Quella notte Adeline ebbe un sogno molto simile a quello che aveva avuto la settimana prima. Era nella Stanza delle Necessità, esattamente nella mini biblioteca in cui aveva letto il libro di Leo Blackwood. Era tutto identico alla biblioteca in cui era stata qualche giorno prima, ma con qualche piccola differenza. Le poltrone erano sparite, al loro posto c'era un grande divano con sopra una coperta e dei cuscini. In un angolo c'erano due manichini di addestramento pieni di bruciature, come se qualcuno ci avesse lanciato addosso troppi incantesimi del fuoco. Seduto sul divano, con le gambe incrociate e un libro in mano (Romeo e Giulietta, per essere precisi), c'era lo stesso ragazzo con i capelli biondi che Adeline aveva visto la settimana prima. In un angolo invece, c'era Aspen Skyfall, la ragazza di Corvonero che aveva ballato con lui. Tra le mani stava facendo fluttuare una sfera di magia azzurra che emanava un lieve bagliore. Magia Antica, senza ombra di dubbio.
La sfera scomparve ed Aspen guardò verso il ragazzo. "Leo?" disse, guadagnandosi la sua attenzione. "Quando mi mostrerai i tuoi poteri? Avevi detto che me li avresti mostrati."
Leo chiuse il libro, posandolo sul tavolino di legno. "Ogni cosa a suo tempo, Aspen. E poi, hai ancora molto da imparare." le rispose.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. "Ma sono già bravissima a usare la magia antica! Lo hanno detto anche i Custodi. So usarla, controllarla e so tutto anche sulla sua storia" ribatté.
"Forse. Ma la pratica rende perfetti, ricardalo. Io mi esercito da quattro anni e sono ancora molto lontano dalla perfezione." disse lui, restando calmo a differenza di Aspen.
"E perché non ti alleni con me?" chiese lei, e gli occhi di Leo si incupirono un po', ma Aspen non se ne accorse.
"I miei poteri sono più imprevedibili dei tuoi, non voglio rischiare di farti male." affermò Leo, ma Adeline si accorse che mentiva. La domanda era: perché?
Purtroppo, non ottenne nessuna risposta, perché si sveglio. Adeline guardò sul suo comodino, dove la sveglia diceva che erano da poco passate le sette. La ragazza affondò la faccia nel cuscino sbuffando. Di solito il sabato era un giorno fantastico per lei, ma le sembrava di avere le energie di un bradipo quella mattina. Si alzò dal letto col passo di uno zombi e si diresse nel bagno. Si fece una doccia fredda per cercare di svegliarsi e dopo essersi asciugata i capelli e vestita, prese la borsa con i libri di testo e le pergamene per poi uscire dalla stanza. Attraversò il corridoio e scese la scala a chiocciola che portava nella Sala Comune di Serpeverde, che a quell'ora era praticamente vuota. C'erano solo tre persone. Un ragazzino del primo anno che guardava fuori da una grande finestra che mostrava i fondali del Lago Nero, forse nel tentativo di avvistare una sirena. Gli altri due erano una coppietta del quarto anno che si stava sbaciucchiando in un angolo. Adeline li ignoro e uscì, dirigendosi verso il settimo piano.
Adeline si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno in giro, poi entrò nella stanza segreta. E di certo non si aspettava di vedere ciò vide. La stanza non aveva assunto la forma della biblioteca del sogno, era diventata un vero e proprio labirinto. La stanza era a dir poco enorme, con pile di cianfrusaglie alte come montagne. Oltre a quegli enormi ammassi di roba c'erano altre cose sparse in giro. Vecchi quadri raffiguranti streghe e maghi ormai a lungo dimenticati, armature arrugginite, vecchi libri dalle pagine ammuffite, calderoni sporchi e sedie con sopra altre cianfrusaglie. Adeline ovviamente sapeva che cos'era, l'aveva letto in un libro. Era la Stanza delle Cose Nascoste, ma di certo non sapeva come mai fosse comparsa. Adeline ripensò a cosa aveva pensato quando era comparsa la porta nascosta nel muro. Stava pensando alla biblioteca del suo sogno, in modo da poter continuare a leggere il libro di Leo Blackwood sulla magia antica. Eppure, ora che si ricordava bene, era anche sicura di aver ripensato alla lezione di Difesa Contro le Arti Oscure su come invocare un Patronus. Ormai il professor Elgreen passava tutte le lezioni a farli esercitare, ma in pochi erano riusciti a creare un Patronus completo. Stava pensando al perché per gli altri risultasse così difficile, ma di certo questo non avrebbe potuto influenzare la stanza.
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I should hate you, Regulus Black, but I love you.
FanficIl 27 marzo 1960 Euphemia Potter diede alla luce due gemelli, Adeline e James. Lei e suo marito erano piuttosto anziani quando i due vennero alla luce, perciò quei due piccoli monelli diventarono la cosa più importante del mondo per loro. James ed...