Pronto ai compromessi

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Sophie stasera è ancora più bella del solito, ha un sorriso che sembra non riuscire a spegnere, è stampato sul viso e non se ne va. Si guarda intorno ed è estasiata dalle persone che la circondano e da ciò che è riuscita a creare da sola. Nel mio petto il senso d'orgoglio intanto cresce a dismisura, perché in questa stanza io sono la persona che la conosce meglio di tutti, dopo Amelia - sono certo che mi può leggere nel pensiero e capire che ho appena pensato una cosa del genere e quella ragazza mi fa paura -, comunque io so meglio degli altri quanto impegno e quanti sacrifici lei ci abbia messo per far avverare tutto questo.
Grazie all'aiuto di Amelia e Joris per portare via mio fratello, cosa che non è stata molto facile, dato che Arthur ha paura del mio riavvicinamento a Sophie. Ha paura che lei se ne andrà di nuovo dalla sua vita e che io faccia di nuovo qualche casino, ma non è nei miei piani, non è ciò che voglio per me, per lei e per nessun altro. Voglio Sophie e mi impegnerò al massimo a darle ciò che vuole, anche se sarà difficile. Sono pronto a lottare.
Mentre stiamo sistemando e la musica risuona dolce nelle mura dell'asilo, io non posso che continuare a guardarla. È stanca e glielo leggo in faccia, eppure sorride ancora, non smette neanche mentre canta o tocca qualcosa che so le fa ribrezzo, lei continua a sorridere ed io mi sento in paradiso, letteralmente, le nuvolette disegnate sui muri e lei che sembra un angelo rimandano subito al paradiso che, bene o male, ci immaginiamo tutti noi.

"Direi che il grosso l'abbiamo buttato, sono da portare fuori i sacconi e basta, al resto ci penseranno le donne delle pulizie dell'agenzia con cui collaborerò" mi dice sorridendo e chiudendo l'ultimo grande sacco nero.

"Perfetto" mi sento un deficiente, ma non riesco davvero a dire altro, sono imbambolato e la mia testa viaggia troppo velocemente per riuscire a formare una frase di senso compiuto.

"Che dici di una bella tisana? Ci mettiamo nella sala nanna e magari parliamo un po'" è sempre un passo avanti a me, lei è l'unica a starmi davanti e che io lascio lì, non la supererò mai.
Annuisco semplicemente e la seguo verso la cucina, dove riempie il bollitore con dell'acqua e la mette a scaldare, restiamo in silenzio finché l'acqua non è pronta e lei riempie le due tazze, con dentro già la bustina di tisana, rigorosamente al finocchio per digerire tutte le schifezze che, lei, ha mangiato. Lei, perché io non potevo toccare nulla di tutto ciò che c'era sul tavolo, Andrea si era raccomandato, se solo avessi pensato di sgarrare mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani e quando si tratta di dieta e allenamento, quell'uomo, pur essendo piccoletto, mi fa paura e non poca.

"Fermo! Togli le scarpe prima di entrare, è l'unica stanza in cui non ho fatto entrare nessuno ed è pulita"

Faccio come mi dice, tolgo le scarpe e l'affianco subito sui materassini, appoggiando la schiena al muro come ha fatto lei.
Restiamo in silenzio, non so per quanto tempo, ma ci godiamo l'uno la compagnia dell'altro dopo un periodo separati che è durato troppo tempo.

"In ritardo anche su questo, però siamo qui insieme" rilascia un sospiro, quasi di sollievo mi verrebbe da dire.

"Mi dispiace averci messo tutto questo tempo" e sono dispiaciuto veramente.

"Non hai colpe Charles, è una situazione complicata e che necessita di essere risolta, non possiamo continuare così" mi prende la mano mentre prende un sorso di tisana, ma in tutto ciò non mi guarda, so che ancora non ne ha il coraggio, però sentire di nuovo la sua mano nella mia è meraviglioso.

"Ho chiuso con Adele..."

Non risponde, mi stringe la mano, come per dire che posso continuare e mi guarda con la coda dell'occhio.

"Volevo farlo da tempo, in realtà non volevo neanche starci insieme, è che la cosa mi è sfuggita di mano e lei... Sembrava davvero tanto felice. Però dopo capodanno, appena siamo tornati, quando lei stava per imbarcarsi le ho detto la verità. Io non provo nulla per lei, non ho ma provato nulla, cioè le voglio bene, ma nulla di più"
Sophie mi guarda, dritto negli occhi, pronta a leggermi come ogni volta che qualcosa non le torna.

That way. || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora