: "minaccia" in una sfumatura violacea che mi inquietava e allo stesso tempo mi caricava.
-Eva?
Chiese Louise che si era alzata anche lei e mi guardava con aria interrogativa. In quell'istante ero scattata indietro e avevo piegato le ginocchia pronta al balzo.
Le minacce vanno eliminate.
Più cercavo di pensare lucidamente più la mia mente si svuotava di tutto fuorché di un'unica parola "minaccia" e poi un'immagine.
Una lancia, una lancia di luce.
Mostrai i denti come se fossi stata dotata di zanne e irrigidì le dita in modo che diventassero due potentissime lame.
La mia amica aveva fatto un passo indietro d'istinto e quel gesto di debolezza mi fece sorridere di sbieco.
Quella chiuse gli occhi per un istante e proprio nel momento in cui stavo per scattare riaprì gli occhi.
-Eva!
Gridò e la sua mano si era mossa in direzione di una tinozza poco distante e poi davanti al mio volto, un muro d'acqua si era alzato fra me e lei. Feci un passo in avanti, ancora preda di quella rabbia cieca e lei in tutta risposta fece avanzare quella parete in mia direzione, non aspettai che mi travolgesse perché fui io ad infrangermi contro di essa.
Ero immersa in una bolla d'acqua.
Mi mossi in avanti cercando di uscire ma i miei muscoli non si spostarono di un millimetro, la pressione stava diventando immensa e lo scorrere del tempo esauriva il fiato che mi era rimasto in corpo.
Aprii la bocca in cerca di una briciola di ossegeno che non esisteva.
Non feci in tempo a rendermi conto della mancanza d'aria poiché Louise mosse di nuovo la mano e l'acqua tornò nella tinozza da dove era venuta. Mi accasciai al suolo, stremata, senza forze e completamente fradicia. In quel momento la lucidità piombò come un martello nella mia mente e tornai a vedere tutto con chiarezza.
-Mi dispiace... Io...Io...
Sussurrai appena, inerme e distrutta per ciò che avevo fatto.
Avevo quasi aggredito una mia amica, una persona a cui tenevo molto. Chissà cosa sarebbe successo se non mi avesse fermata.
Louise si butto sul divano, poggiandosi una mano sulla fronte. Notai la stanchezza dipinta sul suo volto e il corpo madido di sudore. Ansimava flebilmente e la mano che aveva usato per muovere quella corrente tremava incessantemente.
-Mi dispiace...
Ripetei ancora, sapevo che quelle scuse non valevano niente. Potevo ucciderla. Dentro di me avevo sentito la forza necessaria per uccidere. Sentii le lacrime bruciarmi negli occhi e una sensazione di disgusto verso me stessa lacerarmi l'anima. Chi o che cosa ero?
Restammo in quella posizione per un'infinità di tempo, Louise distrutta fisicamente e io mentalmente.
Mi scossi soltanto quando sentii una voce fare capolino dall'altra stanza.
-Beh ragazze, so che sono mancato ad entrambe ma non c'era bisogno di azzuffarsi per me.
Guardai Chris con un misto di vergogna e di imbarazzo indecifrabile, aveva lo stesso aspetto trasandato di sempre, gli stessi capelli biondi arruffati e l'espressione assorta e persa di chi si è appena svegliato. Sarebbe scappato via quando avrebbe saputo di cosa ero capace, chiunque lo avrebbe fatto.
-Christopher Martin Johnson, quando due ragazze si batteranno per le tue attenzioni succederà un altro cataclisma.
Disse Louise facendo una finta espressione offesa. Perché stavano scherzando in quel modo? Perché non mi stavano fissando colmi di ribrezzo? Chris sorrise a Louise e poi si avviò di nuvo nella camera tornando subito dopo con una coperta in mano. Non riuscivo a parlare dallo stupore. Il biond poggiò la coperta sulle mie spalle e mi aiutò a sedermi sul divano.
-Vedo che Louise non ci ha messo molto tempo a mostrarti le sue nuove capacità.
Sorrise guardando la mia espressione ancora sotto shock.
-Beh non sono stata l'unica a mostrare le mie nuove capacità. Disse Louise alzando gli occhi al cielo e mettendo una certa enfasi sulle ultime due parole. Chris per la prima volta fece un'espressione del tutto sorpresa ma non quanto mi aspettavo.
Solo in quel momento mi resi conto di ciò che aveva fatto Louise, ero stata troppo presa dal mio potere per rendermi conto di quello che aveva fatto lei. Aveva comandato l'acqua come una segnata di classe B e forse ancora meglio. I segnati di classe C avevano un controllo minimo e nella maggior parte dei casi involontario del loro potere. Come aveva fatto Louise a comandare l'acqua così bene?
-Come hai fatto? C
hiesi titubante. Louise avrebbe dovuto odiarmi per quello che era successo eppure non sembrava irosa o riluttante. Chris mi poggiò un braccio sulla spalla e la sua espressione colma di rassicurazione mi fece rilassare molto. Il senso di colpa non aveva smesso di pulsare nel mio cuore ma non vedevo rancore nei miei confronti e quella risposta alle mie capacità oltre che incuriosirmi mi fece sentire meglio.
-Rilassati Ev, -- distese le labbra in un sottilissimo sorriso -- evidentemente avremo tante cose di cui parlare.Quella frase mi colpì particolarmente, mi sentivo più vicina a quella verità che mi era stata celata. Avevo sempre pensato che sarei stata io a dover raccontare la mia storia ma evidentemente loro sapevano cose più nascoste di quelle che avrei potuto raccontare io. Socchiusi gli occhi poggiandomi alla spalla di Chris, sentivo la sua massa di capelli solleticarmi la fronte, ero stanca e infreddolita.
Non feci in tempo a riaprire gli occhi per ascoltare quello che avevano da dirmi poiché la stanchezza accumulata in quei giorni aveva preso il sopravvento e precipitai in un sogno senza sogni.*******************************
Angolo della Pubblicità :D
Ragazzi colgo l'occasione per pubblicizzare una storia veramente interessante e coinvolgente.
Si intitola "Beautiful disaster" ed è di una bravissima scrittrice che ammiro molto ;) @piienneggiu
Passate a darle un'occhiata, vi assicuro che non ve ne pentirete ^^Inoltre come sempre grazie a chi sta seguendo questa storia... ci stiamo avvicinando a delle risposte? Chi lo sa ;P
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La luce viola
FantasíaEva è una non segnata. L'esplosione di luce viola che ha fatto sprofondare il mondo in una realtà dove la tecnologia ha smesso di funzionare, le ha portato via i suoi genitori e ogni cosa. Solamente i non segnati come lei possono scegliere liberame...