CAPITOLO QUATTORDICI

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"Non saprai ma quanto valeva per te una persona finchè non la perdi"

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Anya's pov

Guardai fuori dalla finestra.
La prima ora era sempre stressante. Inoltre, avevamo ginnastica. Il professore stava spiegando cose molto inutili prima di dirigerci in palestra.

Ma chi lo ascolta? Dormono tutti.

Erano passate due settimane da quando avevo litigato con Becky, mi sentivo così strana, così vuota.
Solo quattordici giorni, eppure sembravano passati mesi. Mio padre era partito per lavoro e mia madre aveva molto da fare, quindi ero spesso sola. Per fortuna c'era Bond.

Avevo evitato di parlare con Damian, dopo quella sera, secondo voi? Già, forse sarebbe stata la cosa giusta da fare.

Ma io non sono normale.

Gli avevo dato il mio numero e parlavamo tutti i giorni. Di tutto, di qualsiasi cosa. Dopo un'infanzia passata ad odiarci, ci stavamo conoscendo veramente.
Era tutto così strano. Non ignoravo Yoko, non ce l'avevo con lei, del resto non aveva colpe. Ma non parlavamo tanto, in realtà.

Era come se mi fossi isolata dal mondo, come se fossi un fantasma.

Parlavo solo con Damian, ormai.
Eravamo amici. E nessuno ci crederà, perchè, per tutti, esiste solo l'amore.
Mi spiace, ma per ora, niente.

Per ora.

Non avevo mai parlato con qualcuno veramente. Con "veramente" intendo
quando dici tutto a una persona. Quando ti metti a nudo, e non hai paura di essere giudicato.
Non l'avevo mai fatto, mai. Nemmeno con Becky. Tenersi tutto dentro fa terribilmente male. Ma se non trovi la persona giusta, non funzionerà.

In ogni caso, avevo chiuso in un frezeer tutte le mie emozioni per la mia migliore amica. Avrei voluto piangere, ma avevo ancora qualchè speranza. Non ha senso sprecare lacrime.

Mancava una settimana al festival. Questo pomeriggio ci avrebbero assegnato i ruoli. Alla fine facevamo una recita.

Devo rivederla....

<< Preparatevi che scendiamo>> la voce del prof. mi risvegliò dai miei pensieri.
Scesi le scale senza guardare nulla e nessuno. I miei piedi erano così interessanti.
Non avevo capito minimamente cosa avremmo fatto in palestra, ma non importava. Non mi importava.

Sono stufa di essere triste. Ma perchè quando provo a stare bene va di nuovo tutto male?

Senza accorgermene ero arrivata. Era un piccolo edificio separato dalla scuola.
Entrai nello spogliatoio e mi cambiai velocemente.
Quando uscii,vidi un gruppetto di persone sotto al canestro. Un'altra classe? Di solito facevamo palestra da soli.

<< Ehi, scusa>> chiesi a un ragazzo che era in classe con me. << Cos'è che facciamo?>>
<< Una partita a palla prigioniera>>

Palla prigioniera?
Divertente. Non ci gioco da quando, a sei ann- No, ASPETTA.

<< Scusi, prof.?>>
<< Sì, Forger?>>
<< Contro che la classe giochiamo?>>
<< La 2B>>

Ah.

Da dove scappo? Magari dalle finestre, ma sono troppo alt-

<< Idiota, perchè ti incontro ovunque?>>
Era lui, come sempre.
<< Ti da tanto fastidio? Sappi che ti straccerò>>
<< L'utima volta non è andata proprio così>> sorrise << Ti ricordi?>>
Sbuffai << Certo>>

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