《Va a letto, Percy. Sarò di ritorno prima che tu possa perderti nei tuoi pensieri》, la più grande bugia detta a Percy dopo il "vieni qui che non ti faccio niente", di sua madre Sally: quando l'indomani aveva chiesto in giro dove fosse Annabeth nessuno era riuscito a dargli una risposta concludente.
"Forse è nello scompartimento 8", "credo sia in pausa", "sono certa che ieri avesse il turno di notte".
Per fortuna che non prestavano la medesima poca attenzione ai dettagli alle cure dei pazienti, altrimenti Percy si sarebbe già ritrovato in un posto nettamente migliore di quello non appena fosse sceso dal camion-ambulanza.
Diverse erano le domande che gli giravano per la testa: "perché era uscita di notte con quell'aria sospetta? perché doveva proprio andare all'obitorio senza che nessuno venisse con lei? perché oggi non si è presentata qui? E perché è così familiare il suo volto nonostante l'abbia vista così sporadicamente tra una visita e l'alta?"
Era talmente immerso nei suoi ragionamenti che non si era reso conto di essere riuscito nuovamente ad alzarsi e raggiungere lo stesso luogo in cui la sera prima ci aveva parlato.
《Woah! Giravano voci sulla tua incredibile capacità di ripresa, ma di certo non mi aspettavo di rivederti in piedi dopo così poco tempo!》
Quella voce lo riportò alla realtà come una doccia gelida, ancora più fredda del clima nevoso delle montagne.
《Che vuoi dire?》
Chiese distrattamente, senza nemmeno guardare in faccia chi l'avesse interpellato.
《Voglio dire che per uno che è arrivato qui con una gamba che ricordava più un hot dog lasciato sulla griglia per decisamente troppo tempo e un buco nell'addome dalla profondità di quasi un indice, sei veramente sbalorditivo》
《Oh...》
La ragazza rise con tono di sfida.
《Sai, per quanto mi devasti ammetterlo, non sono l'albero a cui stai rivolgendo lo sguardo》
Percy sbattè velocemente le palpebre mentre si schiariva la voce, cercando di riprendersi
《Scusami, sono stato maleducato》
Quando si voltò rimase impressionato dalla matassa di capelli rossi che si ritrovò davanti.
《Tranquillo, sei di certo stato il soldato più amichevole con me oggi》
《Beh, questo di certo è di grande conforto-》
Risero di gusto, soffocando il rumore del vento invernale che si stava alzando.
Percy si appoggiò a delle casse di legno vicino a dove si trovavano: poteva anche possedere una guarigione più rapida del normale, ma era pur sempre umano e aveva bisogno di riposarsi dal dolore che stava cominciando a provare. 《Sai, le persone possono diventare irascibili quando passano le giornate qui a contare le crepe nel soffitto》sentì sbuffare in modo canzonatorio: 《Oh, dai, non è così male, hai addirittura l'opzione del 'servizio in camera' anche se non so se le vostre le definirei 'camere'.》 Percy sorrise, apprezzando il suo sarcasmo.《E le sigarette? Non dimentichiamole. Se non altro, si può sempre affumicare questa 'meravigliosa' aria salubre》 La ragazza alzò un sopracciglio.《Fumare in un ospedale da campo? Un grande esempio di comportamento responsabile, soldato. Ma chi sono io per giudicare? Dopotutto, se la guerra non ci ha uccisi, un po' di fumo non farà differenza...》 si sedette sulla cassa di legno accanto a Percy e gliene porse una. 《Ecco, prendi, nonostante non ne vada matta, a volte bisogna concedersi un momento di pace. Ma solo un tiro, eh? Non vorrei che smettessi di respirare proprio mentre ti sto sorvegliando, Rachel Elizabeth Dare ha una reputazione da mantenere.》 Con un sorriso complice, Percy prese la sigaretta e la accese.《Sai, non avrei mai pensato di trovare un'infermiera così... disinibita in un luogo come questo》 disse esalando il fumo con un'espressione divertita, prima di rimuginare nei pensieri che o avevano spinto ad scire
《Rachel, giusto?》
《Si?》
Percy si rigirò la stecca tra le dita.
《Immagino tu conosca Annabeth, non l'ho vista oggi assieme al personale, sai qualcosa?》
Rachel si fece seria, il suo sorriso svanì. 《Non dovresti preoccupartene, Percy.
Annabeth è una ragazza forte, sa badare a sé stessa, probabilmente starà riprendendo fiato dopo gli avvenimenti delle scorse settimane.》
Rachel esitò, il suo sguardo si spostò verso il terreno impiastricciato con la neve. 《C'è un medico, Will. È uno dei migliori qui. So che lavora a stretto contatto con lei e che la loro situazione è... molto confidenziale. Magari non era quello che speravi di sentire ma... potrebbe avere a che fare con lui.》
《Will?》 ripeté Percy, cercando di mettere insieme i pezzi. 《Quello che mi ha prestato le cure quando mi sono risvegliato?》
《Esattamente: da mesi ormai si fa seguire da Annabeth con una certa frequenza, nessuno ha ancora capito il perché, ma onestamente, siamo troppo impegnati qui per preoccuparci di queste cose.》
Percy rimase in silenzio, gli occhi socchiusi.
Perché sarebbe andata all'obitorio? Cosa ci fa una semplice infermiera in un posto del genere?
《'Toccato un nervo scoperto?》
Rachel si alzò, pulendosi dalla polvere e il nevischio.
《No, no, era solo per curiosità... sai, di solito è lei a farmi le iniezioni di penicillina la mattina, ormai era diventata una routine tra lei e il mio fondoschiena.》
Percy, non aveva di certo intenzione di denunciare Annabeth nel caso stesse facendo qualcosa di proibito, nonostante la curiosità, cercò di mantenersi cauto con ciò che rivelava.
La ragazza sbuffò divertita, scuotendo la testa.
《Sei il primo paziente che dice una cosa del genere sulla pennicillina》
《Beh, due punti in più per me oggi!》
Rachel si strinse nelle spalle sospirando.
《Credo di dover tornare ai miei doveri ora, al contrario tuo io non sono in 'vacanza' e non godo del nostro favoloso 'servizio in camera', senza contare che la temperatura sta cominciando a calare: è meglio se rientri anche tu》
Percy fece un cenno di assenso con la testa
《Hai ragione, credo sia arrivato il momento di rientrare... tu va pure, io ci metto un pochino di più a muovermi, sai com'è, dopotutto sono in 'vacanza'》
Si salutarono stringendosi la mano, di certo avevano passato del tempo piacevole assieme in un contesto che non fosse tra le urla dei moribondi.
《Se hai bisogno qualche volta di staccare, chiamami, potrebbe essere utile ad entrambi uscire da questo contesto e comportarsi come due ragazzi normali》
《Certo Rachel, con piacere》
Percy guardò la ragazza mentre si allontanava. La sua mente era ritornata in tumulto, sempre più piena di domande a cui voler rispondere.
Anche lui si alzò dopo qualche minuto, strisciando la sua gamba per cercare di entrare dentro la struttura.
Sarebbe stato sciocco da parte sua non ammettere che la curiosità lo stava letteralmente consumando da dentro e che moriva dalla voglia di scoprire che cosa avesse Annabeth a che fare con Will.
Le sue gambe si arrestarono quasi in automatico e la sua testa si voltò verso la lontana struttura di fronte a lui.
Un ghigno tipico di un bambino dispettoso gli si dipinse sul volto non appena un'idea che anche Grover avrebbe definito idiota gli balenò in mente: dopotutto, cosa poteva andare storto in una gita in obitorio?
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La Bandiera Blu
Teen FictionInverno del 1917. Percy Jackson, un ragazzo di appena 18 anni, segna il suo ottavo mese di trincea con una sanguinosa battaglia dall'esito disastroso. Per servire il suo paese e soddisfare le aspettative dell'Europa intera, ha abbandonato tutto ciò...