Seduta sul pavimento della mia camera da letto, imbraccio la mia bellissima chitarra elettrica, una Gibson Flying V. Ha la forma di una "V" rovesciata, il corpo in mogano così come il manico, ed è perfetta per il genere che suono io, ovvero il Rock e il Metal. A causa della sua forma, però, è davvero scomoda da suonare da seduti, dato che tende a sbilanciarsi, e infatti non ho nemmeno attaccato l'amplificatore. Mi sto limitando a suonare qualche accordo a caso, considerando anche che sono le tre del pomeriggio e il condominio in cui vivo mi si rivolterebbe contro se iniziassi davvero a suonare. Se iniziassi davvero a suonare la mia musica "satanica", come la definisce la signora Vaccari, che abita nell'appartamento di fianco al nostro.
Non mi dà molta gioia suonarla così, perciò dopo poco mi annoio e lascio perdere. Poggio la chitarra sul suo sopporto, sistemato di fronte alla porta in modo tale che io possa vederla ogni volta che metto piede in stanza, e la osservo ancora per qualche secondo. La adoro. L'ho soprannominata Amy, come Amy Lee degli Evanescence, la mia cantante preferita.
«Però, cara Amy, adesso devo proprio mettermi a studiare» le dico. Sono trascorse infatti due settimane dall'inizio della scuola e io non ho svolto nemmeno uno dei compiti assegnati. Vorrei non dovermi ridurre sempre all'ultimo, per una volta.
Svuoto lo zaino sulla scrivania e scostando quaderni, penne e quant'altro, afferro il diario, che apro alla pagina di domani. Inizierò dagli ultimi che ci sono stati assegnati, poi vedrò di fare gli altri. O forse dovrei fare il contrario?
Sfoglio il diario per capire se è necessario partire dai primi che abbiamo avuto e nel farlo mi accorgo di un bigliettino infilato tra le pagine.
"Prima delle vacanze mi avevi promesso un appuntamento, esci con me sabato?
M."
So benissimo per cosa sta quella "M". Matteo Lanzi, mio compagno di classe, voleva uscire con me prima delle vacanze estive, ma poi c'è stato tutto il casino della sua ormai ex fidanzata e non se n'è fatto più niente. Non vederlo né sentirlo per alcuni mesi ha aiutato sia me sia lui a capire che cosa provavamo l'uno per l'altra e devo dire che a me non dispiacerebbe affatto uscire con lui. Il problema, se così vogliamo definirlo, sono le mie migliori amiche: Claudia, Elisa e Michela. Ce l'hanno con lui per ciò che ha fatto l'anno scorso e sono convinte che non dovrei affatto considerare una frequentazione con lui. Addirittura, secondo loro, dovrei smetterla anche di parlarci e dovrei iniziare invece a considerare altri ragazzi, come quel Gabriele arrivato da poco e che ogni giorno prova a instaurare – senza successo – una conversazione con me. In tutta onestà, io non la vedo così tragica. Matteo ha sbagliato, è vero, ma tra tutti i miei compagni e tra tutti i ragazzi che conosco è quello più simile a me.
È una testa calda, non si preoccupa mai di dire quello che pensa, né gli interessa quello che gli altri pensano di lui. Ascoltiamo lo stesso genere musicale, il che per me è un enorme punto a suo favore, dato che, se non si fosse ancora capito, la musica è tutta la mia vita; inoltre, mi attrae anche fisicamente: adoro vedere i suoi capelli ricci sempre in disordine e sebbene non sia molto alto, ha una corporatura atletica.
Tuttavia, decido di lasciare la risposta per dopo, per quando avrò finito i compiti, e mi dedico allo studio. Dopo due ore non ho finito nemmeno la metà dell'assegno, ma sono stanca e non ho intenzione di perderci altro tempo. Chiudo i libri, scarabocchio un veloce "Sì" sul bigliettino di Matteo e lo rimetto nel diario. Dovrò ricordarmi di darglielo domani a scuola.
Nell'alzarmi dalla scrivania, il mio sguardo cade di nuovo su Amy. E questa volta posso davvero darmi da fare con lei. Quindi non solo la imbraccio come si deve – in piedi, con la tracolla che passa sulla spalla sinistra – ma attacco anche l'amplificatore. Regolo l'accordatura, tolgo il plettro da sotto le corde e provo l'intonazione con un accordo. Il suono della mia Amy riecheggia nella stanza, facendo vibrare le pareti. Un altro accordo, questa volta però uso il pick-up. Quando è tutto pronto, provo il nuovo brano che abbiamo deciso di suonare con la mia band, In the end dei Linkin Park.
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