Capitolo diciassette

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Verso la fine di marzo, pochi giorni dopo il suo diciassettesimo compleanno, le temperature iniziarono ad alzarsi, le piogge si fecero più frequenti e i fiori cominciavano a sbocciare ovunque in giro per la scuola. Anche se l'arrivo della primavera significava anche che gli esami di fine anno erano sempre più vicini. Erano sempre di più gli studenti che passavano i loro pomeriggi a ripassare un argomento studiato in classe per cercare di non arrivare il giorno prima dell'esame a dover studiare tutto il programma. Lei e Remus si impegnavano a studiare, ma non si poteva di certo dire che gli alti facessero lo stesso. James e Sirius preferivano di gran lunga dare fastidio a Severus Piton e Peter non faceva altro che assecondarli. A volte si comportavano come dei bambini immaturi, poco ma sicuro.

Adeline non aveva per niente fame quella sera, così era andata nella Stanza delle Necessità per continuare a leggere la sua copia tradotta della Divina Commedia. Erano successe così tante cose che non aveva trovato abbastanza tempo per leggerla, ma sperava che sarebbe riuscita a fare dei progressi quella sera. La stanza però non presa la forma della biblioteca. Era diventata una camera da letto con un letto a due piazze e due librerie. Non era un caso. Doveva trattarsi di qualcosa di importante. La Stanza delle Necessità ha sempre tutto ciò che serve a chi ci entra e l'ultima volta che non era andata così aveva incontrato Regulus e gli aveva insegnato l'Incanto Patronus. Che cosa diavolo significava?

Ci avrebbe pensato in un altro momento, era troppo stanca per occuparsi di altri problemi. Adeline si limitò a sdraiarsi sul letto a pancia in giù, posando il libro sul cuscino e iniziano a leggere, rannicchiandosi nella sua adorata felpa oversize. Stava leggendo la parte in cui lo spirito di Francesca raccontava di come si era innamorata di Paolo. Stavano leggendo insieme Ginevra e Lancillotto e proprio quando Lancillotto aveva baciato Ginevra, i due si erano baciati. E non lessero più quel giorno. Ciò stava a significare che si spinsero oltre a un semplice bacio. Solo un pochino. Adeline sentì la porta della Stanza delle Necessità aprirsi, ma non aveva di certo bisogno di controllare chi fosse.

"Che cosa vuoi?" si limitò a chiedere, aspettando che Regulus le rispondesse.

"Non eri a cena, mi sembrava strano." rispose lui con nonchalance.

"Non ho fame e volevo leggere in pace, ma a quanto pare la pace sarà l'ultima cosa che otterrò in questo momento." commentò lei.

"Che leggi?" Regulus non le diede neanche il tempo di rispondere, le strappò il libro dalle mani e lesse la pagina che fino a qualche secondo prima stava leggendo lei.

"Hey!" esclamò Adeline, alzandosi dal letto con uno scatto per cercare di riprendere il suo amatissimo libro.

Regulus si allontanò di qualche passo mentre leggeva. "La Divina Commedia? Sul serio?" ridacchiò leggermente.

"Che c'é di male?" domandò lei cercando di strappargli il libro dalle mani.

Lui appoggiò il libro su una mensola, mettendosi davanti a lei per impedirle di raggiungerlo. Forse stando un po' troppo vicino a lei nel farlo. "Paolo e Francesca, per di più. Si vede che hai una passione per i romanzi."

"Beh, io mi diverto così. Problemi?" disse Adeline incrociando le braccia al petto.

"Nessun problema, madame. Ti prendo solo un po' in giro." le rivolse uno di quei suoi odiosi ma allo stesso tempo adorabili sorrisi.

"Adesso posso riavere il mio libro?" domandò Adeline, accorgendosi solamente in quel momento che i loro nasi si sarebbero sfiorati se uno dei due avrebbe fatto un passo avanti.

"No, non è divertente" Regulus ridacchiò vedendola alzare gli occhi al cielo. "Oh, andiamo! Ci si diverte anche interagendo con altri esseri umani, lo sai vero?"

I should hate you, Regulus Black, but I love you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora