Sono almeno quindici minuti che sono ferma sulla seggiovia, non so per quale motivo e non voglio interessamene al momento, potrei solo farmi venire un attacco d'ansia e sono qui da sola, Arthur e gli altri sono seduti davanti a me tutti insieme. Facevamo a turni per chi dovesse stare solo e a sto giro era il mio di turno. Sempre la più fortunata.
"Sophie stai bene?" sento l'urlo di Arthur, seguito da quello di Giulio per sapere se fosse tutto ok.
"Sto bene" urlo di rimando e ritorno ai miei pensieri, che dopo ieri notte non mi lasciano neanche per un secondo.
Poco dopo la mezzanotte, dopo gli auguri e i vari brindisi, non so come sia successo, ma io e Giulio ci siamo baciati. È stato un bacio veloce, perché solo dopo pochi secondi dal contatto tra le nostre labbra mi sono allontanata e sono corsa via in lacrime. Non avrei mai voluto reagire così, ma appena è successo, ho pensato che quelle non erano le sue di labbra, che le sue erano sicuramente addosso a quelle della sua fidanzata e un senso di nausea e tristezza mi ha colpita come un fulmine e sono dovuta scappare. In tutto questo Giulio mi ha seguita, molto preoccupato dalla mia reazione, pensava di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non lui non ha sbagliato nulla, ero io il problema, SONO io il problema.
Abbiamo parlato per tanto, mi sono sfogata con lui, gli ho raccontato tutto, di me, di Charles e di noi due, lui mi ha ascoltato, consolato e anche consigliato. Mi sono scusata mille volte ieri sera e anche questa mattina, ma Giulio è una persona così buona e dolce che mi ha sempre rincuorata ricordandomi che al cuore non si comanda.
E io non posso che dargli ragione, perché ci ho provato davvero tante volte a controllarlo, eppure ho fallito ogni volta. Soprattutto ieri sera, quando mi ha scritto. È stato tutto così inaspettato che credo di aver avuto un mini infarto nel leggere il suo messaggio. Ero ancora con Giulio in quel momento, mi stava abbracciando dopo che ero riuscita finalmente a calmare le lacrime, è stato lui a darmi il coraggio di rispondergli. Quando poi il telefono ha iniziato a squillare e il suo nome e la sua foto, dove lui suonava il pianoforte in pigiama a casa sua e rideva, è comparso sullo schermo lì sono andata in tilt e sempre Giulio ha risposto e mi ha messo il telefono all'orecchio, facendomi alzare e spingendomi verso l'uscita. Quando ho risposto ero estremamente agitata, non sapevo che dirgli, eppure ero così felice di sapere che era lui quello dall'altro capo del telefono che parlava con me.La seggiovia riparte e mi fa tornare sul pianeta terra. Arrivati in cima scendo e raggiungo i miei amici e trovo Arthur con le braccia aperte pronto ad accogliermi, non mi faccio pregare e mi fiondo nelle sue braccia, così simili a quelle del fratello anche se allo stesso tempo così diverse.
"Stai bene principessa?" mi chiede con uno sguardo preoccupato.
"Sto bene, solo pensieri" gli sorrido e mi lascio stringere, con il viso appoggiato al suo petto e il suo profumo che mi inonda le narici.
Sciamo per il resto della tarda mattinata, infatti finiamo con le gambe sotto il tavolo verso le 14:30."Sophie ma a che ora arriva Amelia?" mi chiede il piccolo Leclerc mentre appoggio la mia giacca da sci e mi accomodo al suo fianco e a quello di Giulio.
"Per le 16, mangiamo e andiamo a prenderla o se vuoi riposarti posso andare io" sogghigno perché già immagino la sua risposta.
"Non ti lascerò mai guidare la mia bambina, per quanto io ti voglia bene, la mia macchina non la guiderai mai più" inizio a ridere e mi sporgo a dargli un tenero bacio sulla guancia.
"Come sei esagerato, non è successo niente alla tua bambina" rido e dato che vedo gli sguardi straniti dei nostri amici, inizio a raccontare che poco prima di partire ho insistito per guidare la sua macchina e che mi sono distratta un secondo e ho perso un pochino il controllo, ma che non è successo assolutamente nulla di grave, ma che Arthur da pilota rompiscatole mi ha fatto una ramanzina che neanche i miei genitori mi facevano quando ero più piccola.
Le 16 arrivano velocemente e noi stiamo aspettando l'arrivo di Amelia alla fermata degli autobus della cittadina vicina, mentre ascoltiamo le canzoni della Disney e le cantiamo a squarcia gola incuranti dei passanti che ci vedono e ridono. Mentre stiamo cantando "Il mondo è mio" di Alladin sentiamo qualcuno bussare al finestrino ed entrambi urliamo dallo spavento, iniziando a ridere subito dopo aver visto Amelia che ci saluta e ride anche lei.
Nel viaggio continuiamo il nostro concerto alla quale si aggiunge la mia migliore amica.
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That way. || Charles Leclerc
FanficFriends don't look at friends that way.. Sophie e Charles, due anime destinate ad incontrarsi, amici da una vita, ma con due vite totalmente diverse, esigenze totalmente diverse. I loro sentimenti vengono a galla, ma questo potrà solo complicare le...