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Erano passati un po' di mesi, da quando io e Noct, avevamo litigato, non potevo negare di stare meglio, di non avere la costante tensione nel tenere la nostra relazione perfetta e rimanere sempre nel mio piccolo.
Non potevo negare la soddisfazione di riuscire finalmente ad avere una relazione che mi divertiva, oltre all'affetto o in generale alla gentilezza che ricevevo da Noct.
Per carità, le giornate erano sempre tranquille con lui, sempre dolci e pacate e scorrevano lentamente.
“ Mi serviva un accendino nella mia vita per accendere la miccia. ”
Ho riflettuto più volte, rammentando il come Katsuki, fosse decisamente più di un accendino per me.
«Hai finito di guardare il muro come una deficiente?»
Sbuffò, proprio quest'ultimo, che era appena rientrato a casa, e stava appendendo il cappotto al attaccapanni.
«Non ancora.»
Gli risposi, alzandomi poi dal divano e andando verso di lui, mettendo le mani sulle sue spalle.
«Cosa hai fatto oggi?»
Lui mi guardò, prima di scompigliare le lunghe ciocche nere dei miei capelli sotto la sua mano.
«Sicuramente qualcosa di più laborioso di quello che fai tu, mocciosa.»
Corrucciò le sopracciglia, poi allontanandosi da me e togliendosi le scarpe andando in salotto e sedendosi sul divano.
«Mocciosa a chi?!»
Lo guardai male, ma poi sbuffai, mettendo le mani sui fianchi e guardandolo.
«Hai smesso di guardarmi?»
Chiese con tono esigente, prima di alzare un sopracciglio e allungarsi verso il tavolino da thè, e prendere il telecomando accendendo la TV.
«Se inizi a guardare quei documentari odiosi te lo faccio mangiare il telecomando.»
Gli rammentai prima di sedermi sul divano accanto a lui, e poggiare la testa sulla sua spalla.
«Come se ti ascolterò.»
Sbuffò lui, mettendo ovviamente a quel canale e avvolgendo le mie spalle con il suo braccio.
“ Sotto sotto, molto sotto, a volte è dolce con me. ”
Lui tenne fissi gli occhi alla TV, mentre mi teneva accanto a lui.
«Hai già mangiato?»
Chiesi, guardandolo.
«Non ho voglia di mangiare.»
Annunciò svogliatamente, socchiudendo gli occhi, passandosi una mano tra i capelli.
«Dopo mi faccio una doccia e andiamo a dormire.»
Feci spallucce, annuendo.
“ Come vuoi tu. ”
Controllò l'orario, e poi sbuffò.
«Domani devo lavorare è piuttosto tardi.»
Borbottò, alzandosi dal divano e spegnendo la TV.
«Vado in bagno se qualcosa, chiamami.»
Disse, andando a farsi la doccia, mentre io sospirai andando in camera da letto e mettendomi il pigiama.
Mi stesi sul letto scorrendo su i post del mio telefono, aspettando che Katsuki finisse di farsi la doccia, mentre cercai di non addormentarmi.
Dopo poco, si stese sul letto accanto a me, rimboccando le coperte ad entrambi e prendendomi il telefono togliendolo di mezzo.
«Non mi piace quando presti attenzione ad altro.»
Disse poi, portandomi vicina a lui, e tenendomi stretta.
«Io sono molto più interessante.»
Borbottò con il viso tra i miei capelli mentre io ridacchiai, coccolandomi tra le sue braccia.
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