CAPITOLO 6

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Percy affondò frustrato la testa nel cuscino bianco appena cambiato, trovando la posizione ancora più scomoda di quella precedente.
Erano passate ormai diverse settimane dal suo risveglio: lunghe giornate trascorse a rigirarsi nel letto impossibilitato nel muoversi per evitare lo sfasamento degli innumerevoli punti che aveva su tutto il corpo.
Il suo stato lo rendeva irrequieto, era sempre stato un ragazzo d'azione, libero di muoversi ed avventurarsi dove e quando voleva.
Certo,le condizioni meteorologiche non lo incoraggiavano ad uscire, viste le nubi grigie e la quantità di neve che pioveva, ma nulla che lui non abbia affrontato in trincea,  sicuramente non gli sarebbe dispiaciuto riuscire ad alzarsi dal letto e sgranchire le gambe.
Ogni volta che qualcuno veniva a medicarlo, come una routine chiedeva quando avrebbe potuto ricominciare anche solo a camminare, ricevendo sempre e solo un secco "presto".
Chiuse gli occhi con la mandibola serrata, deglutendo per ingoiare la frustrazione che lo stava avvolgendo.
《Caspita amico mio, ero convinto ti fossi dimenticato di venirmi a trovare al mio capezzale, certo che eri messo veramente male se hanno fatto alzare dal letto prima me!》
Percy scattò seduto, provocandosi diverse fitte brucianti dove i punti tiravano.
《Grover, Grover sei tu?》
Il ragazzo rise abbassando leggermente il capo alla domanda dell'amico
《Devi aver battuto anche violentemente la testa per non riconoscere la mia voce soave》
La tenda bianca che isolava il lettino si scostò.
《Ad essere onesto, risentendo, quasi rimpiango che quel mortaio non mi abbia fatto saltare i timpani!》
Un cigolio metallico catturò l'attenzione di Percy, cercando la fonte di quel suono.
Grover lesse negli occhi dell'amico quella curiosità:
《Sono le mie gambe, o meglio, le mie "nuove" gambe: quando mi sono svegliato mi è stati detto che hanno tentato in tutti i modi di recuperarle ma non avevano fatto in tempo... l'esplosione non è stata clemente》
Poggiò una mano sulla testiera del letto dell'amico, osservandolo mentre l'altro si sistemava meglio da seduto, con uno sguardo rammaricato:
《Mi spiace, deve essere stata dura affrontare tutto questo》
《Inizialmente si, ma ora sto iniziando ad accettare questa mia nuova condizione, sono felice di essere vivo e poter essere qui a parlare con te》
Si strinsero le mani in segno di rispetto, sorridendo amaramente a quelle parole, desiderando solo un contesto migliore per essersi conosciuti.
Rimasero a parlare per svariati minuti, aggiornandosi sulle vicende dei giorni precedenti: dai vicini di letto, al personale, alla vita privata e confidenze intime.
Era bello potersi finalmente confrontare con un volto amico oltre agli infermieri.
《È meglio che vada, non posso rimanere per troppo tempo fuori dal letto, le vesciche da protesi sono una cosa che non ti augurerò mai-》
《Quando ritornerò a camminare prometto di ricambiare la visita, stanne certo!》
Grover fece un cenno con la mano di spalle e sparì tra le tende, lasciando Percy nuovamente solo.
Si sdraiò nel letto facendo attenzione a non ferirsi più del dovuto e incrociò le braccia, passando il resto della mattinata a rimuginare sulle sue condizioni rispetto a quelle dell'amico.

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