Ma sì. Fanculo tutto.
Indosso la biancheria intima, infilo gli short, una canottiera larga e un paio di sandali con dei brillantini.
Prendo la borsa ed esco. Sono le 21:07. Cazzo, sono in ritardo.
Accelero il passo e dopo circa dieci minuti arrivo in villa.
Ad essere sincera ho un pò di paura.
Alla prima panchina c'era una coppietta intenta a baciarsi come se non ci fosse un donani. Alla seconda panchina una ragazza con il suo cane. Vado avanti impaurita. Forse per la situazione o forse perchè pensavo fosse andato via e avrei perso questa opportunità.
Cammino per qualche minuto e ancora niente.Mi sentii sfiorare la spalla e sobbalzai spaventata. Mi girai e incrociai i suoi occhi meravigliosi e quel sorriso che mi ipnotizzava.
Mi abbracciò improvvisamente.
"Pensavo non saresti venuta" sussurrò al mio orecchio.
"Perchè non avrei dovuto?" chiesi sorridendo.
"Perchè non mi.." si bloccò come se non volesse continuare.
"Perchè ci conosciamo da poco e pansavo non ti fidassi" riprese sorridendo.
"Penso di conoscerti abbastanza" risposi ricambiando il sorriso.
Ero in imbarazzo e si notava. Molto.
Mi prese la mano e camminammo.
Alla prima panchina libera ci sedemmo. Che poi non era proprio la prima, anzi, era l'ultima, la più nascosta e un pò di paura mi assalì.
"Tranquilla non ho intenzione di violentarti o ucciderti" disse ridendo e stringendomi a sè. Così mi unii alla sua risata.
Però, ben presto, questa uscita a due si trasformò in un'uscita di gruppo. Ci videro Rosy, Chiara,Tommaso, e tutti gli altri.
Anche loro erano in cerca di una panchina e giustamente occuparono la nostra, che era mezza vuota.
Rosy si attaccò a lui, che cercava in tutti i modi di allontanarla, ma senza successo.
Io stavo scoppiando dalla rabbia, gelosia o qualsiasi cosa era, così mi voltai per non guardare i due piccioncini.
D'un tratto mi sentii tirare.
Tiziano mi prese in braccio e mi abbracciò affermando convinto "Io e Elena stiamo insieme"
Io rimasi a bocca aperta e ricambiai il suo abbraccio.
Poi ci allontanammo un attimo e mi disse "Grazie per essere stata al gioco, mi hai salvato"
"No, tranquillo. Per un amico questo ed altro"risposi forzando un sorriso.
Un gioco, una scusa, questo ero. Mi usava. Mi usava per allontanare quella zecca da sè.
Bella schifezza.
E io che ci avevo creduto.
Così passammo la serata a chiamarci amore, tesoro e a stingerci forte tra le braccia.
Per fortuna riuscii a scansare qualche bacio.
Stavo davvero male. Ma dovevo resistere.
Fortuna si fecero le 3 e scappai
"Domani mi devo svegliare presto, io vado" e salutai in fretta e furia.
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Desiderio di averti mio || Originale
RandomNon era una storia come le altre. Non non eravamo dei comuni fidanzati. Tanto meno dei semplici amici. Non sono mai riuscita a capire cosa realmente fossimo. Solo sapevo che con lui ero felice, senza di lui non avevo vita. Era come un bel sogno: de...