" A volte quello di cui ho bisogno è spararmi la musica nelle orecchie e urlare al mondo che ce la posso fare!"
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Yoko's pov (flashback, 13 anni)
Urla.
Piatti rotti.
Le lacrime che scendevano lungo le mie guance.Guardai fuori dalla finestra, le gocce cadevano lungo il vetro. Era il fenomeno atmosferico perfetto per quella situazione.
I miei genitori stavano litigando, e anche pesantemente. Purtroppo non era la prima volta.
Avevo perso il conto di quante volte era successo, ormai.
Mi buttai sul letto e affogai le lacrime sul cuscino.
Guardai la foto appesa sulla tastiera del mio letto, che ci ritraeva pochi anni prima in viaggio in Italia. Ricordo che dopo averla fatta mia madre non riusciva a smettere di ridere perché papà aveva fatto una faccia buffissima.
Era così bella quando rideva. Gettava la testa indietro e i suoi capelli neri le ricadevano sulle spalle, sembrava che persino i suoi occhi ridessero.
Era stata l'ultima volta che le avevo visto fare quell'espressione.E' divertente come le cose ci mettano tanto per ritornare al proprio posto, quando per andare nella merda bastano pochi minuti.
Le urla continuavano.
Non so per cosa litigassero esattamente, ma potevo supporlo.
Un collega di lavoro che ci aveva provato con la mamma.
I miei voti.
Il fatto che avevo fatto le punte dei capelli colorate senza dirglielo.Beh, a dirla tutta non me ne fregava un cazzo.
Poche settimane prima, dopo una litigata, mia mamma era uscita di casa sbattendo la porta. Ero spaventatissima, così papà mi aveva abbracciato e accarezzato la testa con dolcezza. << Andrà tutto bene. Te lo prometto>> mi aveva detto.
E io, come al solito, gli avevo creduto.Riemersi dal cuscino e guardai l'angolo della mia stanza in cui c'era la mia chitarra. Non la usavo da quando le cose avevano iniziato ad andare male.
Sorrisi. I miei genitori erano degli stronzi. Non volevo diventare come loro.Mi alzai, mi misi il cappotto. Esitai un attimo, poi presi anche la chitarra.
Calzai le scarpe senza far rumore e mi diressi verso la porta sul retro. Guardai i miei genitori. Ero a pochi metri da loro, ma non mi vedevano. Erano troppo impegnati a pensare ai loro problemi per vedermi.Gli feci il dito medio e uscii in giardino. Mi misi la custodia della chitarra sulle spalle, presi la bici, uscii e incominciai a pedalare.
Non sapevo esattamente dove stavo andando."So I never really knew you"
Le gocce di pioggia si mischiarono alle mie lacrime.
"God, I really tried to"
Avevo bisogno di urlare.
"Blindsided, addicted"
Ma le parole sembravano non uscire. Così continuai a pedalare.
"Thought we could really do this
But really, I was foolish
Hindsight, It's obvious""Talking with my lawier
She said<< Where'd you find this guy? >>
I said, << Young people fall in love
With the wrong people sometimes"<< Pensavo che l'amore durasse per sempre>> Dirlo ad alta voce non lo rendeva più reale.
"Some mistakes get made
That's alright, that's okay
You can think that you're in love
When you're really just in pain"
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|| 𝑰𝑵 𝑻𝑯𝑬 𝑵𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑭 𝑳𝑶𝑽𝑬 ||
FanfictionCiao a tutti. Questa è la prima vera " storia " che scrivo , quindi siate clementi. Premetto che i capitoli cercherò di farli lunghi, e che spy×family non l'ho finito, sono solo al volume 7, ma comunque questa fanfiction non seguirà molto il raccont...