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Axel

<Per oggi basta così Axel> Mark sale sul ring con un balzo passandomi l'asciugamano. Lo ringrazio prendendolo e asciugando il sudore che contorna il mio viso.

<Sei migliorato molto> mi sorride lasciandomi una pacca sulla spalla.

Mark Smith oltre ad essere il mio allenatore è anche il padre che ho sempre desiderato. Quando avevo bisogno di qualcosa lui c'era sempre, non mi hai mai giudicato né per il mio carattere ingestibile né per le mie scelte.

<In carcere non avevo altro da fare se non allenarmi> faccio spallucce scendendo dal ring, seguito da lui.

Prima che possa dirigermi negli spogliatoi per farmi una doccia mi ferma <Hai intenzione di ricominciare anche football?>

<No, preferisco continuare col box> rispondo sinceramente.

Prima che possa farmi altre domande, mi dirigo verso lo spogliatoio fiondandomi in doccia.

Nel giro di 10 minuti sono già pronto, indosso il cambio portato da casa composto da un paio di pantaloni neri e una felpa dello stesso colore. Indosso il giubbino e, dopo aver salutato Mark, esco dalla palestra.

Prima di andare a casa mi dirigo da mia nonna, è da quando sono andato in carcere che non mi vede, le avevo fatto mandare una lettera tramite David, una guardia che teneva sotto il suo controllo il mio settore. Spero solo l'abbia ricevuta. Da quando mia madre è morta è l'unica famiglia che ho. Mi ricordo che da piccolo, quando mio padre tornava a casa drogato e sfogava la sua rabbia contro mia madre, io scappavo e mi rifugiavo a casa della nonna.

Se solo non fossi stato così codardo mia madre sarebbe ancora viva.

Mi odio così tanto per quello, se solo non fossi scappato quella notte e avessi difeso mia madre, lei ora sarebbe qui con me.

Arrivo davanti a una piccola casa al confine col Bronx, è ancora come me la ricordavo.
Il giardino perfetto pieno di fiori contornano una casetta lilla vecchio stile.

Avanzo sul vialetto di ghiaia giungendo davanti alla porta e suonando in attesa che qualcuno li venga ad aprire.

Dopo pochi minuti la porta si apre rivelando la figura della nonna.

<Ciao nonna> le sorrido facendo un passo in avanti.

<Axel tesoro, come stai?> Si piomba tra le mie braccia lasciando che l'emozione la travolga <È da tre lunghi anni che non ho tue notizie, ho ricevuto solo una misera lettera, è successo qualcosa?> si stacca dall'abbraccio con le lacrime agli occhi.

<Problemi con i ricchi> mi limito a risponderle. Evito di dirle del carcere. Non voglia farla preoccupare. Lei è veramente una delle poche persona convinta che in me ci sia qualcosa di bello.

<Tesoro entra> mi invita ad entrare.

La casa è in condizioni impeccabili, il salotto non ha una cosa fuori posto e l'aria di casa mi fa sorridere involontariamente.

Parliamo per ore del più o del meno. Amo sentirla parlare. Ha un modo di farlo che mi incanta completamente, soprattutto quando mi racconta dei fatti successi quando era giovane.

<Hai avuto notizie sulla malattia?> le chiedo spezzando l'aria allegra che si era creata.

<Si, l'unico modo per guarire è sottoporsi ad un'operazione molto delicata ma costa circa 30 000 dollari. È una cosa assurda. Non posso permettermi una cifra del genere>

<Un modo lo trovo> sussurro abbassando leggermente il capo.

<Oh tesoro, ormai sono vecchia> si avvicina abbracciandomi dolcemente.

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