0. Prologo

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Premessa:
⚠️ Tutto ciò che leggerete è frutto di uno scenario immaginario, quindi niente di tutto questo è reale. In nessun modo intendo promuovere o incitare questo genere di comportamenti. Vorrei inoltre avvisarvi che saranno affrontati argomenti delicati e descritte scene di sesso e di violenza esplicita. La lettura è consigliata solo a un pubblico maturo e consapevole ⚠️

Afferrate le munizioni e caricate le pistole...perché sta per scoppiare una guerra.
Preparatevi a combattere per la vostra sopravvivenza, ogni scelta potrebbe essere l'ultima.

🖤💋

Che il poker di assi sia sempre un passo avanti a voi.

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"Sì, c'è qualcosa di sconcertante, demoniaco e affascinante in lei"-Lev Tolstoj, Anna Karenina⋆

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"Sì, c'è qualcosa di sconcertante, demoniaco e affascinante in lei"
-Lev Tolstoj, Anna Karenina
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Mosca, Russia

Vi siete mai chiesti quale parola possa davvero catturare e racchiudere l'essenza del dolore umano? Io sì, molte volte, forse più di quanto sarei disposta ad ammettere.

Termini come sofferenza, angoscia, strazio, sembrano sempre inadeguati, incapaci di evocare la vera intensità e complessità del dolore profondo. Sono etichette che tentano di descrivere un'esperienza che sfugge a una definizione precisa, una dimensione in cui ogni sensazione è amplificata, e ogni emozione è un mare in tempesta.

Il dolore di cui parlo non è un semplice malessere passeggero; è qualcosa di più insidioso e pervasivo, capace di penetrare nella nostra psiche, di avvolgerla in un abbraccio gelido e oppressivo. È un dolore che trasforma l'esistenza in una lotta incessante, che rende ogni giorno una battaglia contro una presenza invisibile ma opprimente, capace di ridurre la nostra vitalità e oscurare la nostra luce interiore.
In questo contesto, diventa chiaro che le parole di uso comune non sono sufficienti a descrivere una realtà così profonda e sfumata.

Ed è qui che entra in gioco una parola speciale, capace di dare forma a ciò che le altre non riescono a cogliere: Toska.

Mia nonna, con la sua saggezza antica e la sua esperienza di vita, credeva che questa parola potesse catturare l'essenza di questo dolore. La usava spesso, specialmente nei momenti in cui l'assenza di mio nonno diventava un peso insopportabile, tanto da impedirle di dormire. Ricordo vividamente la sua tristezza e sconsolatezza; bastava guardarla negli occhi scuri, ormai segnati dal tempo e dal dolore, per capire quanto avesse sofferto.
Erano occhi che avevano perso la scintilla di vitalità che mio nonno, con la sua presenza rassicurante e le sue mani candide pronte a sostenerla, aveva contribuito a mantenere viva.

Toska è una parola russa intraducibile in altre lingue.
Essa rappresenta l'essenza del dolore, un'angoscia esistenziale, una malinconia che penetra nelle pieghe più nascoste del nostro subconscio.
È un'ombra che consuma ogni nostra energia, trasformando la luce interiore in un flebile bagliore.

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