...
Un sospiro, uno sguardo.
«Le sta molto bene il gilet.»
Dico, sorridendo e arrotolandoli ordinatamente le maniche della camicia sopra i gomiti.
«Non le aumento la paga.»
Feci una risatina e lo guardai.
«Ai complimenti non servono soldi.»
Un angolo delle sue labbra si alzò, sorrise saccente prima di sbuffare.
Gli aggiustai la cravatta leggermente.
“ Mi sta fissando. ”
Memorizzo a mente ogni suo carattere emotivo, so cosa sta pensando.
«Ha finito? Non sono un manichino.»
“ No, ma un modello perfetto. ”
Non mi feci scappare.
«Assicuro solo che il mio capo sia ordinato.»
Ridacchiai, lasciandolo poi in pace.
«In realtà sono io quello che dovrebbe mettere in riga te.»
Mormorò, aggiustando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
«Come mai oggi ha i capelli sciolti?»
Chiese rigirando le dita tra le ciocche scure.
«Cambiare stile non fa mai male.»
Risposi, vaga, ma non c'era un motivo preciso, anzi, era solo perché stamani ero troppo in ritardo per acconciare i miei capelli.
“ Puoi tirarli meglio così. ”
Cercai di non pensare.
«Mh.»
Borbottò solamente.
“ Chi è? ”
Pensai alla vibrazione del mio cellulare sulla scrivania.
«Mi scusi un attimo»
Dissi al capo, prima di andare verso la scrivania e prendere il mio telefono.
“ Noct... ”
Ricordai il numero sulla rubrica.
«Pronto?»
Dissi al telefono.
«Hey, stasera non ho il turno, magari puoi chiedere al tuo capo se puoi saltare il turno e usciamo.»
“ Sarebbe bello. ”
Pensai, ma non risposi per un attimo, prima di rabbrividire allo sguardo truce del mio capo, che aveva riconosciuto la voce del mio fidanzato.
«No.»
Mi rispose anticipatamente il biondo.
Sospirai, delusa.
«Magari ne parliamo dopo meglio Noct, okay?»
Probabilmente dopo avrei cercato di convincere il capo.
“ Come se potrei convincere quel mulo di testardaggine. ”
«Va bene, ci vediamo dopo Jade.»
Riattaccai, guardando il mio capo.
«Ho detto no, non si discute.»
Mi guardò, occhi fissi su di me.
«Perfavore...solo stasera il mio fidanzato è libero...»
Chiesi, addolcendo lo sguardo cercando di convincerlo.
«No.»
Incrociò le braccia strette al petto.
«Ma lavoro ininterrottamente, settimana per settimana!»
Protestai, fingendo come se fossi esausta, ma infondo non faticavo molto a quel lavoro essendo solamente una segretaria.
«Allora si licenzi, tanto una come lei la trovo dappertutto.»
Sbuffai, sconfitta, sapendo di non poter controbattere più di tanto.
«Oppure inginocchiati ora, e pregami, forse allora ti lascerò la sera libera con il tuo fidanzatino.»
Mi derise, mentre io sospirai, non lo avrei fatto mica.
“ Che problemi ha? »
«Quindi?»
Più serio questa volta.
«Stasera lavoro.»
Sogghignò sommensamente.
«Credo di essere molto convincente allora.»
“ No è un totale stronzo. ”
....