Bahrein

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I test in Bahrein sono andati meglio di quanto pensassi, ancora non posso credere di avere una macchina competitiva, soprattutto dopo quella dell'anno scorso, macchina che non potrò mai odiare perché mi ha permesso di vincere a Monaco per la prima volta, ma per il resto mi ha solo e soltanto esaurito, mentalmente e fisicamente.

Quest'anno è iniziato nel migliore dei modi, sono riuscito a riavere Sophie nella mia vita e ho passato il mese e mezzo prima di partire con lei, tra cene, pranzi e allenamenti, ci siamo vissuti come prima, forse ancora più intensamente di prima. Ci sono stati anche dei momenti piuttosto intimi e dei quasi baci, ma nulla di concreto veramente.

Sophie sta arrivando qui in Bahrein, è in aereo con la mia famiglia per la prima gara della stagione. Domani ci saranno le prove libere 1 e 2, sono agitato ma non credo di essere mai stato più carico di iniziare una stagione come lo sono quest'anno.

"Charles, una domanda per te. Che ne pensi dell'arrivo di Lewis l'anno prossimo, sei preoccupato?" mi chiese un giornalista durante la conferenza stampa di noi piloti.

"Sono felice, ma sono concentrato solo su quest'anno e sull'inizio della stagione" risposi il più politicamente possibile senza espormi troppo o avrei rischiato una sgridata grande quanto una casa da Silvia.

Mentre continuavano con le domande ai miei colleghi, che erano con me durante la conferenza, prendo velocemente il telefono per controllare a che punto fosse l'aereo di Sophie. Non la vedevo da solo una settimana e mi mancava tremendamente, il solo pensiero che dovrò passare anche dei mesi senza di lei mi fa andare in crisi, ma dovrò resistere per quel periodo ed accontentarmi solamente di vederla e sentirla tramite lo schermo del telefono.

Alla fine della conferenza torno nel motorhome per fare qualche video per la Ferrari e per partecipare a delle riunione prima del vero inizio della stagione.

"Pronto?" mi chiede Andrea entrando nel mio stanzino con già lo zaino in spalla pronto per tornare in albergo.

"Prontissimo!" rispondo alzandomi con un salto dal divanetto e sorridendo.

"Sono arrivati?" mi chiede ridendo, capendo il motivo della mia felicità.

"Sono appena atterrati, c'è il van a prenderli, nel giro di un'oretta dovrebbero essere in albergo"

Arrivati in albergo avviso in reception dell'arrivo della mia famiglia e chiedo di avvisarmi quando sarebbero arrivati. Mentre sono in camera ad aspettare il loro arrivo, inizio ad immaginare come sarebbe stato dormire con Sophie. Quando le chiesi di venire a vedere la gara ormai l'hotel era pieno e l'unico modo per darle un letto era quello di ospitarla in camera mia. Una settimana fa, quando arrivai in Bahrein ed entrai in camera, ammetto che sperai di trovare un solo letto matrimoniale, ma non fu così. Nella mia camera ci sono due letti alla francese separati tra di loro da un piccolo comodino. Mentre sono sdraiato sul mio letto fantastico sul suo arrivo e su come avremmo passato tutti questi giorni insieme. Il telefono della camera prese a squillare, quando risposi la receptionist mi avvisò dell'arrivo della mia famiglia, così senza pensarci molto, mi alzo in piedi e senza neanche indossare un paio di scarpe corsi all'ascensore. Mentre guardo i numeri dei piani diminuire sempre di più il mio stomaco inizia a fare le capriole.

"Sei arrivata!" dissi in un tono troppo alto, una volta uscito dall'ascensore quando vedo Sophie che sorride con lo sguardo perso nell'architettura della hall e che poi arrivò verso di me e si illuminò ancora di più.

Lei mi guarda con quel sorriso sulle labbra che mi fa incendiare il cuore e girare la testa, per poi corrermi incontro ed abbracciarmi forte. Una reazione che non mi sarei mai aspettato, soprattutto perché non è da lei dimostrare affetto alle persone in pubblico, è sempre stata una persona molto riservata.

That way. || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora