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I giorni passavano e arrivó quello dello scontro con la vatican Gang; Wakasa era più nervoso che mai quel pomeriggio anche perché la ferita alla mano non si era rigenerata del tutto e gli bruciava più forte che mai.

Come sempre sua madre non era a casa, quel giorno ed era a lavoro, quindi lui aveva aperto l'armadio e aveva tirato fuori la divisa; il cappotto lungo e nero con una serie di scritte in kanji che riportavano il nome della gang e i pantaloni dello stesso colore, un po' troppo larghi sul bacino. Gli davano fastidio ma era stato Shiniciro a volerli in quel modo.

Fece un sospiro e lentamente si spoglió della tuta per indossare quella divisa; aveva l'umore sotto i piedi quel giorno, più del solito. Aveva cercato di evitare Shiniciro nei giorni scorsi ma sempre inutilmente siccome frequentavano lo stesso istituto e in più facevano parte della stessa gang. Quindi per Wakasa era stato inevitabile,  e inoltre quegli incontri con lui ogni venerdì della settimana erano stato sostituiti dalle uscite che faceva con la sua nuova ragazza.
Ogni volta che si vedevano loro due, gli parlava sempre di lei. Era così innamorato,  lo vedeva dal suo sguardo che si illuminava ogni volta che parlava di lei. Uno sguardo che non gli aveva mai regalato.
Quei suoi occhi neri che si illuminavano quando parlava di quella ragazza erano sempre così belli. Erano il suo punto debole. Ogni giorno che passava con lui era una tortura dell'inferno per l'albino. 
Solo con quella differenza che lui il dolore lo sentiva tutto quanto.
Wakasa non ce la faceva più eppure lui era sempre stato una di quelle persone che aveva sempre il sorriso sulle labbra e una vitalità senza eguali. Ma non in quei giorni. Quei giorni si stava autodistruggendo e ció lo avrebbe portato in un baratro senza fine, senza una luce come un tunnel senza via d'uscita. In più lui ne era consapevole.

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Arrivati sul posto, in mezzo a un immenso spiazzale con tutti i suoi compagni, fu inevitabile lo scontro a prima vista.
Il capo della vatican era al centro, posto a prima vista, davanti alla sfilza di tutti quei ragazzi che avevano tutt'altro che l'aria di buoni ragazzi.
Erano incattiviti, così come I loro ghigni mentre si scroccavano le nocche.

La battaglia iniziò,  ma finí in poco tempo.
Shiniciro era molto bravo con I pugni, Wakasa invece dava i calci, non potendo usare una mano e Benkei invece gli copriva le spalle. Loro due erano i più forti di quella parte di Tokyo, imbattibili insieme ma se presi in disparte avrebbero avuto poche possibilità di batterli.

Finirono la battaglia nel momento in cui anche l'ultimo membro avversario si stese a terra, ricoperto di sangue sul viso e di tanti lividi che gli attorniavano gli occhi.
Shiniciro era lì, che alzò la mano in alto in segno di vittoria e si alzò anche un Urlò generale da parte di tutti i membri dei black dragon.
Wakasa aveva il fiatone, dolore per tutte le ossa e un rivolo di sangue che perdeva dal naso, scendendo verso la bocca sentí  il sapore ferroso di esso sulle papille gustative.

《Tch..》
Sussurrò l'albino.
Si strinse nelle spalle e infilò le mani nelle tasche del cappotto nero, girò i tacchi e andò via nel momento del casino generale.
Non aveva bisogno di festeggiare.

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